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Thursday, May 2, 2019

E se un asteroide colpisse la Terra? Ecco l'esercitazione NASA

Cosa accadrebbe se un asteroide colpisse la Terra? Lo scenario è stato immaginato e riproposto in tutte le salse, sia in campo letterario che cinematografico: questa volta a chiederselo però non sono semplici appassionati di astronomia o sceneggiatori dalla fervida fantasia, ma gli studiosi della NASA.

È notizia recente infatti che NASA e SpaceX abbiano unito le forze per la missione DART (Double Asteroid Redirection Test), una tecnologia di difesa planetaria volta a monitorare e colpire gli asteroidi che potrebbero entrare in collisione con la Terra. Le precauzioni però, si sa, non sono mai abbastanza, e così gli studiosi dell'agenzia spaziale statunitense, insieme ad altre istituzioni come la FEMA, Agenzia federale di gestione delle emergenze, si riuniranno domani per partecipare alla Planetary Defense Conference 2019.

Nonostante quanto possa far pensare il nome, non si tratterà di una semplice conferenza: l'evento prevede anche una vera e propria esercitazione in cui si fingerà - in maniera del tutto realistica - di dover fronteggiare l'arrivo di un asteroide in rotta di collisione con la Terra.

La missione DART
Infatti, per più di vent'anni la NASA e altri partner internazionali hanno scandagliato il cielo alla ricerca dei NEO (near-Earth objects), ovvero asteroidi o comete in orbita intorno al Sole che arrivano nell'arco di 50 milioni di chilometri rispetto all'orbita terrestre, facendo della comunicazione relativa ai rischi legati a questi oggetti un punto nodale della propria azione.
Com'è noto, le esercitazioni sono spesso sfruttate nella pianificazione della gestione delle catastrofi, poiché permettono di mettere alla prova le procedure previste e apportare i miglioramenti necessari limitando i danni prima che l'evento catastrofico si verifichi. L'obiettivo, ha spiegato il referente per la difesa planetaria della NASA Lindley Johnson, è quello di rendere più efficaci le comunicazioni tra chi si occupa di difesa planetaria e chi segue la gestione delle catastrofi.
Così, allo scopo di mettere in pratica quanto teorizzato, la NASA e gli altri soggetti prenderanno parte a questa simulazione di impatto con un near-Earth-object, che è stata sviluppata dal CNEOS (NASA Jet Propulsion Laboratory's Center for NEO Studies) e fa parte anche del National Near-Earth Object Preparedness Strategy and Action Plan biennale sviluppato dalla Casa Bianca nel 2018.

Il cratere da impatto Manicouagan in Quebec, Canada, è uno dei tanti moniti che ci ricordano che la Terra è stata colpita da asteroidi in passato. Sebbene i grandi impatti siano rari, è bene essere preparati.

Quindi, in cosa consiste? Le esercitazioni non sono programmate fin nei minimi particolari: lo scopo è cercare di valutare come gli osservatori NEO, gli ufficiali delle agenzie spaziali, i referenti per le emergenze, i responsabili delle decisioni e i cittadini risponderebbero alla notizia della possibilità di un impatto e agli sviluppi successivi. L'esercitazione si protrarrà per i cinque giorni della conferenza, e i responsabili relazioneranno periodicamente ai presenti circa l'evoluzione dello scenario, sollecitando ogni giorno idee e feedback basati su dati immaginari ma realistici.
La premessa (immaginaria) è questa: il 26 marzo, gli astronomi hanno scoperto un NEO potenzialmente pericoloso per la Terra. Dopo averlo tenuto d'occhio per qualche mese, gli osservatori hanno predetto che questo oggetto - soprannominato 2019 PDC - ha una possibilità dell'1% di scontrarsi con la Terra nell'anno 2027 (tenendo conto che nella realtà la comunità internazionale ha stabilito che la soglia minima che permette di passare all'azione è proprio dell'1%).

 

I partecipanti discuteranno le possibilità relative al riconoscimento dell'asteroide e alle missioni di deflessione, oltre a pianificare le misure necessarie per mitigare gli effetti di un potenziale impatto. Finora, la NASA ha partecipato a sei esercitazioni di questo tipo, ognuna basata sulle esperienze della precedente.
Fino ad oggi, uno dei fattori principali emersi è l'importanza della comunicazione. I funzionari che gestiscono le emergenze infatti non sono focalizzati sui dettagli scientifici dell'asteroide, ma vogliono piuttosto sapere quando, dove e come arriverà, e soprattutto il tipo e l'entità del danno che ne deriverebbe. Tutte informazioni che gli scienziati della NASA cercheranno di ricavare nel modo più preciso possibile. Fortunatamente, questa volta, per finta.

Fonte

Commento di Oliviero Mannucci: Chi mi segue su questo blog, sa quante volte ho invitato gli scienziati a non sottovalutare il problema degli asteroidi che potrebbero impattare sulla Terra. La possibilità di un impatto catastrofico è meno remota di quanto si sia calcolato. I calcoli sono basati su statistiche relative agli asteroidi conosciuti, ma esistono un grande numero di asteroidi  che ancora non conosciamo, o comete, che possono arrivare dall'esterno del sistema solare all'improvviso,  e che potrebbero creare un serio problema all'esistenza umana se intersecassero l'orbita terrestre. Invece di mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi, come è stato fatto fin ora, è buono avere pronto un piano e i mezzi per fronteggiare un problema del genere che si potrebbe materializzare all'improvviso. Spesso alcuni piccoli corpi celesti di tipo asteroidale hanno sfiorato la Terra passando a poche migliaia di chilometri da essa, spesso sono stati individuati all'ultimo momento perché neanche si conoscevano. E' inutile dire che se avessero impattato con il nostro pianeta, non ci sarebbe stato il tempo di fare un bel cavolo di niente per ridurre eventuali danni a  cose e persone. Bisogna continuamente scandagliare il cielo e tenersi pronti, è statistico  prima o poi succederà ancora, ed è già successo più volte!




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