Il quarto incidente in una settimana, dovuto a un errore umano: sei
operai sono stati esposti ad acqua ad alta contaminazione presso la
centrale nucleare disastrata di Fukushima a causa del "distacco
improprio" di un tubo collegato al sistema di desalinizzazione
“Un episodio grave, ancora a causa di disattenzione", ha tuonato in
conferenza stampa Shunichi Tanaka, a capo della Nra (la Nuclear
Regulation Authority), l'agenzia sulla sicurezza nucleare in Giappone,
tornata a bacchettare il gestore Tepco, su cui il governo di Shinzo Abe
potrebbe prendere ora provvedimenti più netti, tra cui - si ragiona nel
partito Liberaldemocratico del premier - anche un'ipotesi spezzatino, di
spacchettamento delle attività.
Sei degli 11 lavoratori, impegnati nell'attività di controllo del
mattino, sono stati colpiti dall'acqua che, una volta trattata, è usata
per raffreddare i reattori danneggiati.
L'operazione riduce la radioattività di cesio e rimuove il sale prima
dello stoccaggio nei serbatoi: l'acqua rilasciata per l'incidente aveva
subito la pulizia del cesio, pur conservandone una concentrazione di
1.690 becquerel per litro. C'è voluta più di un'ora per ricollegare i
tubi, tra difficoltà impreviste.
“È difficile che ci sia stata un'esposizione interna", ha aggiunto
Tanaka, visto che tutti “indossavano maschere facciali e stivali". Il
liquido fuoriuscito, infatti, contiene anche sostanze radioattive pari a
34 milioni di becquerel per litro che emettono raggi beta (quindi
dannose al contatto diretto), tra cui lo stronzio 90, a fronte di limiti
legali sul rilascio all'esterno di 30 becquerel.
Nel pomeriggio, la Tepco ha fornito in una nota i contorni
dell'incidente e stimato la perdita in “7 tonnellate" che non hanno
raggiunto l'oceano Pacifico grazie alle barriere di contenimento. Una
precisazione, dall'esito positivo, che non ha nascosto le innumerevoli
difficoltà di gestione dell'enorme quantità di acqua tossica che il sito
continua a produrre.
L'incidente è maturato dopo che la Nra ha ordinato venerdì alla Tepco
di migliorare la sicurezza dei processi gestionali a seguito di una
serie errori, spesso grossolani.
La scorsa settimana, l'utility ha spiegato che 430 litri di acqua
radioattiva erano fuoriuscite e filtrate in parte nell'oceano perché i
tecnici al lavoro hanno cercato di iniettare più acqua in un serbatoio
pressoché pieno e costruito su un leggero pendio. Poco prima, altre 5
tonnellate di acqua piovana contaminata erano uscite da un'altra
cisterna perché un operaio aveva erroneamente collegato un tubo di
scarico.
Lunedì, infine, uno degli impianti di alimentazione elettrica di
raffreddamento dei reattori è stato inavvertitamente disattivato,
facendo entrare in funzione quelli di emergenza. La Nra ha riferito in
giornata di non aver trovato aumenti delle radiazioni nel mare vicino
alla centrale, mentre una missione dell'Agenzia internazionale per
l'energia atomica (Aiea) sarà in Giappone il 14 ottobre per una
settimana di ispezioni proprio alla centrale di Fukushima.
Autore: Antonio Fatiguso / Fonte: ansa.it
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