Queste andranno ad aggiungersi alla sperimentazione di produzione delle zucchine,
avvenuta in passato, grazie all’iniziativa dell’astronauta Don Pettit,
il quale ha affidato al proprio blog il racconto di questa curiosa
vicenda. Tra non molto i kit arriveranno nella stazione
spaziale, e solo allora potrà iniziare una nuova indagine: le piante
dovranno svilupparsi in totale assenza di gravità. Per il loro sviluppo
occorrerebbero circa ventotto giorni.
Una volta cresciute queste prime
piantine non potranno però essere consumate dai loro coltivatori, la
Nasa infatti ne ha disposto l’invio sulla Terra, previo congelamento,
affinché possano essere sottoposto a precisi esami. Dietro questa
decisione c’è la volontà di verificare se queste verdure possano essere
consumate dagli astronauti. Se il tutto dovesse avere successo, gli
astronauti potrebbero coltivare essi stessi l’insalata che andrebbero
poi a consumare nei loro pasti nello spazio. Questo
avrebbe dei grossi vantaggi non soltanto a livello economico per la
Nasa, ma contribuirebbe anche a rendere variegata la dieta dei
professionisti, che sono costretti necessariamente a fare delle rinunce.
L’orto spaziale potrebbe presto dotarsi
di aree ben più grandi e ospitare anche ulteriori colture. Tra non molto
le piantine di lattuga romana potrebbero crescere grazie all’apporto di
speciali lampade a led rosa. Insomma tra non molto sulla stazione
spaziale internazionale potrebbe sorgere un vero e proprio orto
botanico, ad uso esclusivo di chi vi lavora.
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