In un piccolo laboratorio nel Johnson Space Center gli esperimenti del
team guidato dall'ingegnere Harold White L'agenzia americana finanzia
il progetto con appena 50 mila dollari: "Comprimeremo lo spazio come
l'Enterprise"
WASHINGTON - Il vero Captain Kirk di Star Trek tesse
ogni giorno il sogno di andare laddove l'umanità non si è mai spinta,
oltre le stelle. Si chiama Harold White, fisico e specialista di
sistemi di propulsione spaziale futuri che ancora soltanto lui immagina
e che parla con la timidezza pensosa dello scienziato vero, davanti
alla sua astronave "Enterprise" che somiglia a una ruotina per
supercriceti lanciati oltre la velocità della luce. "E' possibile ",
dice, "è perfettamente possibile violare il limite di velocita
dell'Universo". Ma quando? "Fra quanche centinaio di anni".
Eppure
è nel suo laboratorio, modesto, spoglio e piccolo come un'aula
d'asilo, lavorando con gli spiccioli che scivolano dalle tasche del
bilancio Nasa come monetine tra i cuscini dei divani, appena 50 mila
dollari, che l'intuizione romanzesca del creatore di Star Trek, Gene
Roddenberry, il superamento della velocità della luce è lavoro
quotidiano.
L'idea centrale, non nuova ma finora sempre teorica,
è proprio quella che i milioni di fedeli delle serie e dei filmStar
Trek conoscono da quando il primo episodio andò in onda nel settembre
del 1966: la "warp speed", la traiettoria che viaggia sui "warp", le
curve e le pieghe dello spazio per tagliare le distanza e renderle più a
misura di una vita umana che non può essere contata in anni luce.
Il
lavoro del dottor White, che laNasa ha finalmente riconosciuto e
finanziato con quella miseria di 50 mila dollari, muove dal "Vettore di
Alcubierre" l'idea di un fisico teorico messicano, Miguel Alcubierre,
elaborata nel 1994. Visto che il limite di velocità - la velocità dei
fotoni, cioè della luce - postulato dalla relatività speciale di
Einstein non è oltrepassabile, Alcubierre ipotizzò che il solo modo per
superarlo fosse non di accelerare il moto, ma di ridurre lo spazio.
Se
il suo "motore" potesse essere costruito, lo spaziotempo davanti
all'astronave si restringerebbe, espandensi nella sua scia. Dunque la
"Enterprise" dei futuro Captain Kirk o Picard non andrebbe più veloce,
rispettando il limite di velocità imposto dal codice Einstein, ma
percorrerebbe più distanza.
Ma nessuno sa come costruire un
veicolo capace di comprimere lo spazio, ridurre il tempo e navigare tra
le rughe dell'Universo come l'ago di una sarta fra le pieghe di un
tessuto. Problemi incomprensibili a noi umani, come "energia a densità
negativa" generata da materia esotica quali le "particelle con massa
negativa", o i "barioni", o il "plasma quarkgluon ", magari prodotti
dalla "femtotechonologia" che addirittura violerebbero le leggi della
fisica conosciute avevano sempre confinato i tentativi di applicazione
pratica del "Moto di Alcubierre " sulle lavagne delle auleuniversitarie.
Entra in scena Harlod White.
Armato di un interferometro,
un'apparecchiatura circolare che serve a misurare le deviazioni nel
percorso dei fotoni, dunque della luce - il principio cruciale per il
viaggio a velocità di "warp" - White cerca di riprodurre l'evento che
segnò la nascita dell'Universo. "Sappiamo che dopo il Big Bang,
particelle furono allontane l'una dall'altra a velocità immense. Se la
natura potè farlo, perché noi non potremmo riprodurre il fenomeno?"
spiega a un intervistatore del New York Times.
Il suo laboratorio
spoglio, ma specialmente isolato, costruito con quegli avari
stanziamento resi necessari dalla estrema sensibilità
dell'interferometro che registrava gli sternuti dei vicini di stanza,
esibisce modelli e simulazioni di come potrebbe essere la astronave a
massa negativa, quella che dovrebbe creare attorno a sé una "bolla" di
energia in grado di restringere lo spazio-tempo davanti ed espanderlo
dietro, per non turbare le leggi universali.
"Non c'è
assolutamente nulla di impossibile, sul piano teorico" insiste, lui che
non è un autore di sci-fi, ma un fisico che per 20 anni ha lavorato a
sistemi di propulsione utilizzati per i lanci della Nasa."Sembra
impossibile perché non abbiamo ancora la tecnologia per fabbricarlo,
come Leonardo che aveva chiarissimo il principio del volo umano, ma non
disponeva di mezzi necessari per renderlo fattibile. Un giorno potremmo
avere gli strumenti per permettere a E. T. di andare e tornare".
L'ipotesi
di Alcubierre, piegare la natura stessa dell'Universo alla microscopia
misura del tempo umano, potrebbe essere praticabile, ma la forza di
gravità irresistibile, lo spazio che non si piega non sta oltre la
Galassia, ma ad appena due ore di volo dal suo Space Center a Houston.
Sta
a Washington, dentro le aule del Congresso che nella Nasa ha da tempo
perso la fede e ogni anno, puntualmente, sforbicia i fondi di ricerca
citando la necessità di non aumentare le tasse. Il budget per il 2014,
17 miliardi, è inferiore a quello del 2007, l'anno prima del grande
crack finanziario e la metà dei 35 miliardi (in dollari attuali)
riversati sulla "signora della stelle " per tutti gli anni '60, quelli
della corsa alla Luna alimentata dal carburante della Guerra Fredda.
Certamente
non è ancora nato, e non nascerà per secoli il comandante che guiderà
la Enterprise fra le onde dello spazio interstellare, e tra la ruota
dei criceti fotonici di White e la realtà c'è la distanza che separe gli elicotteri di Da Vinci e gli Apache della Us Army.
Ma
già sapere che si può, si potrebbe, è lecito immaginare, rende forte
una domanda: se altre creature intelligenti nell'Universo avessero
realizzato l'ipotesi di Alcubierre - che resta valida ovunque essendo
le leggi della fisica identiche per tutti i figli delle stesse -
qualcuno potrebbe avere attraversato lo spazio fino a noi.
Fonte
Commento di Oliviero Mannucci: comunque la cosa più veloce in natura non è la luce, ma la cacca. Almeno secondo Pierino. Perchè? Sentite cosa risponde alla sua maestra - La cacca è sicuramente più veloce della luce perchè quando vado in bagno non faccio in tempo ad accenderla che già me la sono fatta addosso!
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