Carla Lonardi ha 48 anni, è di Bussolengo e lavora nel suo
studio olistico di psicologia e tecniche energetiche. È sposata e ha un
figlio. Una vita normale fino a sedici mesi fa, quando è finita al
Pronto Soccorso per un malore. Da allora tutto è cambiato. «Sono
diventata contattata e contattista», spiega. Tradotto: vede e parla con
gli extraterrestri. «All'inizio mi sono spaventata, credevo di essere
impazzita», confessa. «La mia formazione di psicologa e psicoterapeuta
mi ha subito spinta a pensarlo, ma non avevo altri sintomi, la pazzia
non c'entrava. “Loro” mi hanno scelta, non so il motivo. Non è stato
facile neppure per me credere che fosse vero, prima, e uscire allo
scoperto, poi, come mi hanno chiesto di fare». Tutto è iniziato il 6
febbraio 2012. «Quel giorno mi sono sentita male», ricorda. «Sono stata
portata al Pronto Soccorso di Bussolengo e da lì trasferita a Peschiera.
Mi hanno raccontato che ogni tanto parlavo, ma non rispondevo alle
domande ed ero rallentata nei movimenti. Per due ore sono rimasta in
stato di semi incoscienza. Sembrava un'ischemia cerebrale transitoria»,
racconta, «di cui però non è rimasta traccia né nella prima, né nella
seconda tac». Mentre medici e infermieri la soccorrevano, lei ha
iniziato a vedere altro. «Mi sono sentita trascinare in uno spazio
luminoso. Pensavo “Sto morendo, non potrò più vedere la mia famiglia”.
Giravo vorticosamente. Poi improvvisamente sono finita in una stanza
bianca dove c'erano degli uomini altissimi, penso sui due metri e mezzo.
Uno, quello che poi ho continuato a vedere aveva un viso felino, occhi
molto grandi, bocca sottile, capelli bianchi lunghi. Diceva di arrivare
dal pianeta Lira. Gli altri due erano diversi, siriani dicevano. Avevano
sempre gli occhi grandi, ma la testa più allungato, il viso olivastro e
i capelli più scuri. Io ero terrorizzata. Mi dicevano di non agitarmi,
che erano venuti in pace. Non muovevano la bocca, sentivo la voce a
livello telepatico. Mi hanno spiegato che questo incontro era stato
organizzato da tempo, che non dovevo temere nulla e avrebbero chiesto la
mia collaborazione in futuro», racconta. «Ma io continuavo ad essere
spaventata. Avevo paura di non poter più tornare indietro, di morire».
Due ore dopo il malore, invece, si è ripresa. «Ho riconosciuto chi mi
stava attorno e ho pensato che quello che avevo visto fosse stato uno
“scherzo” della mia mente sotto stress. Ne ho anche parlato con mio
marito e ne abbiamo riso insieme». Per poco, però. Dieci giorni dopo,
mentre era in convalescenza e stava leggendo tranquilla un libro sul
divano è successo di nuovo. «Era mattina ed è arrivata “la voce”»,
racconta. «“Sono Elatron” ha detto e ho ricordato che quel nome l'aveva
già pronunciato la prima volta. Era l'uomo alto con i capelli bianchi. È
stato un contatto veloce, perché mi sono agitata, ho pensato di star
male un'altra volta. Lui continuava a ripetere “Stai tranquilla, non
agitarti, documentati”». Così ha fatto. «Dopo aver riflettuto a lungo
ho deciso di parlare con un amico naturopata che mi ha fatto incontrare
Pier Giorgio Caria, esperto ufologo, apparso spesso su Rai Due a
“Vojager”, che doveva passare da Verona proprio in quei giorni», ricorda
Carla Lonardi. «Prima non mi ero mai interessata di ufo, ho sempre
avuto un occhio di riguardo per il mondo spirituale, ma non avevo mai
approfondito quest'altra realtà che mi si è spalancata davanti
all'improvviso». Ciò che colpisce è il modo disarmante con cui racconta i
«contatti». In lei sembra non esserci alcuna voglia di apparire (non
voleva neppure farsi fotografare) e la più sorpresa per ciò che starebbe
avvenendo sembra proprio lei. «Non so perché è accaduto a me», afferma,
aggiungendo che gli incontri con Elatron proseguono in media una volta
alla settimana. «Durano da due a dieci minuti, poi lui si
smaterializza», racconta. «Prima di vederlo avverto mentalmente che sta
arrivando, poi sento un ronzio metallico». Mai provato a toccargli una
mano, un braccio?, chiediamo. «C'è come una barriera che lo impedisce»,
risponde. «Al massimo arrivo a venti centimetri, non oltre. Credo però
che l'immagine che mi appare sia un ologramma. Un giorno gli ho chiesto
di farsi vedere “dal vivo”. Lui ha risposto: “Vedremo”. Ma quando,
qualche notte dopo, ho sentito il ronzio e ho visto che si
materializzava mi è venuta la tachicardia e mi sembrava di svenire. Così
si è fermato. Mi ha detto che per ora non sono pronta». Ma dove si
manifesta? «A casa», risponde. «Quando sento che arriva mi sposto dove
posso stare sola. Mio marito e mio figlio non hanno mai assistito, ma mi
incoraggiano a continuare questa esperienza». Com'è vestito?,
chiediamo. «Indossa una tuta simile alle nostre da sci azzurra-argento
con una fascia dorata in vita», risponde. «Gli occhi sono chiarissimi,
un po' freddi anche se il suo modo di parlare è affabile. Ha uno sguardo
che incute un rispetto reverenziale. Quando appare è una bellissima
emozione, sento amore, uno stato di benessere. Mi ha chiesto se ero
disposta a collaborare a un progetto che coinvolge altri terrestri, se
potevo divulgare questa realtà. Gli ho risposto che ero preoccupata per
le implicazioni che avrebbe comportato e lui ha detto che dovevo fare
una scelta, che i detrattori ci sono sempre». Ora lei tiene conferenze
per far conoscere il loro messaggio, anzi i loro messaggi (vedi
articiolo a fianco). «In questo periodo c'è un movimento intenso di
astronavi», conclude. «Per questo molti veronesi, di recente, hanno
visto strani oggetti nel cielo. Ed entro l'estate Elatron mi ha
annunciato che ci sarà un altro bell'avvistamento».
Chiara Tajoli
Fonte
Chiara Tajoli
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