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Sunday, July 28, 2013

«Sulle astronavi ci sono esseri con cui parlo da sedici mesi»

IL PERSONAGGIO. Psicologa, vive a Bussolengo: dice di essere stata contattata dagli extraterrestri dopo un malore. Carla Lonardi:«Il mio contatto  viene da Lira. È altissimo e ha  gli occhi grandi: le prime volte che l'ho visto ero terrorizzata»


Carla Lonardi ha 48 anni, è di Bussolengo e lavora nel suo studio olistico di psicologia e tecniche energetiche. È sposata e ha un figlio. Una vita normale fino a sedici mesi fa, quando è finita al Pronto Soccorso per un malore.  Da allora tutto è cambiato. «Sono diventata contattata e contattista», spiega.  Tradotto: vede e parla con gli extraterrestri. «All'inizio mi sono spaventata, credevo di essere impazzita», confessa. «La mia formazione di psicologa e psicoterapeuta mi ha subito spinta a pensarlo, ma non avevo altri sintomi, la pazzia non c'entrava. “Loro” mi hanno scelta, non so il motivo. Non è stato facile neppure per me credere che fosse vero, prima, e uscire allo scoperto, poi, come mi hanno chiesto di fare». Tutto è iniziato il 6 febbraio 2012. «Quel giorno mi sono sentita male», ricorda. «Sono stata portata al Pronto Soccorso di Bussolengo e da lì trasferita a Peschiera. Mi hanno raccontato che ogni tanto parlavo, ma non rispondevo alle domande ed ero rallentata nei movimenti. Per due ore sono rimasta in stato di semi incoscienza. Sembrava un'ischemia cerebrale transitoria», racconta, «di cui però non è rimasta traccia né nella prima, né nella seconda tac». Mentre medici e infermieri la soccorrevano, lei ha iniziato a vedere altro. «Mi sono sentita trascinare in uno spazio luminoso. Pensavo “Sto morendo, non potrò più vedere la mia famiglia”. Giravo vorticosamente. Poi improvvisamente sono finita in una stanza bianca dove c'erano degli uomini altissimi, penso sui due metri e mezzo. Uno, quello che poi ho continuato a vedere aveva un viso felino, occhi molto grandi, bocca sottile, capelli bianchi lunghi. Diceva di arrivare dal pianeta Lira. Gli altri due erano diversi, siriani dicevano. Avevano sempre gli occhi grandi, ma la testa più allungato, il viso olivastro e i capelli più scuri. Io ero terrorizzata. Mi dicevano di non agitarmi, che erano venuti in pace. Non muovevano la bocca, sentivo la voce a livello telepatico. Mi hanno spiegato che questo incontro era stato organizzato da tempo, che non dovevo temere nulla e avrebbero chiesto la mia collaborazione in futuro», racconta. «Ma io continuavo ad essere spaventata. Avevo paura di non poter più tornare indietro, di morire».  Due ore dopo il malore, invece, si è ripresa. «Ho riconosciuto chi mi stava attorno e ho pensato che quello che avevo visto fosse stato uno “scherzo” della mia mente sotto stress. Ne ho anche parlato con mio marito e ne abbiamo riso insieme».   Per poco, però. Dieci giorni dopo, mentre era in convalescenza e stava leggendo tranquilla un libro sul divano è successo di nuovo. «Era mattina ed è arrivata “la voce”», racconta. «“Sono Elatron” ha detto e ho ricordato che quel nome l'aveva già pronunciato la prima volta. Era l'uomo alto con i capelli bianchi. È stato un contatto veloce, perché mi sono agitata, ho pensato di star male un'altra volta. Lui continuava a ripetere “Stai tranquilla, non agitarti, documentati”».  Così ha fatto. «Dopo aver riflettuto a lungo ho deciso di parlare con un amico naturopata che mi ha fatto incontrare Pier Giorgio Caria, esperto ufologo, apparso spesso su Rai Due a “Vojager”, che doveva passare da Verona proprio in quei giorni», ricorda Carla Lonardi. «Prima non mi ero mai interessata di ufo, ho sempre avuto un occhio di riguardo per il mondo spirituale, ma non avevo mai approfondito quest'altra realtà che mi si è spalancata davanti all'improvviso». Ciò che colpisce è il modo disarmante con cui racconta i «contatti». In lei sembra non esserci alcuna voglia di apparire (non voleva neppure farsi fotografare) e la più sorpresa per ciò che starebbe avvenendo sembra proprio lei. «Non so perché è accaduto a me», afferma, aggiungendo che gli incontri con Elatron proseguono in media una volta alla settimana. «Durano da due a dieci minuti, poi lui si smaterializza», racconta. «Prima di vederlo avverto mentalmente che sta arrivando, poi sento un ronzio metallico». Mai provato a toccargli una mano, un braccio?, chiediamo. «C'è come una barriera che lo impedisce», risponde. «Al massimo arrivo a venti centimetri, non oltre. Credo però che l'immagine che mi appare sia un ologramma. Un giorno gli ho chiesto di farsi vedere “dal vivo”. Lui ha risposto: “Vedremo”. Ma quando, qualche notte dopo, ho sentito il ronzio e ho visto che si materializzava mi è venuta la tachicardia e mi sembrava di svenire. Così si è fermato. Mi ha detto che per ora non sono pronta». Ma dove si manifesta? «A casa», risponde. «Quando sento che arriva mi sposto dove posso stare sola. Mio marito e mio figlio non hanno mai assistito, ma mi incoraggiano a continuare questa esperienza». Com'è vestito?, chiediamo. «Indossa una tuta simile alle nostre da sci azzurra-argento con una fascia dorata in vita», risponde. «Gli occhi sono chiarissimi, un po' freddi anche se il suo modo di parlare è affabile. Ha uno sguardo che incute un rispetto reverenziale. Quando appare è una bellissima emozione, sento amore, uno stato di benessere. Mi ha chiesto se ero disposta a collaborare a un progetto che coinvolge altri terrestri, se potevo divulgare questa realtà. Gli ho risposto che ero preoccupata per le implicazioni che avrebbe comportato e lui ha detto che dovevo fare una scelta, che i detrattori ci sono sempre».  Ora lei tiene conferenze per far conoscere il loro messaggio, anzi i loro messaggi (vedi articiolo a fianco). «In questo periodo c'è un movimento intenso di astronavi», conclude. «Per questo molti veronesi, di recente, hanno visto strani oggetti nel cielo. Ed entro l'estate Elatron mi ha annunciato che ci sarà un altro bell'avvistamento».

Chiara Tajoli

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