La scoperta è stata effettuata da un
team di ricercatori francesi e mette in dubbio le conoscenze di
microbiologia finora acquisite.
-Redazione-22 luglio 2013-E
se non fosse necessario alzare lo sguardo per trovare esseri “alieni”?
Se fossero da sempre stati presenti qui, sulla Terra? Non come esseri lucertola
mascherati da umani e neanche come simil-uomini dotati di super-forza,
volo e vista a raggi x, ma semplicemente come esseri che non possono
essere ricondotti a nessuna linea evolutiva esistente e – finora –
conosciuta in natura. Se così fosse non sarebbe, questa, forse una
scoperta esaltante? Non sarebbe un po' come scoprire di non sapere, di
non conoscere, di non avere capito nulla, di avere la vista di un aquila
ma essere immersi in un mare di nebbia tanto fitta da essere
inevitabilmente, inesorabilmente, ciechi?
È uno studio pubblicato su Science a suggerirlo. La pubblicazione riporta la scoperta di due virus giganti, i quali parrebbero appartenere a un nuovo genere rappresentante un quarto dominio della vita oltre ai tre finora considerati.
Questi esseri sono stati definiti Pandoravirus e misurano circa un micron, un millesimo di millimetro, contro i 50/100 nanometri dei virus “normali” – il nanometro è, a sua volta, un millesimo di micron.
Ma non sono solo le spropositate dimensioni a rendere così incredibili questi “piccoli” esseri, bensì il loro Dna; il loro corredo genetico è costituito infatti da ben 2mila e cinquecento geni. Un numero che fa venire i brividi se si considera che il numero medio di geni presenti nel Dna di un virus “ordinario” arriva ad appena 10.
Questi esseri viventi “alternativi” sono stati identificati nelle acque del fiume Tunquen, in Cile, e sul fondo di una pozza d'acqua dolce nei pressi di Melbourne, in Australia, da un gruppo di ricercatori francesi guidato da Nadège Philippe dell'Aix-Marseille Université.
Il team non ha effettuato la scoperta per caso, ma grazie ad una mirata
analisi delle acque prese in considerazione. L'esistenza di virus
giganti, infatti, era già stata ipotizzata dopo che una decina di anni
fa era stato scoperto il genere dei “Mimivirus”. “Abbiamo
cominciato a interrogarci a fondo sui limiti della nostra definizione di
virus e a percorrere strade insolite alla ricerca di nuove specie” ha
raccontato Jean-Michel Claverie, microbiologo all'Università di Aix-Marseille. Ma in questo caso si è andati oltre: il 93% dei 2500 geni che compongono il corredo genetico di questi mega-virus non può essere in alcun modo ricondotto a nessuna linea evolutiva conosciuta. Sono completamente diversi dal novero degli esseri viventi conosciuti.
Sono alieni.
No comments:
Post a Comment
Note: Only a member of this blog may post a comment.