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Sunday, November 3, 2013

Allarme Goce in caduta verso la Terra. Il comunicato della protezione civile

Per GOCE (Gravity field and steady-state Ocean Circulation Explorer), giunto al termine del suo lavoro, è arrivato il momento del rientro. Lanciato nel marzo 2009 dalla base russa di Plesetsk, il satellite dell’ESA ha avuto il compito di produrre una mappa ad alta precisione e risoluzione del geoide terrestre, misurando la forza di gravità e le circolazioni oceaniche

Proprio per questo particolare obiettivo, GOCE era stato collocato ad un’orbita molto bassa (circa 224 km) rispetto ad altri satelliti di ricerca.

Lo scorso 21 ottobre la missione ha avuto termine con il completo esaurimento del suo propellente. L’ESA prevede di poter acquisire ancora dei dati da GOCE fino a quando i sistemi di bordo smetteranno di funzionare per le avverse condizioni ambientali presenti a bassa quota.

La maggior parte del satellite, il cui attuale peso è di 1002 kg, secondo le previsioni dell’ESA si disintegrerà nell’atmosfera e solo alcune piccole parti potrebbero raggiungere la superficie della Terra.



"In questo momento il satellite sta scendendo gradualmente ed è costantemente monitorato - dichiara l'ing. Claudio Portelli, responsabile del settore in ASI - anche se va detto che si ritiene sia stata in questo caso superata la soglia di tolleranza di 1/10.000 per quanto riguarda la probabilità di rischio a cose o persone".

Dal 21 ottobre 2013 la discesa di GOCE è infatti monitorata dall’Inter-Agency Space Debris Coordination Committee (IADC) e dallo Space Debris Office dell’ESA.



In base alle attuali previsioni, il satellite dovrebbe rientrare in un arco di tempo compreso tra il 3 e il 9 novembre 2013, ma non è ancora possibile delineare una traiettoria che potrà essere tracciata in maniera attendibile solo da 24 a 36 ore prima del rientro.

La caduta di eventuali frammenti potrebbe verificarsi in un’area compresa tra -90°S e +90°N di latitudine nord e sud.

CLICCA QUI' per monitorare la TRAIETTORIA di GOCE

GOCE aveva portato con sé nello spazio molto tricolore. Infatti, il contributo italiano alla missione è stato di grande rilievo. Thales Alenia Space è stata il prime contractor del satellite, che è stato integrato a Torino, mentre l’ASI ha finanziato il progetto GOCE-ITALY (svolto dai gruppi di ricerca del Politecnico di Milano, Università di Milano, Università di Padova, Università di Trieste, Istituto di Oceanografia e Geofisica Sperimentale di Trieste, ALTEC e Galileian Plus) che prevede l’utilizzo da parte degli scienziati italiani dei prodotti della missione. [fonte: ASI]

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