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Friday, November 23, 2012

Europa e Nasa insieme per l'astronave che sbarcherà sugli asteroidi



Giovanni Caprara
  Il progetto della Orion (Nasa) Il progetto della Orion (Nasa)

NAPOLI – L’Esa (l'ente spaziale europeo) costruirà assieme alla Nasa l’astronave Orion che servirà agli astronauti per ritornare sulla Luna e iniziare l’esplorazione degli asteroidi. La decisione è uscita dal Consiglio dei ministri della ricerca dei venti Paesi europei che ogni tre anni, in media, si riunisce per scegliere le strade su cui lavorare.
INVESTIMENTI - «E quest’anno proprio partendo dalle condizioni di crisi», ha ricordato Jean-Jacques Dordain, direttore generale dell’Esa, «si è deciso di investire 10 miliardi di euro per i prossimi 3-4 anni al fine di aiutare la ripresa su un fronte tecnologico d’avanguardia». Tra i progetti c’è per la prima volta l’impegno su un veicolo per il volo umano finora rimasto escluso dalle iniziative europee. Questo accadrà appunto sviluppando il modulo di servizio della capsula Orion-Mpcv che la Nasa sta costruendo per andare oltre l’orbita della Stazione spaziale internazionale (la Iss sarà collegata da capsule private) con tre mete: ritornare sul nostro satellite naturale, sbarcare su un asteroide e con evoluzioni future proiettarsi anche verso Marte.
IL PIANO - Il piano è stato approvato come contropartita alle spese del mantenimento della Iss che l’Esa deve versare e che sarà mantenuta almeno fino al 2020. Quindi tutti i Paesi che hanno condiviso la partecipazione alla Stazione spaziale ora saranno partner di Orion. «L’Italia», precisa Enrico Saggese, presidente dell’Asi (Agenzia spaziale italiana), «parteciperà con un investimento di 45 milioni equivalente al 10 per cento, realizzando il sistema termo-meccanico del modulo. Così si raccoglierà la preziosa eredità accumulata con la partecipazione al modulo di servizio automatico Atv dell’Esa per i rifornimenti della Iss il quale non sarà più costruito una volta esaurite le missioni in programma».
MINI-SHUTTLE - Sulla frontiera del volo spaziale è stato dato il via (5 milioni di euro) al progetto Pride proposto dall’Italia per studiare un veicolo senza pilota, una sorta di mini-shuttle automatico. Lanciato con un vettore Vega e dotato di capacità di manovra, servirà a indagare i problemi del rientro dal cosmo da risolvere per futuri veicoli abitati capaci di atterrare su una pista d’aeroporto. «Nel piano entreranno anche i giapponesi», nota Saggese.
RAZZI - Importanti novità inoltre sono emerse dalle decisioni dei ministri per i futuri lanciatori di satelliti europei. Intanto si è approvata una versione (ME) più potente dell’attuale Ariane-5 con un secondo stadio a propellenti liquidi capace di riaccendersi nello spazio e preparato dai tedeschi. La sua costruzione dovrà essere concepita in modo da servire come secondo stadio anche del nuovo Ariane-6, al quale pure si è dato il via come progetto da precisare entro il 2014 quando ne sarà approvata la realizzazione. Il primo stadio di Ariane-6, invece, sarebbe a propellenti solidi e di produzione soprattutto francese. Ma qui si inserirà l’Italia.
VEGA - I ministri hanno finanziato il potenziamento del vettore Vega sviluppato per il 60% in Italia da Avio. Questo significa che si produrrà un nuovo primo stadio più capace che dovrebbe servire poi come possibile componente del gruppo dei razzi anche del primo stadio di Ariane-6.
SATELLITI - Guardando ad altre necessità, i ministri hanno approvato pure la fabbricazione di una nuova generazione di satelliti meteorologici Metop che saranno gestiti da Eumetsat e con i quali effettuare previsioni più accurate e a lungo termine. Ulteriori risorse sono state anche destinate alle telecomunicazioni, alla navigazione e naturalmente alla scienza, che è un impegno fisso per i Paesi dell’Esa e alla quale sono andati 5 miliardi di euro.
ALTRE MISSIONI - La missione marziana Exomars di due sonde per il 2016 e 2018 è stata garantita confermando l’appoggio da parte russa e si continueranno a sostenere le indagini sulla ricognizione degli asteroidi più rischiosi per la Terra con l’obiettivo di poter intervenire con spedizioni specifiche. In parallelo continua il piano più generale di sorveglianza dello spazio circumterrestre con strumenti ottici e radar da sviluppare, proprio per tenere sotto controllo sia le minacce naturali sia quelle artificiali come la caduta di satelliti o frammenti pericolosi sia per i veicoli spaziali attivi in orbita sia per la stazione spaziale. «L’Italia vede nello spazio una priorità per aiutare l’Europa a uscire dalla crisi», ha sottolineato il ministro Francesco Profumo, «e partecipa agli investimenti con 675 milioni di euro per i programmi facoltativi (come Ariane-6) e 500 milioni per i progetti scientifici obbligatori; un livello di impegno approvato dal governo».



Fonte Corriere

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