Il Muos, il mega sistema satellitare che la Marina militare Usa vuole installare in Sicilia, "va
costruito". Non ci sono molti dubbi sulle intenzioni del governo
americano e di quello italiano, a sentire le dichiarazioni rilasciate
dal Ministro della Difesa Giampaolo Di Paola subito
dopo il suo incontro con il segretario della Difesa Usa Leon Panetta.
"Il Muos - ha detto Di Paola - è un asset strategico per l'Alleanza
Atlantica, non solo per gli Stati Uniti. E' una presenza importante che
va portata avanti".
Peccato che nei giorni scorsi il governatore siciliano Rosario Crocetta abbia disposto lo stop ai lavori per l'opera: un'opera che gli abitanti di Niscemi, in provincia di Caltanissetta, proprio non vogliono. Al punto che il comune siciliano (dove da due mesi sono in corso presidi permanenti in segno di protesta) rischia di somigliare a una Comiso del nuovo millennio,
con i manifestanti che allora protestavano contro i missili Cruise
della Guerra Fredda, oggi contro il sistema satellitare con cui
l'America vorrebbe far entrare l'intelligence in una nuova era.
Gli americani, infatti, non hanno la minima intenzione di lasciar
perdere. Per una ragione molto semplice: l'antenna è, nei piani della
Casa Bianca, uno strumento fondamentale nella lotta al terrorismo. E
considerando l'intenzione di Obama di spostare sempre di più la tutela
della sicurezza dalle operazioni militari all'intelligence, si capisce
come, su questo punto, sarà difficile una marcia indietro.
"Il Muos si farà". L'installazione
del sistema - ha detto Di Paola - "dovrà avvenire salvaguardando la
sicurezza e la salute della popolazione". Come non è dato sapere, almeno
per ora. Certo è che la visita di Panetta in Italia, vista dalla
Sicilia, assume i toni di un imperativo: gli Stati Uniti vogliono la
mega antenna e l'opera s'ha da fare. Poco importa se non ci sono ancora
certezze per la salute dei cittadini (anche a causa del rigidissimo
segreto militare), e poco importa se nel cantiere sia coinvolta la
Calcestruzzi Piazza, una società - come riportato da Re Le Inchieste - su cui pesa l'ombra di Casa Nostra.
I lavori per la costruzione del Muos sono iniziati da oltre quattro mesi, da quando la Regione ha dato il via libera ai lavori, bypassando il parere negativo espresso dal Comune che dal 2009 si oppone al progetto. Soltanto a metà settembre, però, la Marina Usa ha deciso - pur non essendone obbligata e su sollecitazione della Regione - di seguire almeno formalmente la prassi italiana. E con i basamenti in calcestruzzo già realizzati, la Us Navy ha aderito al protocollo di legalità, fornendo alla Prefettura l'elenco delle ditte che lavorano al Muos. Tra queste l'impresa di Piazza. E per quest'ultima, secondo quanto è in grado di rivelare l'Espresso, gli investigatori avrebbero espresso parere negativo sulla concessione del certificato antimafia.
Il programma è di primaria importanza per il Pentagono:
voluto dall'amministrazione Bush e portato avanti da Obama, il sistema
prevede quattro satelliti che avranno il compito di connettere tutte le
unità militari americane sparse per il pianeta. L'antenna di Nascemi
dovrà essere uno dei pilastri fondamentali di questo sistema.
"Grazie all'Italia per F-35". Oltre
al Muos, c'è anche la questione degli F-35. "Voglio ringraziare
l'Italia per la partecipazione al Joint Strike Fighter (il programma per
la realizzazione dei nuovi cacciabombardieri, ndr)", ha detto Panetta.
"E voglio farvi sapere - ha aggiunto - che siamo pienamente impegnati
per lo sviluppo di questo importantissimo programma". Panetta ha quindi
detto che nel corso del faccia a faccia con Di Paola si "è anche
analizzato come rafforzare la cooperazione" tra Stati Uniti e Italia nel
settore degli armamenti, mentre il ministro Di Paola per parte sua ha
detto che nel settore industriale della difesa tra i due paesi c'è "un
rapporto molto stretto che continuerà in futuro".
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