Sembra che i Nexus One abbiano ancora qualcosa da offrire dopo molti anni dal loro lancio sul mercato.
Il primo smartphone Google Experience infatti è stato utilizzato dalla NASA
per andare a comporre un satellite sperimentale, il quale ha lo scopo
di capire se con dei prodotti consumer sia possibile progettare
satelliti con un costo di produzione nettamente inferiore rispetto a
soluzioni proprietarie.
Fa piacere comunque constatare che la
scelta dell’agenzia spaziale americana sia ricaduta sui Nexus One,
device che possono vantare una struttura molto robusta e delle
dimensioni ridotte.
Il piccolo satellite a forma di cubo
avrà il compito di raccogliere dati per due settimane, per dare il via
poi in futuro a progetti di questo tipo analoghi ma più comuni, che
utilizzeranno in maniera massiccia l’hardware degli smartphone
anche per catturare fotografie dall’orbita geostazionaria.
Si stima che questo tipo di satellite,
composto da un cubo, una batteria al litio molto capiente e da tre
smartphone, abbia un costo di produzione di soli 3.500 – 7000 dollari,
abbattendo drasticamente gli investimenti necessari per questo tipo di
apparecchiature.
Naturalmente tali satelliti per ora hanno una funzione limitata rispetto a soluzioni più complesse.
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