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Monday, April 29, 2013

«I governi di Slovenia e Croazia divulghino lo studio francese sulla sismicità dell'area di Krško»

  • CRONACA A chiederlo in una nota congiunta inviata ai ministeri di Lubiana e Zagabria, Wwf e Legambiente
  • 29.4.2013 | 12.48 - «I governi di Slovenia e Croazia divulghino lo studio dell’Istituto francese sulla sicurezza nucleare, che ha evidenziato un elevato rischio sismico nella zona di Krško». Questo l'appello lanciato da Wwf e Legambiente in una nota diramata ai ministeri di Lubiana e Zagabria. La centrale nucleare di Krško - va ricordato - è di proprietà al 50% di entrambi i paesi. Il 4 aprile scorso avevamo pubblicato un lungo articolo proprio in merito alla questione. I rilievi condotti dall'Istituto francese imporrebbero di fatto non solo lo stop immediato del progetto per il raddoppio della centrale, ma pure una riflessione più profonda

    Il piano per il raddoppio di Krško aveva inizialmente sollevato l'entusiasmo dell’ex presidente del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, che aveva avanzato la possibilità di un intervento economico concreto della Regione a sostegno di tale impresa. Una proposta sostenuta anche dagli industriali regionali e dallo stesso ministro degli esteri del Governo Prodi, Massimo D’Alema. Proprio quest'ultimo, nel corso di una visita a Lubiana nel 2007, aveva prospettato un accordo analogo. 

    «Lo studio francese - sostengono unitamente Wwf e Legambiente - può rivelarsi decisivo, perché le sue conclusioni – secondo quanto riportato dalla stampa – sarebbero del tutto negative rispetto all’ipotizzata costruzione della seconda centrale nucleare». Piccolo neo, il "dossier" è stato secretato dalla società che lo aveva commissionato. «Di qui la richiesta delle due associazioni ambientaliste, affinché venga invece divulgato integralmente e su di esso si apra un dibattito aperto a tutto il mondo scientifico»

    «È inaccettabile – commentano i presidenti regionali di WWF e Legambiente, Roberto Pizzutti ed Elia Mioni – che un documento di tale importanza non venga messo a disposizione di tutti gli interessati. Tra i quali interessati ci sono ovviamente anche i cittadini del Friuli Venezia Giulia (Trieste dista 139 km in linea d’aria da Krško, Gorizia 146). Un elementare principio di trasparenza impone che lo studio sia divulgato, tradotto nelle lingue dei Paesi potenzialmente coinvolti da un incidente nella centrale, affinché su di esso si esprimano quanti hanno le competenze e l’interesse a farlo»

    Le conclusioni sulla sismicità di Krško non possono non riguardare anche l’esistente centrale nucleare (che il Piano Energetico sloveno vorrebbe mantenere in funzione fino al 2043) e far riflettere sulla sua immediata dismissione. «WWF e Legambiente chiedono che anche il ministero dell’ambiente italiano e la Regione Friuli Venezia Giulia si attivino verso le istituzioni slovene e croate, affinché lo studio francese sia reso pubblico». 

    «Finché c’era Tondo a governare la Regione – concludono Pizzutti e Mioni – non c’era da farsi illusioni, e infatti nelle sue osservazioni sul Piano Energetico sloveno la Regione aveva accuratamente evitato di parlare della centrale nucleare. Ora invece confidiamo in un atteggiamento molto diverso, poiché ricordiamo Debora Serracchiani impegnata per il SI al referendum sul nucleare del giugno 2011».


    Daniela Mosetti

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