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Friday, April 26, 2013

La sonda della NASA Cassini è riuscita a catturare una serie di immagini che dimostrano gli scontri di piccole meteore con gli anelli di Saturno

Tracce di impatti di meteore sugli anelli di Saturno by NASA Cassini

Le foto, uniche nel loro genere, rendono Saturno uno dei rari luoghi del nostro Sistema Solare, a parte la Terra, la Luna e a Giove, in cui gli astronomi sono stati in grado di osservare direttamente questi eventi. Il mosaico in apertura è composto da cinque immagini scattate dalla sonda della NASA Cassini tra il 2009 e il 2012 e mostra l'evidenza delle nuvole di materiale espulso a seguito di piccoli impatti negli anelli. Da sinistra in alto: due inquadrature dell'anello A, anello C, anello B e di nuovo l'anello C.
Il nostro Sistema Solare è pieno di questi piccoli oggetti che viaggiano a velocità notevoli e spesso collidono con altri corpi: quelli che colpiscono Saturno possono avere dimensioni da un centimetro a diversi metri. Gli scienziati hanno impiegato molti anni per distinguere le loro tracce tra le immagini e i dati a disposizione.
Gli anelli di Saturno spesso permettono di rilevare i fenomeni che avvengono nel sistema circostante: le loro caratteristiche infatti, riescono a mettere in evidenza eventi che altrimenti passerebbero inosservati. Ad esempio, un'increspatura sottile ma estesa per 19 mila chilometri racconta un impatto molto grande con un meteorite nel 1983.
"Questi nuovi risultati implicano un tasso giornaliero di impatto per le piccole particelle su Saturno analogo a quello a quello della Terra - due posti molto diversi del nostro Sistema Solare - e questo è emozionante da vedere", spiega Linda Spilker della missione Cassini al NASA Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, California. "Ci sono voluti gli anelli di Saturno per rilevare l'impatto di un meteorite gigante, 100 volte la superficie della Terra e il lungo giro della Cassini nel Sistema di Saturno per affrontare la questione".
L'equinozio nell'estate 2009 è stato un momento particolarmente bello per vedere i detriti lasciati dagli impatti meteorici: l'angolo di incidenza della luce del Sole creava un controluce sugli anelli scuri evidenziando polveri ed altri materiali. "Sapevamo che questi piccoli impatti si verificano costantemente ma non sapevamo quanto frequenti fossero", sottolinea Matt Tiscareno della Cornell University di Ithaca, New York, principale autore dello studio.
Tiscareno e il suo team ritiene che, quando questi meteoriti impattano con gli anelli, si frantumano in parti più piccole e quindi più lente, che entrano in orbita intorno a Saturno. Sugli anelli questi impatti creano una sorta di nuvola di minuscole particelle che prende la velocità orbitale dell'anello e crea delle striature diagonali, via via più estese.
"Gli anelli di Saturno sono insolitamente luminosi e puliti, portando alcuni a suggerire che sono molto più giovani di Saturno", spiega Jeff Cuzzi co-autore del documento e scienziato al NASA Ames Research Center di Moffett Field, California. "Per sostenere questa importante dichiarazione, dobbiamo conoscere di più sul materiale esterno che bombarda gli anelli e questa prima analisi contribuisce in parte a dare una risposta". I dettagli dello studio sono apparsi sul numero di ieri, 25 aprile, della rivista Science.

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