Chi di noi non ha mai sperimentato,
almeno una volta, il curioso fenomeno del déja vu, quella strana
sensazione di aver già vissuto una certa esperienza, senza ricordare il
luogo e il tempo?
Il termine déjà vu è francese e
letteralmente significa “già visto”. Si tratta di un fenomeno piuttosto
comune nell’esperienza sensoriale umana, ma ancora poco compreso. Può
capitare di trovarsi in un posto assolutamente nuovo e avere
l’impressione di esserci già stati prima.
Cosa genera questa particolare
condizione della nostra percezione? In passato, questa curiosa
sensazione è stata attribuita a tutto, dai fenomeni paranormali ai
disturbi neurologici.
Negli ultimi anni, è cresciuto
l’interesse degli scienziati per questo singolare fenomeno, facendo
emergere una serie di teorie sull’origine del déjà vu e
stabilendo che non si tratta semplicemente di un problema tecnico nel
sistema mnemonico del nostro cervello, ma di qualcosa di più profondo.
Gli psicologi hanno suggerito che il
déjà vu potrebbe verificarsi quando gli aspetti emotivi e cognitivi di
una certa situazione, sono simili a quelli di episodi già vissuti in
precedenza. Tutte le informazioni accumulate nel corso della nostra
esistenza, potrebbero generare quella particolare sensazione di
familiarità tipica del déjà vu.
C’è anche chi si è spinto in spiegazioni
alternative molto più esotiche, come associare il déjà vu a certe
capacità profetiche, oppure al ricordo di una vita precedente o alla
chiaroveggenza. Qualunque sia la spiegazione, il déjà vu è certamente un
fenomeno universale che riguarda la condizione umana e, nonostante le
numerose teorie, la causa della sua origine è ancora un mistero.
Ma c’è un fisico teorico, il dott. Michio Kaku,
conosciuto dalla maggior parte delle persone per la sua attività di
divulgatore scientifico e per le sue teorie che certamente travalicano i
confini delle fisica tradizionale – che ha proposto un’interessante
connessione tra il fenomeno del déjà vu e l’esistenza degli universi paralleli.
Il dott. Kaku è impegnato da anni nello studio della Teoria delle Stringhe,
secondo la quale il tessuto fondamentale dell’Universo è costituito da
oggetti ad una dimensione, simili a stringhe o membrane, in vibrazione:
in base alla tensione e alla frequenza di vibrazione verrebbero prodotte
e sostenute le particelle elementari. Una delle conseguenze matematiche
dalla Teoria delle Stringhe è che il mondo che conosciamo non è completo.
Oltre le 4 dimensioni con cui abbiamo
familiarità – il tempo e lo spazio tridimensionale – esisterebbero altre
sei dimensioni spaziali extra, presenti in forme geometriche invisibili
in ogni singolo punto nell’universo. Queste dimensioni extra potrebbero
avere migliaia di forme possibili diverse, ognuna teoricamente
corrispondente ad un universo con le proprie leggi fisiche. Ciò che
definiamo Universi paralleli.
Secondo il dott. Kaku, la fisica quantistica afferma
che c’è la possibilità che il déjà vu sia causato dalla nostra capacità
di saltare da un universo all’altro! Per approfondire la sua teoria,
Kaku cita il lavoro del prof. Steve Weinberg, il famoso fisico teorico, vincitore del premio Nobel, che sostiene l’idea del Multiuniverso. Secondo Weinberg, esiste un numero infinito di realtà parallele che convivono con noi “nella stessa stanza”.
E’ un pò come le centinaia di onde radio
differenti che sono trasmesse intorno a noi, ogni giorno, da stazioni
lontane. In ogni istante, il nostro ufficio, la nostra casa o le nostre
auto sono avvolte da questo flusso ininterrotto di onde radio. Se
abbiamo lo strumento giusto, una semplice radiolina, abbiamo la
possibilità di ascoltare una sola frequenza alla volta, questo perchè
tutte le frequenze non sono in fase tra loro.
Ogni stazione trasmette il proprio
segnale a una frequenza diversa, con un’energia diversa. Il risultato è
che la radiolina può captare una sola frequenza alla volta. Allo stesso
modo, nel nostro universo noi siamo sintonizzati sulla frequenza che
corrisponde alla realtà fisica. Ma ci sono un numero infinito di realtà
parallele che esistono attorno a noi, “trasmesse” ad una frequenza
differente dalla nostra e con le quali noi non possiamo sintonizzarci.
Mentre la radiolina è sintonizzata per
catturare una certa frequenza e quindi una sola stazione radio alla
volta, il nostro universo è composto di “stringhe” che vibrano ad una
frequenza unica che i nostri sensi riescono a percepire. Gli universi
paralleli non sono “in fase”, cioè non vibrano alla stessa frequenza. Ma
quando sono “in fase” è teoricamente possibile “saltare da un universo a
un altro”.
Quindi, anche se incerto, potrebbe
essere possibile che quando si verifica un déjà vu, o un universo
parallelo è entrato in fase per una frazione di tempo, permettendoci di
dare una sbirciatina, oppure il “nostro ricevitore”, per una ragione
impossibile da determinare, si è sintonizzato alla giusta frequenza
permettendoci di gettare uno sguardo in una realtà parallela. Forse le
nostre esperienza di déjà vu sono una finestra aperta in un universo
parallelo.
No comments:
Post a Comment
Note: Only a member of this blog may post a comment.