Il corpo celeste dopo essere stato seguito da un astronomo dell'Arizona è
scomparso nascosto dalle nubi: i frammenti depositati sul fondo
dell’Oceano Atlantico
Il 2014, astronomicamente parlando, è iniziato in modo quantomeno insolito: il primo asteroide scoperto, poche ore dopo la mezzanotte del 1° gennaio, ha impattato la Terra il giorno seguente:
2014 AA, questo il nome dell'asteroide, è stato scoperto da Richard
Kowalski, astronomo in forze al Catalina Sky Survey in Arizona. Durante
le consuete ricerche di asteroidi potenzialmente pericolosi per il
nostro pianeta, Kowalski, utilizzando un telescopio da 1,5 metri di
diametro e camera digitale CCD, ha notato un piccolo puntino in
movimento.
Lo ha seguito per circa 70 minuti, dopodiché ha puntato il telescopio in altre zone celesti,
lasciando come al solito il successivo monitoraggio ad altri Osservatori sparsi per il mondo
(questo anche perché al momento l'asteroide non presentava particolari caratteristiche di velocità).
“Sfortunatamente per varie regioni il corpo non è stato più
seguito da nessuno, neppure da noi dell'Osservatorio di Campo dei Fiori
(che abbiamo nell'osservazione degli asteroidi un nostro punto di
forza), perché il meteo la sera del 1° gennaio era sfavorevole - dicono
dall’Osservatorio di Varese - . La vera sorpresa è arrivata il giorno
seguente, 2 gennaio, quando l'ente responsabile della catalogazione
degli asteroidi, il Minor Planet Center americano, ha emanato una
circolare nella quale calcolava che il 2014 AA aveva con tutta
probabilità impattato il nostro pianeta al largo delle coste dell'Africa
occidentale, quindi in Oceano Atlantico probabilmente nei pressi delle
isole di Capo Verde. (vedi foto sopra)
“Il corpo, delle dimensioni di circa 2-4 metri, difficilmente è sopravvissuto intero all'atmosfera
terrestre, ed i residui con ogni probabilità sono ora sul fondo
dell'Oceano - spiega Luca Buzzi, dell’osservatorio astronomico
Schiapparelli .
2014 AA è il secondo asteroide scoperto prima dell'impatto con la Terra. Il primo è stato il 2008 TC3, che il 7 ottobre 2008 è esploso sopra i cieli del Sudan.
Interessante notare che lo scopritore fu lo stesso Richard Kowalski,
con il medesimo telescopio. In quel caso i resti furono trovati, ed ora
lo scopritore ne ha un piccolo pezzettino a casa. Un bel record, non c'è
che dire”.
Fonte
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