Per fare luce sulla relazione fra l’antico obelisco di Campo Marzio e
l’altare della pace augustea, un archeo-informatico dell'Indiana
University, grazie a un software di ricostruzione della volta celeste,
ha riportato le lancette del tempo indietro di migliaia di anni.
Gli ingredienti sono quelli d’un romanzo di Dan Brown. C’è il
professore dell’università americana appassionato di antichità, ci sono
due monumenti che più famosi non si potrebbe, e c’è una relazione
misteriosa che li unisce. Una relazione intessuta dalla luce del Sole.
Ma non è un’opera di finzione, bensì una serissima ricerca scientifica,
condotta fra l’altro con strumenti sviluppati dalla Nasa, quella
presentata il 19 dicembre scorso in Vaticano, presso la Pontificia Accademia Romana di Archeologia, da Bernard Frischer,
archeo-informatico della Indiana University. “Ara Pacis e la linea
meridiana di Augusto: un test della ricostruzione Buchner mediante
simulazione al computer”, era il titolo della conferenza.
Sul palco, insieme a Frischer, uno studioso italiano, Paolo Alberi-Auber, ingegnere elettronico ed esperto di gnomonica, nonché autorità riconosciuta circa il terzo membro dell’equazione, dopo appunto l’Ara Pacis e la linea meridiana di Augusto: quell’antico blocco di granito alto oltre 21 metri oggi noto come obelisco di Montecitorio.
«L’obelisco di Montecitorio, quello che tutti siamo abituati a vedere
la sera in televisione quando vengono trasmesse le notizie politiche, al
tempo dell’antica Roma si trova circa 200 metri più a nord di quanto
non sia ora», spiega a Media INAF Alberi-Auber, «e serviva a proiettare
l’ombra di una sfera che stava sull’estremità superiore, ombra con la
quale si voleva verificare la validità della riforma calendariale di
Giulio Cesare».
In altre parole, l’obelisco fungeva da gnomone,
ed è proprio per seguirne l’ombra che Frischer ha intrapreso un viaggio
nel tempo virtuale – lungo oltre duemila anni di storia – fino ai tempi
dell’imperatore Augusto. Nell’ultimo mezzo secolo, l’ipotesi più
accreditata è stata quella avanzata nel 1976 dallo studioso tedesco
Edmund Buchner, stando alla quale l’Ara Pacis e l’obelisco sarebbero
stati allineati in modo tale da far sì che l’ombra di quest’ultimo,
fungendo da vero e proprio orologio solare, venisse proiettata
sull’altare esattamente il 23 settembre, giorno del compleanno di
Augusto.
Affascinato da questa suggestiva teoria, Bernard Frischer – con
l’aiuto del direttore dell’Institute for Digital Intermedia Arts della
Ball State University, John Fillwalk – ha ricostruito al computer la
planimetria che doveva avere all’epoca Campo Marzio. Utilizzando il
software Horizons
della NASA, ha poi ricreato in ogni dettaglio la volta celeste come
appariva allora: Horizons è infatti in grado di ricostruire la posizione
in cielo di tutti gli oggetti del Sistema solare, come se fossero visti
da un luogo qualsivoglia della Terra, in qualsiasi epoca storica.
Ma quando la simulazione s’è avviata, con la lancetta del tempo
girata a ritroso fino al 23 settembre di due milllenni fa, le cose non
sono andate come previsto: l’ombra dell’obelisco non è caduta, come ci
si attendeva, sull’Ara Pacis. Frischer, però, non ne è rimasto deluso:
«Ciò che occorre tenere d’occhio non è tanto l’ombra, bensì il momento
in cui il disco del Sole, osservato dalla via Flaminia proprio davanti
all’Ara Pacis, viene a posizionarsi esattamente al di sopra del centro
dell’estremità superiore dell’obelisco», spiega ora lo scienziato. E
quand’è che si verificava questa particolarissima condizione? È stato
sufficiente attendere qualche giorno virtuale in più per scoprirlo: il 9
di ottobre.
Che c’entra adesso il 9 ottobre, viene giustamente da chiedersi?
Ebbene, Frischer ha pronta una risposta anche per questo: «Le iscrizioni
sull’obelisco mostrano che Augusto lo aveva dedicato in modo esplicito
alla sua divinità preferita, Apollo, il dio del Sole. Non a caso al dio
era intitolato anche il tempio più sontuoso tra quelli fatti costruire
dall’imperatore, il Tempio di Apollo Palatino,
eretto fra l’altro proprio accanto alla dimora dello stesso Augusto.
Ebbene, per quanto ne sappiamo», conclude Frischer, «il 9 ottobre è
proprio il giorno in cui si celebrava la ricorrenza dell’inaugurazione
del Tempio di Apollo Palatino. In tutto il calendario religioso romano
non poteva esserci data più appropriata di questa».
Fonte
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