La sonda dell’Esa, dopo un viaggio di
10 anni, atterrerà con il suo lander “Philae” su una cometa, la
Churyumov-Gerasimenko, a 430 milioni di Km dalla Terra
Roma, 20 gennaio 2014 - E’ suonata la sveglia per la sonda Rosetta, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa). Da questo momento in poi la sonda si prepara a raggiungere la cometa Churumov-Gerasimenko, dove “atterrerà” in novembre con il lander Philae.
La sonda dell’Esa (Agenzia spaziale europea) “Rosetta” è il primo veicolo spaziale della storia destinato, dopo un viaggio di 10 anni, ad atterrare con il suo lander “Philae” su una cometa, la Churyumov-Gerasimenko, a 430 milioni di Km dalla Terra, per studiarla da vicino.
È una pietra miliare per l’esplorazione spaziale, come il primo volo di Gagarin o lo sbarco sulla Luna, ma questa volta la bandiera da piantare sarà italiana. Amalia Ercoli Finzi, del Politecnico di Milano, è la scienziata che ha ideato lo strumento destinato a trapanare la cometa.
“In tutta la missione la presenza dell’Italia è importantissima - ha spiegato a TM News - l’Italia ha concepito e finanziato diversi strumenti ma quello che scende sulla cometa è uno solo: l’Sd2 realizzato dal Politecnico di Milano e da Selex-Galileo e concepito per entrare nel cuore della cometa”.
Il trapano perforerà il nucleo fino a 20 cm di profondità e analizzerà i frammenti, scaldandoli in fornetti grandi come fusibili, a una temperatura tra i 120 e gli 800 gradi, alla ricerca di molecole di carbonio, i mattoni della vita. Avverrà nell’autunno del 2014; dopo che “Rosetta” avrà individuato il punto migliore per l’atterraggio, il lander “Philae” si ancorerà al suolo e inizierà a bucare.
“Non abbiamo per ora alcuna idea - ha concluso la prof.ssa Finzi - della consistenza del nucleo della cometa e quindi abbiamo esplorato un ampio spettro di possibilità per riuscire a trapanare la cometa”.
Rosetta è stata lanciata il 2 marzo 2004 e dopo alcuni passaggi ravvicinati a Marte e alla Terra per sfruttarne l’effetto fionda è entrata in una sorta di letargo cosmico.
L’Asi (Agenzia spaziale italiana), ha contribuito a realizzare gli strumenti “Giada”, “Virtis” e “Osiris” che mapperanno e analizzeranno superficie e coda della cometa.
I nomi “Rosetta” e “Philae” derivano dalla stele e dall’obelisco che permisero di decifrare i geroglifici egizi. Allo stesso modo la sonda dell’Esa e i suoi strumenti riveleranno i segreti del sistema solare.
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