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Wednesday, January 22, 2014

Esistono mondi alieni più abitabili della Terra?

Secondo un nuovo studio la vita extraterrestre potrebbe nascondersi su mondi decisamente diversi dal nostro. Ma sul concetto di "zona abitabile" e "pianeti superabitabili" non sembra ancora esserci accordo tra gli astornomi

di Sarah Fecht

astronomia
Una riproduzione artistica dell'esopianeta che orbita attorno ad Alpha Centauri B. Illustrazione artistica Handout/Reuters/Corbis

I cacciatori di pianeti sono sempre stati interessati a trovare un gemello della Terra, ma un team di astrobiologi suggerisce ora che possano esistere pianeti "superabitabili",  posti ancora migliori dove cercare vita aliena.

Dal 1995 gli astronomi hanno individuato più di 1.000 mondi che orbitano intorno a stelle vicine. Da qui la gara per trovare quello che più assomiglia alla Terra, l'unico posto che conosciamo nell'Universo in cui  la vita si sia evoluta, e che ha dalla sua parte la fortuna di avere gli oceani e un'atmosfera ricca di ossigeno.

In un articolo pubblicato sulla rivista Astrobiology, tuttavia, i ricercatori René Heller della McMaster University del Canada e John Armstrong della Weber State University di Ogden, nello Utah, contestano il fatto che quella standard sia un'idea troppo "terro-centrica". "Dal potpourri di mondi abitabili che possono esistere sulla carta, la Terra potrebbe anche risultare come uno marginalmente abitabile e piuttosto bizzarro" scrivono.

I due suggeriscono che gli astronomi dovrebbero concentrare la loro caccia planetaria a mondi che potrebbero avere condizioni ancora più ospitali per la vita. Gli autori hanno soprannominato questi ipotetici mondi "pianeti superabitabili".  Il loro articolo si aggiunge a un coro di voci nella comunità scientifica che chiede di ripensare l'idea delle "zone abitabili".

Mondi acquatici

Quali caratteristiche potrebbero fare di un pianeta un mondo superabitabile? Come tutti i mondi potenzialmente abitabili, dovrebbe avere l'acqua, spiegano Heller e Armstrong, che elencano però più di una dozzina di altri fattori geologici e atmosferici che potrebbero influenzarne l'abitabilità.  Ad esempio, i pianeti più anziani hanno presumibilmente avuto più opportunità di ospitare l'evoluzione della vita. E i mondi più grandi, quelli fino a tre volte più massicci della Terra, potrebbero con più probabilità essere avvolti in un'atmosfera grazie alla maggiore attività vulcanica che rilascia gas.

Si pensa che la Terra sia collocata ai margini della zona abitabile, fanno notare gli autori, quindi forse i pianeti che si trovano più vicino al centro della zona abitabile sono più congeniali alla vita.

Scetticismo scientifico

Altri scienziati non sono d'accordo sull'utilità del concetto di superabitabilità. "Un pianeta o è abitabile o non lo è", dice lo scienziato atmosferico Jim Kasting, che per primo ha introdotto il concetto di zona circumstellare abitabile, secondo la quale un pianeta è abitabile se orbita attorno alla sua stella a una distanza per cui la temperatura superficiale non è né troppo calda e né troppo fredda per la formazione di acqua liquida.

Allo stesso modo, l'astrofisico Steven Desch ha detto che "chiamare un pianeta superabitabile è come a chiamare una donna 'solo un po' incinta'... Che un luogo abbia più di ciò che è necessario per la vita, nella mia testa, non rende più probabile il fatto che ospiti la vita".

Ma Ravi Kopparapu, fisico della Penn State University, concorda con gli autori su un principio di fondo: per quando riguarda il concetto di zona abitabile, la logica "binaria" (ovvero che un pianeta sia favorevole alla vita o non lo sia) è troppo restrittiva. Molti dei mondi all'interno della zona abitabile difficilmente possono sostenere la vita, mentre altri, come le lune ghiacciate di Saturno e di Giove che possono avere grandi oceani sotterranei, potrebbero ospitare la vita pur non rientrando nella zona abitabile. Mentre gli scienziati continuano a scoprire un gran numero di pianeti extrasolari, considerare più variabili potrebbe aiutare a capire le priorità di ricerca.

Tuttavia, "c'è una buona ragione per cui il concetto binario di zona abitabile è importante e rilevante", spiega Kopparapu. Attualmente, quando gli astronomi scoprono un pianeta, tutto ciò che si può imparare su di esso sono la sua massa e il suo raggio, la quantità di luce che riceve dalla sua stella, e, ogni tanto, la composizione della sua atmosfera superiore. Fino a quando gli scienziati non svilupperanno le tecniche per studiare le caratteristiche della superficie di un pianeta, l'attività tettonica e la composizione geologica, il concetto di zona abitabile rimarrà la migliore ipotesi per la sua abitabilità, dice Kopparapu.

Mondi in attesa

Il lancio del James Webb Space Telescope della NASA nel 2018 potrà aiutare gli scienziati a dare un'occhiata più dettagliata all'atmosfera di eventuali pianeti abitabili, a rilevarne la presenza di oceani e analizzarne la composizione chimica.

Se esistono pianeti superabitabili, e se vogliamo sviluppare i mezzi per trovarli, potrebbero rivelarsi più comuni di quanto non siano i pianeti simili al nostro: alcuni studi recenti suggeriscono che le cosiddette super-Terre siano meno rare rispetto ai pianeti delle dimensioni della Terra (anche se tali studi possono essere influenzati dal fatto che pianeti più grandi sono più facili da individuare).

Il concetto di superabitabilità potrebbe ampliare le nostre possibilità di scoprire la vita su altri mondi, spiega Kopparapu, "perché apre alla possibilità che ci siano alcune super-Terre con condizioni adeguate per la vita... Penso che sia degno di nota considerare questi pianeti per i futuri studi di abitabilità".
 
 
Commento di Oliviero Mannucci: Ah! Poveri noi. Come è limitata la scienza umana! Ma di cosa stiamo parlando? Della vita come noi la conosciamo. E non di tutte le forme di vita che esistono in condizioni molto diverse dalla nostra e in dimensioni parallele alla nostra. Il solito errore dell'uomo: sentirsi al centro dell'universo. Ma noi non siamo al centro di un bel niente. Certi scienziati dovrebbero smetterla di sentenziare su questo o su quello, visto che ne sanno così poco. E recente la scoperta di batteri che vivono in condizioni così estreme che prima non si prendeva neanche in considerazione una possibilità del genere. Ci dobbiamo rendere conto, che la vita, dipende da un energia superiore e che la materia è un energia inferiore. Se la vita vuole attecchire da qualche parte, lo fa e basta, a dispetto delle estreme condizioni ambientali e del limitato modo di vedere di certi "scienziati". 

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