(AGI) - Londra, 8 gen. - Le concentrazioni di particelle
radioattive iniettate negli strati alti dell'atmosfera da
attivita', come i test nucleari, sono piu' elevate e durevoli
del previsto, secondo un nuovo studio condotto da Jose' Antonio
Corcho Alvarado del Federal Office for Civil Protection, in
Svizzera, pubblicato su Nature Communications.
La ricerca ha
fornito anche prove del fatto che le eruzioni vulcaniche - come
quella dell'islandese Eyjafjallajokull nel 2010 - possono
ridistribuire le suddette particelle dai livelli alti ai
livelli piu' bassi dell'atmosfera, avvicinandole alla Terra ma
senza rischi per la salute umana date le ridottissime
dimensioni.
I test nucleari, i burn-up dei satelliti e gli incidenti delle
centrali nucleari hanno iniettato materiale radioattivo negli
strati piu' elevati dell'atmosfera - la stratosfera - negli
ultimi cinquanta anni. La deposizione delle particelle nelle
gocce d'acqua e sulle superfici solide rimuove rapidamente la
maggior parte dei detriti radioattivi dalle basse regioni
atmosferiche, un fenomeno che non avviene nella stratosfera con
esiti considerati sinora trascurabili. Dai dati dell'indagine,
raccolti dall'analisi dei campioni di aerosol ad alta quota dal
1970 in poi, e' emerso invece che le concentrazioni di plutonio
radioattivo e cesio nella stratosfera sono molto piu' alte di
quanto sinora ipotizzato con un tempo di residenza medio delle
particelle di 2,5-5 anni. (AGI)
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