Oltre al fondatore di WikiLeaks, il riconoscimento voluto dal gruppo
parlamentare europeo GUE/NGL va a due whistleblower: Jasmine Motarjemi e
Rui Pinto
Julian Assange ha appena vinto il premio in onore di
Daphne Caruana Galizia
riservato a giornalisti, editori, whistleblower che rischiano
moltissimo in prima persona, in alcuni casi la vita stessa, per esporre
crimini, abusi e corruzioni che l'opinione pubblica deve conoscere.
Daphne era una giornalista e blogger maltese, è stata assassinata il 16
ottobre 2017 con un'autobomba, mentre conduceva inchieste sulla
corruzione nel governo del suo Paese.
Il premio, organizzato dal gruppo parlamentare europeo GUE/NGL, arriva a
cinque giorni esatti dall'arresto del fondatore di WikiLeaks, che al
momento è rinchiuso nella prigione di Belmarsh a Londra, dopo che
giovedì scorso l'
Ecuador gli aveva revocato l'asilo.
Subito dopo essere stato preso in custodia da Scotland Yard, le
autorità inglesi gli hanno notificato la richiesta di arresto a scopo di
estradizione da parte degli Stati Uniti, che gli contestano il reato di
avere aiutato la fonte di WikiLeaks, Chelsea Manning - che ha passato
centinaia di migliaia di documenti segreti del governo Usa
all'organizzazione di Assange – a coprire la sua identità, in modo da
poter accedere ai file riservati senza essere scoperta.
WikiLeaks, le accuse, l'arresto: storia di Julian Assange
Il premio è stato assegnato a pari merito
anche a due whistleblower che hanno rivelato importanti informazioni nel
pubblico interesse: Jasmine Motarjemi, ex dirigente
della multinazionale Nestlè, che ha denunciato gravi deficienze nei
sistemi di controllo della sicurezza alimentare da parte di Nestlè,
subendo gravi conseguenze professionali e legali per le sue rivelazioni,
e Rui Pinto, la gola profonda dello scandalo FootballLeaks, che ha esposto corruzioni e frodi nel mondo del calcio e che attualmente si trova attualmente in attesa del processo.
La ricercatrice australiana Suelette Dreyfus,
membro della giuria del premio, lavora da anni con whistleblower di
alto profilo per proteggerli, conosce Julian Assange e ha contribuito
notevolmente alla Direttiva europea per la protezione del
whistleblowing, approvata oggi dal Parlamento europeo. Dichiara a Repubblica:
“La libertà di rivelare al pubblico gravi crimini e corruzioni si basa
su una catena che va dal whistleblower, che conosce dall'interno questi
crimini e abusi, al giornalista che pubblica queste rivelazioni fino
all'opinione pubblica, che ne viene a conoscenza grazie ai media.
L'ordine di arresto degli Stati Uniti contro Julian Assange è un attacco
a questa catena di trasmissione dal whistleblower, ovvero la fonte che
fa la rivelazione, a chi la pubblica, in questo caso WikiLeaks e i
giornalisti (dei media tradizionali, ndr) che hanno lavorato con l'organizzazione di Julian Assange in partnership. L'arresto (di Assange, ndr) dunque indebolisce la capacità dei media di fare il proprio lavoro”.
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