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Thursday, August 25, 2011

Stazione Spaziale Internazionale: il futuro è un laboratorio Zero-G

L'ISS, la Stazione Spaziale Internazionale è pronta per essere avamposto verso Luna e Marte ma anche per "iniziare ad identificare le iniziative tecnologiche sulla base di specifiche missioni di esplorazione", come ha deciso Consiglio di coordinamento multilaterale dell'avamposto orbitale.

La Stazione Spaziale Internazionale ha ormai più di dieci anni ed il suo futuro, così legato all'ormai "passato" dello Space Shuttle (pensionato con l'ultima missione Atlantis http://is.gd/q1t1t4), ha certamente bisogno di nuovi stimoli ed obiettivi che dovranno fare a meno di un cargo versatile come il programma NASA ci aveva abituato dal 1981. Il futuro per la stazione spaziale significa da qui al 2020, massimo 2028 come pronosticano alcuni esperti, dopodiché il lento (ma inesorabile) attacco dell'entropia avrà la meglio. La ISS è infatti un progetto trentennale da 100 miliardi di dollari e, in qualche modo, bisogna farla fruttare sia per le future missioni lunari e marziane (se mai ci saranno), sia con più "prosaici" esperimenti che possono mettere a frutto (anche economicamente) le eccezionali peculiarità di un vero e proprio laboratorio a Zero-G che orbita attorno alla terra. La Stazione Spaziale, come comunica l'ESA dal suo sito (esa.int) "a seguito della riunione odierna del Consiglio di coordinamento multilaterale dell'avamposto orbitale formato da ESA,NASA e dagli Enti preposti canadese, russo e giapponese, le agenzie coinvolte si aspettano di iniziare ad identificare le iniziative tecnologiche sulla base di specifiche missioni di esplorazione". Così, prima di lanciarsi ad una piccola rivoluzione "organizzativa" nello Spazio, l'ESA fa i conti con tutti gli esperimenti già fatti che possono far immaginare che cosa si potrebbe ancora fare lassù. E' il caso ad esempio di un interessante esperimento che si chiama "Expose-R", recuperato recentemente all'esterno della Stazione Spaziale. Spiega l'ESA: "Il pacchetto Expose-R ha ospitato nove campioni biologici, compresi semi di piante e spore batteriche, per studiare gli effetti di due anni di esposizione diretta nello Spazio". Chissà se da questi semi, bombardati dai raggi cosmici, nascerà qualche "spin-off biologico" della ISS. La ricerca per "potenziare" i semi è infatti un antico pallino scientifico che, non a caso, ha prodotto anche un tipo di grano, il Creso, derivato dall'irradiazione nucleare (leggi: http://is.gd/eTvZ7i) che si consuma abitualmente. Ma non solo i semi e le spore sono studiati "fuori" dalla ISS, ma anche i temibili funghi, acerrimi nemici delle strutture anche nello Spazio. Come scrive l'ESA infatti "un altro esperimento di esposizione nello Spazio ha coinvolto dei funghi conosciuti per danneggiare i materiali spaziali. La Stazione russa Mir è stata particolarmente colpita dalla crescita dei funghi". Certamente l'esperimento principe, ovviamente, rimane sempre l'Uomo, ovvero l'Astronauta, avamposto senziente che porta con se, volente o nolente, il "fardello" di un corpo "terrestre". Così l'esperimento Matroshka, appena terminato, ha diligentemente misurato grazie a un "manichino" "un anno di monitoraggio della radiazione all'interno del modulo giapponese Kibo", mentre "esperimenti ESA su diversi membri dell'equipaggio stanno fornendo nuove conoscenze sugli effetti dell'assenza di gravità sul nostro equilibrio e il modo in cui percepiamo il movimento e l'inclinazione".

Bruno Porta Ballai

Fonte: http://www.mainfatti.it

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