Il presidente Obama sblocca 75 milioni di dollari per la formulazione di
una missione destinata a Europa, uno dei satelliti di Giove che saranno
studiati anche dalla missione Juice dell'ESA. Come spiega Giuseppe
Piccioni dello IAPS-INAF, si ritorna in un certo senso all'idea iniziale
di missione congiunta ESA-NASA per lo studio del sistema gioviano
Se tutto va come deve, verso il 2030 ci sarà il pienone nell’orbita di Giove. Alla missione europea Juice,
che andrà a studiare le lune ghiacciate attorno al gigante del sistema
solare, si potrebbe affiancare una missione statunitense rivolta a una
sola di esse, Europa. Con un documento di bilancio
appena approvato dal Congresso, il presidente USA Barack Obama ha
ufficializzato in questi giorni le assegnazioni della spesa pubblica
americana per il resto dell’anno in corso, in pratica una sorta di
variazione di bilancio 2013 che assegna ulteriori risorse alle agenzie
governative, NASA compresa. E appunto nei fondi destinati alla NASA
fanno capolino 75 milioni di dollari per “operazioni di pre-formulazione
e formulazione” di una missione verso Europa.
È solo un primo passo (ancora ben lontano dalla vera e propria
approvazione di una missione) ma per la comunità scientifica americana
che si occupa dello studio del sistema solare esterno è una boccata
d’ossigeno. Significa che la NASA ritorna a progettare missioni oltre
Marte, che da qualche tempo sembrava essere l’unico pianeta del sistema
solare a interessare davvero l’agenzia americana.
“L’annuncio è la conferma di un interesse antico degli USA per l’esplorazione del sistema di Giove” spiega Giuseppe Piccioni dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali dell’INAF,
uno dei ricercatori italiani impegnati su Juice. “Quella che ora è la
missione Juice nasceva come missione congiunta Esa-Nasa e prevedeva due
orbiter: quello europeo – che poi sarebbe diventato Juice – destinato a
Ganimede e quello americano, chiamato Jupiter Europa Orbiter (JEO) che
aveva Europa come obbiettivo”.
Perché valga la pena affrontare un viaggio di quasi dieci anni per
andare a studiare il sistema di Giove è presto detto: perché è uno dei
punti del Sistema solare dove è più probabile trovare condizioni
favorevoli alla vita. “Europa, come Ganimede, ha la peculiarità di avere
oceani di acqua liquida sotto la superficie. Sono entrambi pianeti
molto freddi in superficie, ma l’azione meccanica delle maree di Giove
mantiene una temperatura relativamente più alta sotto la superficie. In
linea di principio potrebbero esserci condizioni abitabili”.
A un certo punto però i tagli di budget avevano portato la NASA a
fare marcia indietro, e concentrarsi su Marte. “Lì c’è un interesse per
la parte industriale e tecnologica che per altre destinazioni sarebbe
ancora prematuro, visto che è impossibile inviare un lander” spiega
Piccioni. Anche per questo Juice ha poi allargato il suo programma
scientifico fino a coprire, oltre a Ganimede, anche Callisto e lo stesso
Europa, rimasto orfano dell’orbiter americano. Ma la comunità
scientifica statunitense non vuole saperne di restare tagliata fuori
dallo studio del sistema solare esterno, e alla fine ha strappato una
prima vittoria con l’assegnazione di questi 75 milioni di dollari. Pochi
rispetto ai due miliardi che servirebbero per lanciare la missione, ma
un buon inizio.
Gli USA hanno ridefinito gli scopi scientifici del progetto JEO
originale e ridotto significativamente i costi per renderlo compatibile
con le finanze NASA. La riduzione dei costi passa in buona parta dalla
ridefinizione del profilo di missione: non più una sonda in orbita
attorno a Europa, e tanto meno un lander che vi atterri sopra, ma una
sonda che, a partire dall’orbita di Giove, compirà una serie di flyby
sulla luna, un po’ come fa Cassini che esplora Titano dall’orbita di
Saturno.
“L’ambiente di Europa è molto proibitivo dal punto di vista delle
radiazioni, più di quello di Ganimede” spiega ancora Piccioni.
“All’inizio si era deciso che l’orbiter USA puntasse su Europa proprio
perché loro avevano tecnologie migliori per proteggere la sonda dalle
radiazioni, ma la cosa aveva comunque costi altissimi. Ecco quindi la
scelta di rinunciare all’orbita stabile per fare invece una trentina di
flyby”.
Nonostante il ritardo accumulato, la missione americana potrebbe
arrivare comunque prima di quella europea nel sistema di Giove. Il
lancio di Juice è al momento previsto nel 2022, e la missione europea
farà un lungo giro passando per altre lune di Giove prima di arrivare a
Europa. La Jupiter Europa mission semplificata della NASA potrebbe
partire già nel 2021, se tutto andrà liscio, e punterà dritto su Europa.
“Juice perderebbe un po’ di forza per quanto riguarda lo studio di
Europa, su cui si troverebbe probabilmente a riconfermare cose già
osservate dall’altra sonda” conclude Piccioni. “Il suo obbiettivo
primario diventerebbe Ganimede, ma le due missioni lavorerebbero in
sinergia, un po’ come si era pensato all’inizio”.
Fonte
No comments:
Post a Comment
Note: Only a member of this blog may post a comment.