Qual è stata l’origine della vita sulla
Terra? Da centinai d’anni gli uomini si pongono questa domanda, cercando
risposte in ogni sfera del sapere, dalla speculazione filosofica alle
dottrine religiose, dai modelli matematici alle ipotesi cosmogoniche più
sofisticate che coinvolgono fisica, chimica, biologia e le scienze
della natura in genere
Oggi, un nuovo esperimento che simula le
condizioni estreme nello spazio profondo prova che i mattoni complessi
della vita potrebbero aver avuto origine nella polvere ghiacciata
interplanetaria e quindi, trasportati sulla Terra, avrebbero consentito
alla vita di sbocciare.
I chimici dell’Università della
California, Berkeley e dell’Università delle Hawaii, Manoa, hanno
mostrato che le condizioni estreme dello spazio sono in grado di dar
luogo a dipeptidi complessi – coppie correlate di amminoacidi – che costituiscono elementi essenziali comuni a tutti gli esseri viventi.
La scoperta apre uno spiraglio sulla
possibilità che queste molecole siano arrivate sulla Terra trasportate
da una cometa, da un asteroide o da un meteorite, catalizzando la
formazione di proteine (polipeptidi), enzimi o molecole ancora più
complesse, come gli zuccheri, che sono necessari per la vita.
La vita non sarebbe quindi nata sul nostro pianeta, ma proverrebbe dallo spazio.
La teoria non è nuova, come ho già avuto
modo di dire in un precedente articolo: è la teoria della “panspermia”,
dei “semi” trasportati nel cosmo da corpi celesti e diffusi un
po’ovunque nell’universo.
Se finora l’argomento è stato oggetto di
una speculazione osteggiata dalla comunità scientifica ufficiale, alla
luce di quanto trovato ora si ripropone per una più attenta
considerazione.
“E’ affascinante pensare che i blocchi
biochimici di base che hanno consentito la vita sulla Terra possano
avere avuto origine extraterrestre”, ha affermato Richard Mathies,
chimico della UC Berkeley, co-autore di un articolo pubblicato online su
The Astrophysical Journal.
Già da tempo gli scienziati avevano
scoperto molecole organiche di base come gli amminoacidi in numerose
meteoriti cadute sulla Terra ed erano stati in grado di trovare nello
spazio strutture molecolari complesse con i requisiti per uno sviluppo
della biologia sul nostro pianeta.
Come risultato gli scienziati hanno
sempre pensato che la chimica davvero complessa della vita dovesse aver
avuto origine negli oceani della Terra.
In una camera ad altissimo vuoto, ad una
temperatura bassissima, 10 gradi sopra lo zero assoluto (10°K), Seol
Kim e Ralf Kaiser, del team di ricerca hawaiano hanno lavorato,
simulando le condizioni dello spazio, su materia ghiacciata formata da
biossido di carbonio, ammoniaca e vari idrocarburi, come metano, etano e
propano.
Quando i ricercatori hanno colpito il
materiale con elettroni ad alta energia per simulare l’effetto dei raggi
cosmici nello spazio, le sostanze hanno reagito per formare complessi
composti organici, in particolare dipeptidi, essenziali per la vita.
Presso la UC Berkeley i ricercatori
Mathies e Amanda Stockton hanno poi analizzato i residui organici
attraverso il Mars Organic Analyzr, uno strumento che lo stesso Mathies
ha progettato per la rilevazione ultrasensibile e l’identificazione di
piccole molecole organiche nel Sistema Solare. L’analisi ha rivelato la
presenza di molecole complesse – nove amminoacidi diversi e
due dipeptidi – in grado di catalizzare l’evoluzione biologica sulla Terra.
Leonardo Nebbia
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