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Sunday, November 3, 2013

Fukushima. Disastro appena iniziato

Reattori vicini al mare e combustibile nelle piscine. Oltre agli errori del passato, quelli dopo l’incidente nucleare. Adesso il rischio è la contaminazione dell’Oceano

A che punto è il disastro di Fukushima? Tra i fattori che hanno contribuito ad aggravare il disastro di Fukushima ci sono errori di progetto, carenze di gestione e la stessa modalità dell’incidente. Ad esempio l’aver costruito questi reattori a pochi metri dal mare in un Paese in cui gli tsunami sono più che prevedibili si è rivelato un errore determinante. Tanto per fare un paragone, le centrali nucleari di Latina e Montalto di Castro furono costruite a centinaia di metri dal bagnasciuga pur essendo le coste italiane meno soggette a maremoti di quelle giapponesi. Così tra gli errori di gestione va annoverato lo stoccaggio addensato del combustibile irraggiato nelle piscine, che prima ne ha facilitato il surriscaldamento e oggi ne complica l’evacuazione. Infine la modalità dell’incidente: a differenza di Chernobyl, i noccioli di Fukushima non sono esplosi, ma (seppure fusi) si trovano all’interno dei contenitori di acciaio (vessel) e dunque non si può procedere a sommergerli con piombo, sabbia, boro e cemento, per poi racchiuderli dentro un “sarcofago”. A Fukushima quindi, le direttrici obbligate di intervento erano e restano due: raffreddare i noccioli per mantenere la temperatura dell’unità 1, 2 e 3 entro limiti tali per cui il vessel non sia sottoposto a pressioni superiori a quella di progetto; approntare quanto necessario per rimuovere il materiale fissile dai reattori, ovvero sia il combustibile che si trova nelle piscine sia quello presente nei noccioli.

Giorgio Ferrari

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