Nei Campi Flegrei in Italia, nei pressi di Napoli, un gigantesco vulcano sta dando segni di vita. Non è solo l'aumento della temperatura della terra nella regione a preoccupare i sismologi, ma anche l'evidente deformazione del terreno
Nel
lontano passato l'attività dei supervulcani influenzava il cambiamento
del clima e mutava completamente il pianeta. Oggi gli scienziati non
osano prevedere le conseguenze di una possibile riattivazione del
vulcano.
Ultimamente
i Campi Flegrei si stanno alzando di tre centimetri sul livello del
mare ogni anno. Microterremoti e accumulazioni di gas nel terreno fanno
prevedere che il vulcano si prepara ad eruttare. Vladimir Kir'janov,
docente della facoltà di geologia dell'Università statale di San
Pietroburgo, spiega:
Se
il sollevamento avviene in maniera regolare, allora è probabile che sia
in corso il riempimento della camera magmatica e per questo si sta
sollevando il terreno sopra di essa. I Campi Flegrei sono un
supervulcano, come anche Yellowstone negli Stati Uniti e Toba in
Indonesia, che eruttano più di mille chilometri cubici di magma che
provocherebbero eruzioni catastrofiche. Nella regione dei Campi Flegrei è
avvenuta una grande eruzione circa 30-40 mila anni fa. La cenere
vulcanica che ne risultò si trova ancora adesso nel Mar Mediterraneo, in
Bulgaria, in Ucraina e persino nel territorio russo. Ora sta avvenendo
l'ennesimo riempimento della camera magmatica e prima o poi l'eruzione
potrebbe succedere.
Eruzioni
di questo genere di vulcani potrebbero portare al cosiddetto inverno
vulcanico: i gas di zolfo e la cenere prodotta dallo scoppio raggiungono
l'atmosfera e ricoprono la superficie terrestre. I raggi solari non
riescono a penetrare attraverso lo spesso strato fino al suolo e i gas,
trasformatisi in acido solforico, scendono sulla superficie terrestre
sotto forma di sedimenti tossici. Gli scienziati affermano che la Terra
ha già sperimentato una catastrofe simile 74 mila anni fa, dopo lo
scoppio del vulcano Toba nell'isola indonesiana di Sumatra. Questo
comportò il cambiamento del clima e una moltitudine di vittime umane.
Ora sarebbe molto peggio: basti ricordare al collasso che la lieve
attivazione del vulcano in Islanda portò nel 2010.
Le
eruzioni dei supervulcani avvengono talmente di rado che gli scienziati
non possono dire quanto tempo debba passare prima dei segnali iniziali
dello scoppio. Nei Campi Flegrei, negli anni settanta dello scorso
secolo, in tre anni il livello del terreno si alzò di un metro e mezzo,
provocando crepe su molte case, ma in seguito il movimento della
superficie diminuì sensibilmente. Il riempimento della camera magmatica,
però, non è l'indicatore più preciso, ritiene Aleksej Sobisevič,
responsabile del laboratorio di geofisica e vulcanologia dell'Istituto
di fisica dell'Accademia Russa delle Scienze:
Si
tratta di un presagio piuttosto a lungo termine: potrebbe riempirsi per
decenni, anche centinaia di anni. Non è un problema attuale, molte
montagne crescono di cinque centimetri all'anno, è un processo naturale
in geologia.
Secondo
l'esperto, è molto più interessante e importante il fenomeno naturale
che si osserva ora in Kamčatkam, nella regione del vulcano Tolbačik.
Ogni giorno qui avvengono effusioni vulcaniche e sollevamenti del
terreno.
Gli
scienziati affermano che l'intero sistema vulcanico del pianeta si
trova ora in un momento di estrema tensione. I condotti sotterranei sono
pieni di magma bollente che scoppia all'esterno. Che questo provochi
l'eruzione di un supervulcano o che porti all'attivazione di una serie
di piccoli vulcani, in entrambi i casi ciò porterà ad enormi conseguenze
per tutti gli abitanti della Terra.
Fonte: http://italian.ruvr.ru
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