L’eventuale guerra nello spazio virtuale è diventata una minaccia reale alla sicurezza nazionale degli USA. Il Pentagono aumentarà di cinque volte l’organico della propria divisione responsabile della sicurezza cibernetica. I compiti assegnati a questa struttura includono non solo la difesa dei sistemi computerizzati americani ma anche la distruzione delle comunicazioni elettroniche dei potenziali avversari
A giudicare da tutto,
l’amministrazione americana si sente troppo stretta nell’ambito della
propria strategia definita “La zona della nostra responsabilità è tutto
il mondo”. Adesso Washington ha deciso di occuparsi dello spazio
virtuale. Su questo sfondo Internet diventa un potenziale teatro delle
ostilità. Come ha rilevato Aleksej Mukhin, direttore generale del Centro
di informazione politica, tale sviluppo degli avvenimenti è del tutto
logico per la politica estera americana. A fare il gioco di Washington è
anche il determinato vuoto giuridico creatosi nella rete, fa notare
l’esperto:
Farlo
nello spazio dell’Internet è molto più semplice, in quanto non vi sono
praticamente leggi, né restrizioni. Proprio a questo fatto è dovuto il
rafforzamento negli ultimi tempi delle cosiddette truppe cibernetiche
destinate non solo alla difesa ma anche all’attacco. Penso che gli USA
si stiano preparando ad una contrapposizione globale per controllare il
massimo numero delle zone in cui sono concentrate le riserve mondiali
delle materie prime.
Urvan Parfentiev,
analista del centro sociale regionale delle tecnologie internet, ritiene
invece che l’allargamento della divisione di sicurezza cibernetica del
Pentagono rappresenti soltanto una risposta alle nuove minacce. Nello
stesso tempo l’esperto dubita della destinazaione esclusivamente
difensiva delle truppe cibernetiche:
Soltanto
negli ultimi anni è avvenuto il processo di comprensione della
profondità della penetrazione delle tecnologie infocomunicative
dell’internet in numerosi processi, nell’infrastruttura della difesa e
in quella critica. Sullo sfondo di molti incidenti civili che hanno
avuto luogo lo Stato comincia a reagire alle sfide. Non si tratta solo
degli USA, esiste anche anche il progetto della convenzione dell’ONU per
la difesa nella rete delle strutture statali. Si tratta anche dei
tentativi di organizzare i relativi cibercentri nell’ambito della NATO. A
mio parere, il problema è valutato in modo abbastanza adeguato. La
questione è se sarà una funzione puramente difensiva o anche offensiva.
Non
porterà l’accrescimento del cibergruppo in America ad uno squilibrio
delle forze nel mondo, sia pure nello spazio virtuale? Se sul piano
strettamente militare gli USA sono trattenuti dal conflitto armato con i
maggiori giocatori mondiali dagli arsenali nucleari che questi ultimi
hanno in possesso e che, in caso di impiego, distruggerebbero il
pianeta, cosa fare con la guerra cibernetica? Secondo l’opinione di
Aleksandr Vlasvov, direttore dei programmi del Forum internazionale
“Tecnologia dela sicurezza”, oggi non è il caso di temerlo.
Mi
sembra che adesso in tutto il mondo si è arrivati alla comprensione del
fatto che il pericolo principale consiste non nelle armi nucleari ma
nelle imminenti guerre cibernetiche. La Russia deve aspettarsi minace da
parte dei gruppi terroristici che possono attaccarci. Dobbiamo
prepararci per poter respingere proprio questi attacchi.
In
generale la decisione del Pentagono sembra abbastanza logica. Resta solo
sperare che nella nuova sfera della difesa i militari americani
partiranno da minacce reali anziché da quelle presunte, come è avvenuto
nel corso degli ultimi decenni.
Fonte: http://italian.ruvr.ru
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