di Gianni Lannes
In Italia è in atto da tempo una sperimentazione di guerra ambientale
del padrone Usa (pardon “alleato”) su ampia scala e sempre più pericolosa. Le cavie siamo noi. A parte
le scie chimiche, ormai perenni su tutto lo Stivale. Ecco qualche riscontro (Avviso di pericolosità n. 02/2013):
«Il
Capitano di Vascello Raffaele Macauda, Capo del Circondario marittimo e
Comandante del Porto di Augusta: VISTO il msg. N. 00009/N/B – Operativo datato
08 gennaio 2013 di Marisicilia; RITENUTA la necessità di prevenire il
verificarsi di possibili danni (…) RENDE NOTO che la zona di mare delimitata
dai seguenti punti aventi coordinate geografiche (datum WSG 84): A) – 37° 15’00’’N
– 015°35’00’’E; B) 37°25’00’’N – 015°35’00’’E; C) – 37°25’00’’N – 015°48’00’’E;
D) – 37°15’00’’N – 015°48’00’’E. Il giorno 17 gennaio 2013 (con riserva il 18
gennaio 2013), dall’alba al tramonto, sarà interessata da esercitazioni di tiri
a caldo da parte di unità navali (…) La zona di mare indicata nelle premesse,
per la parte ricadente nella giurisdizione del Compartimento marittimo di
Augusta, nel periodo sopra citato, è dichiarata PERICOLOSA per la navigazione
marittima, all’ancoraggio, alla pesca ed a tutte le attività comunque connesse
all’uso del mare».
E’ incredibile la coincidenza geografica e
temporale. Nella stessa area marina, ovvero il Golfo di Catania, alla medesima
latitudine e longitudine, dove la NATO spara e fa esplodere ordigni in acqua, sempre
dove si aggirano e fanno la guerra elettronica sommergibili USA a propulsione
ed armamento nucleare (ricoverati per la bisogna nel porto civile di Augusta) e
dove è presente la più pericolosa faglia sismica attiva della Penisola,
stanotte, dalle ore 2 alle ore 3 e 35, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia,
ha registrato 5 scosse telluriche (magnitudo da 2.2 a 2.6) a profondità variabile da 2,7 a 29,4 chilometri. In altri termini, l’ipocentro
(il punto nel sottosuolo in cui il terremoto ha origine) è superficiale.
I
soliti esperti di turno, obietteranno che “la
Penisola italica si trova quasi esattamente tagliata tra la zolla
africana e
quella eurasiatica; ed in conseguenza di ciò, le spinte tra le due zolle
tettoniche provocano forti tensioni, che a volte scaricano la loro
energia muovendosi
rapidissimamente e causando in tal modo i veloci scuotimenti del
terreno”. In
parte è vero: torna utile questa copertura accademica allo zio Sam. Ma è
altrettanto
realistico riconoscere che il potente gendarme a stelle e strisce
innesca i
terremoti a piacimento, utilizzando e dirigendo l’energia
elettromagnetica e
nucleare su determinati punti critici della crosta terrestre,
particolarmente
nel Mediterraneo. A maggior ragione, in un territorio, come quello
italiano,
dove la sismicità, vale a dire la forza e la frequenza dei terremoti
stessi risulta
elevata, e la vulnerabilità sismica è grande. Per il terremoto de
L’Aquila, è
stata addirittura identificata con precisione la faglia che l’ha
causato. Ma
gli scienziati civili che hanno l’incarico militare (ovviamente non
scritto) di
scremare i dati sensibili - perché basta l’analisi di un sismogramma per
comprendere
l’origine di un sisma - si sono ben guardati dal vuotare il sacco. I
tecnici
hanno perfino previsto numero di vittime ed entità dei danni nel Sud
Italia. Chi controlla i controllori? Disarmante: nessuno. Ecco perché ci
tengono tanto a realizzare comunque abusivamente e contro la volontà
popolare il MUOS in Sicilia. E' ora di sventare questa catastrofe
imminente.
Tratto da: http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/
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