Il Rossiya verso il Golfo di Finlandia prima di essere demolito. Il rompicapo nucleare della Lepse
Il rompighiaccio nucleare russo Rossiya il 16 gennaio ha lasciato il
porto di Murmansk, la base dei rompighiaccio di Atomflot, per far rotta
verso San Pietroburgo, per quella che sarà probabilmente l'ultima
missione del più vecchio rompighiaccio russo ancora in servizio. Infatti
il Rossiya, quando fu varato nel 1985 in epoca sovietica, era il
quarto rompighiaccio nucleare del mondo, e sarà probabilmente messo
fuori servizio ad aprile perché ha superato la sua durata di vita utile
prevista.
Secondo la Kystverket, la Norwegian coastal
administration (Nca), il 17 gennaio il Rossiya era a 200 Km a sud-est
della città settentrionale norvegese di Bodø e navigava a 17 nodi
diretto a sud, la cosa preoccupa molto gli ambientalisti ed in
particolare l'Ong norvegese/russa Bellona il cui direttore, il fisico
nucleare Nils Böhmer, ha sottolineato che l'ultimo viaggio della Rossiya
comporta una rotta di 5.000 Km, in gran parte lungo le coste della
Norvegia, e poi 100 mila chilometri di navigazione per svolgere il
lavoro nel Golfo di Finlandia, dove fino ad aprile aprirà la strada fra i
ghiacci alle navi commerciali e passeggeri. La rotta del vecchio
rompighiaccio dal nord della Russia seguirà la costa occidentale della
Norvegia, attraverserà lo Stretto Øresund tra Svezia e Danimarca e
raggiungerà il Golfo di Finlandia.
Böhmer, ha evidenziato «Il
rischio di incidenti a bordo della nave, dato che incendi o problemi al
reattore sono aumentati a causa della sua età. Ai funzionari della Nca è
stato notificato a Natale che la Rossiya avrebbe fatto rotta lungo la
costa ma, come è avvenuto in passato con dispiacere delle autorità
norvegesi, I funzionari russi non hanno dato date specifiche per il
viaggio».
Il capitano del Rossiya ha risposto indirettamente a
Bellona in un'intervista rilasciata ad Arctic TV e ripresa dal Barents
Observer. «Questo potrebbe essere l'ultimo viaggio fatto, dato che ha
superato il suo ciclo di vita. Certo è triste. La nave è ancora "viva",
tutte le attrezzature tecniche funzionano ancora e la manutenzione e le
riparazioni sono state gestite nei tempi previsti».
La Rossiya
aveva già fatto questo lungo viaggio dalla costa artica della Russia al
Golfo di Finlandia nel 2011, quando arrivò nel Baltico per aiutare
navigazione commerciale durante un inverno insolitamente
freddo. «Durante questo periodo, scrive il Barents Observer - ha aiutato
gratuitamente 58 navi che erano rimaste bloccate nel ghiaccio».
Anche
se è stata la prima nave a portare turisti al Polo Nord nel 1990,
la Rossiya non è nuova ad incidenti nucleari e a problemi tecnici.
Böhmer spiega che «L'età di questa nave, l'usura sui reattori e gli
esempi di altri incidenti a bordo della flotta delle navi rompighiaccio
nucleari russe sono un motivo di preoccupazione per l'opinione pubblica
norvegese ed anche per la popolazione di quei Paesi dove deve passare
la Rossiya».
L'episodio più recente conosciuto è quello del
rompighiaccio Vaygach, sul quale nel 2011 si sviluppo un incendio a
bordo che uccise due marinai. Il Vaygach, varato nel 1990, era partito
da Dudinka, a 2.800 a nord-est di Mosca per aprire la strada alla nave
Kapitan Danilkin lungo il fiume Yenisei, che attraversa la Siberia,
quando è scoppiato un incendio che fortunatamente non ha danneggiato il
reattore nucleare ma che ha bruciato per tre ore alla foce del Yenisei e
nel Mare di Kara. La Atomflot lo ha riparato velocemente e il Vaygach
continua a navigare.
Nel maggio del 2011 il rompighiaccio
nucleare russo Taimyr, che come il Vaygach stava lavorando nel Golfo
dello Yenisei, fu costretto a rientrare in porto in seguito
all'aperture di crepe nel primo circuito di raffreddamento del reattore
nucleare, poi venne scoperta la fuoriuscita di grandi quantità di acqua
di raffreddamento. Dato che il blocco dei sistemi di raffreddamento è
stata la causa principale del disastro nucleare di Fukushima Daiichi,
l'incidente sul Taimyr è stato preso molto sul serio dai russi che,
insolitamente, hanno resi noti molti dati e dettagli delle operazioni di
soccorso.
La perdita di refrigerante aveva provocato un aumento
dei livelli di radiazione nella camera del reattore del Taimyr ed un
controllo aveva rivelato un foro, che perdeva circa 20 a 30 litri di
acqua di raffreddamento al giorno da una saldatura. Secondo Atomflot la
causa sarebbe da ricercare nell'affaticamento del metallo, nella
saldatura difettosa o in entrambe. A scortare il Taimyr in porto a
Murmansk furono proprio la Rossiya ed un altro vecchio rompighiaccio
nucleare, il Yamal.
Ma le cose non vanno meglio per i
rompighiaccio nucleari più moderni: nel 2005, il 50 Let Pobedy (50 anni
dalla vittoria) prese fuoco nel cantiere Baltiisky mentre ancora in
costruzione. Non ci furono emissioni radioattive solo perché il
carburante nucleare non era stato ancora caricato. Il 50 Let Pobedy
aveva già preso fuoco nel 2004. La costruzione di questo "nuovo"
rompighiaccio fu avviata dai sovietici addirittura nel 1989 ed era
proseguita fino al 1993, poi la mancanza di finanziamenti costrinse i
russi a sospendere i lavori.
Ora il il 50 Let Pobedy è
l'ammiraglia della flotta russa di rompighiaccio nucleari e ricorda la
vittoria di Stalin sui nazifascisti. Nel gennaio 2012 la Russia inviò
per due mesi il suo più grande rompighiaccio a propulsione nucleare nel
Golfo di Finlandia, poi venne sostituito proprio dal Rossiya", che ha
continuato a lavorare nella zona fino alla fine di aprile.
Ma il
caso più eclatante del nucleare "marino" russo è quello della "Lepse"
una carretta dei mari sulla quale sono stoccate le barre di
combustibile nucleare esaurito dei rompighiaccio e che Atomflot tiene a
banchina nel porto di Murmansk, con qualche cartello di pericolo
nucleare ad allontanare i "curiosi". La Lapse rappresenta una delle più
grosse grane nucleari del mondo. È ormai così zeppa di scorie da essere
diventata essa stessa un enorme contenitore di combustibile altamente
radioattivo. La radioattività che emana è ben oltre i limiti consentiti e
i russi stanno appena sviluppando un progetto di dismissione che sembra
un vero e proprio costosissimo e pericolosissimo rompicapo che non si
può risolvere come si faceva ai tempi dell'Urss: affondando tutto nel
Mar Glaciale Artico.
Fonte: http://www.greenreport.it
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