l rapporto “Updated review of EU nuclear stress-tests”
Secondo Greenpeace l’Italia risulta geograficamente coinvolta in alcune delle centrali “a rischio”. Onufrio: “Gli impianti più vecchi e rischiosi devono essere chiusi immediatamente”
(Rinnovabili.it) – La lezione impartita al mondo intero con il disastro di Fukushima
sembra già essere stata dimenticata. E’ questa l’amara conclusione di
Greenpeace a valle dell’indagine svolta sulle centrali nucleari europee.
Dopo l’incidente giapponese le centrali del vecchio continente erano
state sottoposte ad un programma di stress test al fine di evidenziare le possibili criticità e condurre piani d’azione nazionali in grado di fronteggiarle.
L’analisi di tali piani non porta
tuttavia a risultati confortanti per i cittadini europei. Al contrario,
denuncia l’associazione ambientalista, numerosi aspetti importanti e ben
noti non sono stati affrontati, lasciando attivi preoccupanti focolai
di rischio. Nel rapporto “Updated review of EU nuclear stress-tests”,
il fisico Oda Becker, già coautore dell’analisi indipendente dei
risultati degli “stress test” commissionata da Greenpeace nel 2012,
mette in luce quali impianti restano profondamente insicuri e perché. In
Belgio, Francia, Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia,
Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito sono oggi in funzione centrali
che costituiscono una fonte di rischio non solo per gli abitanti del Paese che le ospita, ma anche per quelli degli Stati confinanti.
Tra i reattori critici ce ne sono due, Krsko in Slovenia e Muleberg in Svizzera, – costruiti su terreni sismici e a rischio inondazioni – che possono rappresentare una minaccia anche per gli italiani. “Nel caso di Muleberg, in particolare, il disegno strutturale è limitato, l’età avanzata, – spiega Greenpeace – il
sistema di raffreddamento in caso di emergenza non è adeguato, e la
prevenzione per la produzione di idrogeno (gas esplosivo) insufficiente:
un impianto da chiudere senza ulteriori discussioni”.
L’associazione ha dimostrato che esistono valide alternative al nucleare
che aiutano anche nella lotta contro il cambiamento climatico, oltre
che nel raggiungimento di altri obiettivi come l’indipendenza energetica
e la sicurezza degli approvvigionamenti di energia. “Una
progressiva eliminazione del nucleare combinata con misure di efficienza
energetica e sviluppo di fonti rinnovabili è l’opzione più sicura”, conclude Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia.
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