Si accende il dibattito circa le
sorti di una delle due sonde lanciate da Cape Canaveral nel 1977. Alcuni
scienziati sostengono abbia varcato i confini del Sistema Solare, ma
per la Nasa servono ulteriori prove. Voyager 1 si
è spinta dove nessun altro artefatto umano è mai arrivato, e naviga ora
nelle profondità del cosmo a oltre 18 miliardi di chilometri dalla
Terra, a 123 volte la distanza che intercorre tra il nostro pianeta e il
Sole. La sonda Voyager 1, lanciata poco dopo la "sorella" Voyager 2 nel
1977, doveva inizialmente esplorare i pianeti più esterni del Sistema
Solare ma sta ora viaggiando indisturbata verso l'esterno del Sistema
Solare, tanto che i suoi messaggi radio impiegano attualmente più di 16
ore per raggiungere i tecnici della Nasa che la monitorano.
La sonda Voyager ai confini del Sistema Solare: per approfondire
Cartoline dallo Spazio interstellare?
Ma dove si trova,
esattamente, la sonda? L'intrepida "esploratrice" cosmica ha già varcato
i confini dell'eliosfera, la regione dello Spazio permeata dal vento
solare, il cui limite rimane ad oggi ancora ignoto? Gli scienziati hanno
pareri discordi. In base a uno studio della New Mexico State University
pubblicato sulla rivista scientifica Geophysical Research Letters (GRL),
i dati raccolti dalla sonda negli ultimi mesi farebbero pensare che sia
sul punto di attraversare i confini del Sistema Solare, la cosiddetta
eliopausa, il punto cioè in cui il vento solare è fermato dai gas
interstellari.
In particolare dallo scorso 25 agosto si sarebbe registrato, secondo i ricercatori, un declino delle particelle energetiche provenienti dal Sole, sotto forma di radiazioni, e contestualmente un aumento dell'intensità delle particelle altamente energetiche - o "raggi cosmici" - provenienti dallo Spazio interstellare, «come ci si aspetterebbe se la sonda spaziale fosse uscita dall'eliosfera» ha commentato Bill Webber, tra gli autori dello studio.
I primi 35 anni della sonda Voyager 1: foto e scoperte (vai alla gallery)
In particolare dallo scorso 25 agosto si sarebbe registrato, secondo i ricercatori, un declino delle particelle energetiche provenienti dal Sole, sotto forma di radiazioni, e contestualmente un aumento dell'intensità delle particelle altamente energetiche - o "raggi cosmici" - provenienti dallo Spazio interstellare, «come ci si aspetterebbe se la sonda spaziale fosse uscita dall'eliosfera» ha commentato Bill Webber, tra gli autori dello studio.
I primi 35 anni della sonda Voyager 1: foto e scoperte (vai alla gallery)
In attesa di nuove prove
Ma dalla Nasa gettano acqua
sul fuoco. Anche se l'Agenzia Spaziale Americana ha finanziato lo studio
di Webber, non tutti i ricercatori che lavorano al progetto Voyager
sono pronti a sostenerne le conclusioni: molti vorrebbero analizzare
dati relativi a un periodo di tempo più esteso, prima di considerarli
definitivi. Ed Stone, ingegnere della Nasa che segue il progetto
Voyager, ha dichiarato che prima di ammettere che la sonda è ormai nello
Spazio interstellare è necessario verificare che ci sia stato un
riorientamento dei campi magnetici intorno ad essa, fatto che ancora non
sembra essere avvenuto.
Staremo a vedere. Intanto il generatore a plutonio della sonda fornirà energia alla Voyager 1 ancora per 10-15 anni ed è probabile che la "viaggiatrice" raggiunga i 25 miliardi di distanza dal nostro pianeta. Le comunicazioni con essa, tuttavia, dovrebbero interrompersi molto prima, probabilmente nel 2016, quando il giroscopio che tiene la sua antenna radio puntata verso la Terra smetterà di funzionare.
Staremo a vedere. Intanto il generatore a plutonio della sonda fornirà energia alla Voyager 1 ancora per 10-15 anni ed è probabile che la "viaggiatrice" raggiunga i 25 miliardi di distanza dal nostro pianeta. Le comunicazioni con essa, tuttavia, dovrebbero interrompersi molto prima, probabilmente nel 2016, quando il giroscopio che tiene la sua antenna radio puntata verso la Terra smetterà di funzionare.
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