...e
poi, se ci scappano i morti come al Cermis, i miltari americani non
saranno processati perchè godono di extra-territorialità. Claudio
Marconi
I militari
americani di stanza nell’isola si divertono a girare a bassa quota con
gli elicotteri nelle campagne attorno a Palermo: poi atterrano, fanno
esercitazioni in assetto di guerra nei campi e se ne ripartono. A volte
anche di notte
I BlackHawk
americani sono apparsi per la prima volta a fine settembre. Una lunga
formazione di nove elicotteri scuri che hanno sfiorato a tutta la
velocità le campagne alle porte di Corleone. I contadini li hanno
osservati volare via in direzione di Contessa Entellina, sempre in
provincia di Palermo, lasciandosi alle spalle il suono cupo dei rotori.
Non sapevano che quel raid improvviso era solo la prova generale dei
giochi di guerra nei cieli della Sicilia.
A fine ottobre
la scena si è ripetuta. Questa volta un elicottero è sceso a terra. Le
foto lo identificano come un velivolo delle forze speciali, con
mitragliatrici sulle fiancate e sistemi elettronici d’avanguardia. E
anche i marines sbarcati al suolo avevano l’equipaggiamento dei
commandos: dovrebbe trattarsi di una squadra del combat rescue, le
truppe scelte che devono penetrare dietro le linee nemiche per
soccorrere i piloti abbattuti. Come fecero in Bosnia nel 1995 salvando
il capitano Scott o’ Grady, nascosto nei boschi per sfuggire ai
miliziani serbi. I contadini di Contessa Ezzellina hanno accolto quella
pattuglia calata dal cielo con abbracci e sorrisi: anche i marines con
visori infrarossi sugli elemetti si sono messi in posa per una foto
ricordo. Poi sono tornati a bordo e decollati a tutta velocità.
Ma dopo il
primo contatto amichevole, da ottobre ad oggi le cose sono cambiate. La
frequenza degli atterraggi a Contessa Entellina si è intensificata, fino
a diventare da febbraio quasi un appuntamento settimanale. Vengono
descritte come esercitazioni di combattimento, con le formazioni di
elicotteri che arrivano al calar del sole e sbarcano le squadre
d’assalto sul terreno. Poi, in genere dopo due-quattro ore, i BlackHawk
tornano a recuperare i commandos.
Spesso gli
americani piazzano sul terreno anche strumenti elettronici: forse
apparati di trasmissione o sistemi di misurazione, che vengono smontati
prima di ripartire. Il tutto sopra poderi seminati a grano, non in un
poligono desertico o in una base statunitense.
In un paio di
occasioni, lo sbarco in Sicilia è avvenuto a notte fonda, gettando nel
panico le popolazioni che vivono in quei territori agricoli. Dopo il
frastuono delle pale dell’atterraggio, la scena raccontata da chi ha
seguito le fasi della missione notturna è quella di un action movie, con
lucine azzurrognole (presumibilmente dei visori o dei faretti istallati
sulle armi dei militari) a mezz’aria che si muovono in velocità a zig
zag verso immaginari obiettivi. L’ultima missione a Contessa Entellina
si è tenuta proprio alla vigilia di Pasqua. Questa volta, secondo il
racconto dei presenti, dall’elicottero non sono scesi soltanto i
commandos, ma anche un signore in abiti civile che per oltre tre ore è
rimasto indaffarato con le sue misurazioni.
Anche le
dinamiche sono cambiate: non ci sono più contatti con la popolazione
locale. «Qualche volta ho cercato nuovamente di avvicinarmi a loro per
chiedere il perché della loro presenza“ spiega G.S., un contadino della
zona “e al loro primo atterraggio abbiamo parlato. Non ho capito granché
perché non conosco quasi per nulla l’inglese. Ma dopo quel primo
atterraggio, hanno sempre evitato incontri con i civili. Se si
accorgevano di una presenza, salivano in cielo per pochi minuti e
spostavano di qualche centinaio di metri il loro punto di sbarco».
Chi ha
autorizzato queste missioni militari in zone abitate? Si tratta di
semplici esercitazioni o i raid degli elicotteri hanno anche altre
finalità? Alcuni degli abitanti fanno notare come le misteriose
operazioni in provincia di Palermo si siano intensificate proprio con
l’aumentare delle polemiche tra il governo regionale e i vertici dell’US
Navy della grande base di Sigonella, da dove probabilmente decollano
questi stormi. Un confronto quello tra la giunta Crocetta e
l’amministrazione statunitense sfociato nella decisione di revocare le
autorizzazioni regionali al cantiere del MUOS, il sistema di
comunicazioni satellitare fondamentale per i piani futuri del Pentagono.
Solo una suggestione, tra le tante ispirate dall’enigma degli assalti
aerei nelle campagne della Sicilia più profonda.
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