Statistiche

Sunday, April 7, 2013

Tutte le mosse di Curiosity

Il suo pilota italiano spiega come il rover si muove sul suolo marziano

 

Il pilota italiano Paolo Bellutta con Curiosity (fonte: Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci)
Il pilota italiano Paolo Bellutta con Curiosity (fonte: Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci)      

 Vista acuta, equilibrio e senso dell'orientamento: Curiosity dovrà sfoderare tutte le sue capacità per affrontare nel modo più sicuro il lungo cammino che lo separa dal monte Sharp, l'obiettivo chiave della sua missione posto al centro del grande cratere Gale, nel quale il rover è atterrato il 6 agosto 2012. A descrivere tutte le sue 'mosse' è Paolo Bellutta, il pilota italiano che guida Curiosity dal Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa a Pasadena.

Il rover marziano è un esploratore molto attento, capace di adottare diverse strategie a seconda delle condizioni ambientali in cui si trova ad operare. Terreni scoscesi, rocce, crateri: tutto viene superato grazie all'aiuto che arriva dai 14 piloti che lo comandano da Terra, che lavorano a turni in gruppi di tre (pilota, co-pilota e assistente) sempre affiancati da un'equipe di geologi planetari.
''Quando il terreno è ben noto e non presenta particolari ostacoli - spiega Bellutta - Curiosity si muove alla cieca, ovvero senza l'ausilio delle telecamere. Noi decidiamo il percorso esatto e il rover lo esegue, contando i giri delle ruote e valutando la direzione dello spostamento per essere sempre consapevole della propria posizione''.
Con questa modalità, la preferita dai piloti, Curiosity può coprire fino a 150 metri in un'ora. Quando il percorso presenta invece delle difficoltà, il rover sfrutta la cosiddetta navigazione autonoma. ''Noi indichiamo solo l'obiettivo da raggiungere - racconta il pilota italiano - e prima di muoversi Curiosity usa le sue telecamere per guardare la direzione verso cui deve spostarsi e ricostruisce la topografia del luogo, aggirando da solo gli ostacoli che si presentano''. In questo modo è possibile raggiungere una velocita' massima di 40-50 metri l'ora.

''Quando il terreno si fa particolarmente scosceso, come nel caso del monte Sharp - aggiunge Bellutta - usiamo la cosiddetta odometria visuale. In pratica Curiosity riprende un'immagine, fa un passo, e poi scatta un'altra immagine: cerca gli oggetti visibili nelle due foto e calcola di quanto si è spostato rispetto ad essi''. Questa strategia viene impiegata anche quando il veicolo deve essere posizionato in modo esatto, con una precisione di 1 o 2 centimetri al massimo, ad esempio per una trivellazione. La velocità massima raggiungibile è di circa 40-50 metri l'ora, e quando questa modalità di spostamento è unita alla navigazione autonoma si scende a 20-25 metri l'ora. Il vero problema legato alla scalata del monte Sharp sara' pero' la pendenza. Per affrontarla sara' indispensabile lo strumento Imu (Inertial Measurement Unit) che conferisce a Curiosity il senso dell'equilibrio proprio come fa il labirinto dell'orecchio umano. ''Controllera' l'assetto del veicolo e ci permettera' di capire quando si muovera' in salita o discesa, in modo da poterlo fermare nel caso in cui la pendenza diventi troppo pericolosa''. Le stesse ruote di Curiosity saranno delle spie molto importanti. ''C'e' sempre grande attenzione alla posizione relativa delle ruote - sottolinea Bellutta - perche' se c'e' un divario tra la parte destra e quella sinistra significa che il veicolo sta tentando di superare una roccia troppo grossa, o che lateralmente e' presente un precipizio''.

 

Fonte 

No comments:

Post a Comment

Note: Only a member of this blog may post a comment.