Disprezzato o negletto,
il contattismo è, invece, una miniera di informazioni di notevole
interesse. Nick Redfern ha dedicato al tema la prima monografia in
inglese, “Contactees”, ma l’”archetipo” è “Apocalissi aliene”.
Dimostrando intelligenza, i ricercatori, Liliana Flotta ed Eduardo
Grosso, hanno operato una rilettura di un celebre caso, adottando la
metodologia che più si addice ad un fenomeno tanto controverso:
individuare analogie con altri episodi e soprattutto provare a
confermare la veridicità delle dichiarazioni provenienti dai
contattisti, attraverso l’enucleazione di elementi predittivi
Il resoconto di Ferraudi mostra palesi similitudini con altri incontri
indagati. Una notte d’agosto del 1956, l’argentino Orlando Jorge
Ferraudi, (all’epoca aveva diciotto anni), mentre era intento a pescare
sulla costa del Northern Resort, dove sorge Universe City, vicino alla
capitale Buenos Aires, scorse un essere dalla pelle bianchissima e dagli
occhi chiari, col viso incorniciato da capelli corti e lisci. Il
visitatore invitò mentalmente Ferraudi a seguirlo; lo guidò quindi in un
velivolo. L’uomo ebbe non solo l’opportunità di compiere un’escursione
nello spazio, ma poté anche esplorare gli abissi oceanici dove notò
“un’immensa cupola sottomarina, simile ad un gigantesco igloo
eschimese”.
Sull’astronave, descritta come “una grossa scodella rovesciata”, il
contattato incontrò una bambina, Elena, di undici anni che era stata
prelevata poco prima dagli “stranieri”, nonché una creatura femminile,
alta e bionda. La donna, inguainata in una tuta aderente, esortò
Ferraudi a togliersi i vestiti affinché non contaminassero l’ambiente e
ad indossare una tunica. Il giovane fu condotto sul ponte della nave in
cui si apriva un’ampia finestra. In seguito l’U.F.O. si sollevò: durante
il viaggio nello spazio, l’uomo ammirò la Terra che aveva l’aspetto di
un globo blu, e la Luna, una sfera di colore grigio opaco. Quando
l’oggetto volante si diresse verso il Sole, con sbalordimento il giovane
constatò che “il Sole era nero”. Infine il vascello spaziale
fece rotta verso la Terra a velocità mozzafiato per immergersi nel Mar
delle Antille: sul fondale oceanico Orlando ed Elena videro una calotta
trasparente che copriva un’area di cinque - sei ettari. Essi entrarono
in una galleria che sboccava in una camera dove erano collocati dei
lettini ed installati degli strani macchinari: qui agli ospiti fu dato
da bere un liquore denso e piccante e da ingoiare alcune compresse. Fu
spiegato loro che si sarebbero assopiti. Furono destati e condotti in
stanze separate dove Orlando ed Elena poterono indossare di nuovo i loro
abiti. Ad Orlando fu spiegato che era stato compiuto un lavoro sulla
sua ghiandola pineale. L’experiencer ricorda il chiarimento che gli fu fornito dall’ufonauta: “La
ghiandola pineale è l’ultima nostra eredità che rimanga qui… Le razze
terrestri hanno subito mutazioni genetiche per loro stessa colpa e tutto
ciò che rimane di quanto eravate è l’epifisi. Per questo motivo
l’abbiamo risvegliata e, quando comunicheremo con te, sentirai una sorta
di ronzio”.
Osservano gli autori succitati che il ronzio è un sintomo comune a molti
contattisti: definito “segnale di aggiustamento”, è un suono percepito
quasi sempre nell’orecchio destro e che preannuncia un messaggio
telepatico.
Il caso Cerminara palesa delle similitudini con il racconto di Ferraudi:
Luis Cerminara era il dirigente di una compagnia assicurativa a
Pergamino (provincia meridionale di Buenos Aires). Le sue straordinarie
esperienze risalgono all’infanzia, quando nella città natale, Arroyo
Dulce, un “minuscolo essere grigio” lo portò su un “piccolo aereo
bianco” con cui compì un viaggio all’interno del pianeta. Una volta
adulto, Luis cominciò a ricevere messaggi mentali. Nel 1981 gli fu
chiesto di recarsi a Caleta Olivia (Argentina meridionale): colà lo
attendevano due ufonauti abbigliati con tute di colore chiaro. Gli
extraterrestri portarono l’uomo su un’astronave: all’interno la luce
promanava dall’intera superficie dell’ambiente. Luis raggiunse poi il
ponte: attraverso le aperture nello scafo contemplò la sfera azzurra
della Terra, la Luna ed il Sole che gli apparve... nero. Ritornata su
Gaia, la nave stellare penetrò in una struttura sotterranea formata da
diverse cupole. Luis Cerminara, dopo la sue avventure, sviluppò poteri
terapeutici e facoltà speciali, come il figlio. Particolare
interessante: l’uomo mostrava un marchio rosso dietro l’orecchio dove, a
suo dire, gli era stato introdotto un impianto.
Sia Orlando sia Luis, come altri rapiti, rammentano di aver veduto
un’icona, un cerchio in cui è inscritto un triangolo: è un simbolo che
contraddistingue una precisa civiltà aliena?
Fine prima parte
Fonte
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