Il pianeta Marte è anche chiamato il pianeta rosso per via dell’abbondanza di ossido di ferro
presente nelle sue rocce superficiali. E’ il colore che ci fanno vedere
anche le immagini della Nasa. Fin troppo rosso, il cielo è invece
descritto come essere giallognolo-marroncino.
Tra gli astrofili si stanno facendo strada dubbi circa l’autenticità cromatica delle immagini ufficiali.
Innanzitutto, perchè il pianeta ripreso da telescopi amatoriali non
sembra così rossiccio come nelle fotografie della Nasa? Anzi, appare con
venature di verde e azzurro?
La teoria dei colori artefatti, con cui verrebbe dipinto il pianeta,
sarebbe in accordo con le immagini che mostrano macchie scure di
vegetazione ( Foreste marziane ) e calotte di un qualche ghiaccio di colore azzurrognolo ( Climatologia del Pianeta Rosso ).
Ecco alcuni esempi di foto comparate:
Zone
molto scure appaiono evidenti anche nelle foto delle sonde, in specie
nella zona equatoriale, senza che vi sia fornita spiegazione
convincente.
Se esistono su Marte esseri vegetali capaci di fotosintesi
clorofilliana, cioè ossigeno nell’aria, il cielo non dovrebbe apparire
giallastro come nelle foto che i vari robottini mandati sulla superficie
ci inviano.
Del resto, la presenza di tanto ossido nelle rocce
superficiali potrebbe suggerire che una discreta quantità di ossigeno
molecolare (azzurro) sia presente nell’aria marziana. Oltre che per la
ricombinazione della CO2 e altri composti dell’ossigeno che costituiscono per oltre il 95% l’atmosfera.
Anche immagini prese dal telescopio spaziale Huble contengono il colore blu (sopra) nell’atmosfera di Marte altrimenti assente nelle foto più conosciute (sotto).
Si
può ipotizzare che se l’intento della astronomia canonica è nascondere
la presenza di vita su Marte, l’ente spaziale americano possa avere
alterato tramite filtri i veri colori del pianeta. Gli astronomi dovrebbero spiegare l’origine del colore azzurro del cielo marziano.
Numerosi studi effettuati sulle fotografie inviate dai centri di
acquisizione paiono essere state “alterate” come a nascondere i toni verdi-azzurri
che metterebbero in crisi gli scienziati intenti a convincere la
popolazione che Marte è un pianeta morto, semplicemente un freddo e
rosso deserto roccioso. La Nasa spesso definisce in “falsi colori” certe
fotografie rossastre di Marte mentre sui libri e giornali la falsità
dei colori viene omessa.
Così come non viene precisato il motivo per cui le fotocamere a bordo
di numerose sonde operano solo in colori alterati da filtri o
addirittura in bianco e nero (!) come nel caso della sonda Rosetta.
Ci sono fotografie scattate dal “lander” del primo Viking
del ‘76 che mostrano chiaramente toni di blu, basta analizzare le
immagine con un qualsiasi software grafico, se uno non si fida del
proprio monitor.
Ogni tanto emergono fotografie che sembrano realistiche le quali portano
a anche una tematica poco discussa: il fatto che la luce sulla
superficie marziana deve essere simile se non superiore a quella che
illumina la superficie della Terra. Infatti, il pianeta rosso si trova
circa 80 milioni di km più lontano dal Sole del nostro (ma ci sono solo
50 milioni di km tra il suo perielio e il nostro afelio)
quindi, essendo la sua atmosfera molto meno spessa, una maggiore
percentuale di luce dovrebbe raggiungere il suolo. La fotografia sotto
mostra probabilmente l’autentico paesaggio marziano.
Se avete modo di osservare direttamente Marte con un telescopio fate voi la prova colore!
Fonte
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