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Monday, September 30, 2013

Sì, “vale” mezza Chernobyl. Studio sulla radioattività immessa nell’aria da Fukushima

 Quanta radioattività è uscita da Fukushima e dove si è depositata? Adesso una risposta c’è, almeno per le emissioni nell’aria che sono cessate entro pochi giorni l’inizio della tragedia, avvenuto l’11 marzo 2011. La radioattività però continua a diffondersi nell’oceano Pacifico e nessuno sa se, quando, come questo potrà cessare.
Atmospheric Chemistry and Physics, una rivista scientifica legata alla prestigiosa European Geosciences Union di Monaco di Baviera, pochi giorni fa ha pubblicato una ricerca secondo la quale le emissioni radioattive nell’aria provenienti da Fukushima sono cadute per il 80% circa sugli oceani: non su terre abitate e campagne coltivate, con la vistosa eccezione di quasi tutto il Giappone.
E la quantità delle emissioni radioattive nell’aria? La ricerca tratta con una certa cautela – anche se fondamentalmente accoglie – la stima in base alla quale il Cesio 137 uscito da Fukushima rappresenta circa la metà di quello di Chernobyl.
Il Cesio 137 è solo uno degli elementi radioattivi sparati in aria da Fukushima e da Chernobyl. E’ comunque una delle pietre di paragone fondamentali: è abbondante, persistente (ci vogliono trent’anni prima che decada, prima cioè che la sua quantità si dimezzi naturalmente) e, se assorbito dall’organismo, tende a permanere nei muscoli e nel cuore.
Gli autori del saggio hanno elaborato queste cartine del fallout di Fukushima sulla base dei modelli della circolazione atmosferica e sulla base di 36,7 petabecquerel di emissioni di Cesio 137: un po’ meno della metà degli 80 petabecquerel di Cesio 137 uscito da Chernobyl.

Cattura

In basso è mostrato il dettaglio del Giappone, della Corea e della costa cinese. Il puntino nero è Fukushima, il quadrato rappresenta l’area metropolitana di Tokyo.
Nella cartina sono comprese anche le emissioni di Cesio 134 (tempo di dimezzamento due anni; quantità riportate in scala a quelle del Cesio 137) e di Iodio 131, la cui quantità si dimezza naturalmente nel giro di soli otto giorni. Però gli autori hanno giudicato inattendibile la stima – solitamente citata – di 150 petabecquerel di Iodio 131 usciti da Fukushima, ed hanno giudicato più appropriato moltiplicarla per 5: ovvero, calcolarne come pari a 750 petabecquerel.

Fonte

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