Ecco la stella 'Dr Jekyll e Mr. Hyde'
E' l'anello mancante che spiega l'evoluzione delle pulsar
Una strana stella trasformista, che si comporta come Dottor Jekyll e
Mister Hyde, è stata ritratta per la prima volta sulla rivista Nature
dall'astrofisico italiano Alessandro Papitto, dell'Istituto di studi
spaziali di Barcellona, in collaborazione con i ricercatori
dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).
E' una stella di neutroni, uno degli oggetti più densi dell'universo
frutto dell'esplosione di una supernova, che in tempi rapidissimi passa
dall'emissione intermittente di raggi X a quella di onde radio. Con il
suo comportamento capriccioso, rappresenta l'anello mancante che gli
astronomi cercavano da decenni. La stella di neutroni si chiama IGR
J18245-2452 e si trova a 18.000 anni luce dalla Terra, in un ammasso
chiamato Messier 28.
Scoperta per la prima volta nel 2005 da un gruppo di astronomi che la
classificò come una sorgente intermittente (pulsar) di onde radio, è
stata riscoperta una seconda volta nel 2013 nella sua veste di pulsar a
raggi X.
La sua peculiarità sta proprio nell'essere l'''anello mancante'', come
lo definisce Papitto, una fase di transizione tra due stadi della vita
di una pulsar. ''Da oltre 30 anni la teoria prevede che le pulsar radio
più veloci a ruotare fossero un tempo delle pulsar a raggi X che,
catturando materiale da un disco di gas circostante prodotto dalla
stella compagna, sono state portate a ruotare sempre più velocemente'',
spiega Luigi Stella, dell'Osservatorio di Roma dell'Inaf.
''Dopo un intervallo di tempo di centinaia di milioni di anni - aggiunge
il ricercatore- la materia proveniente dal disco si riduce fino a
cessare completamente e la stella di neutroni diventa una pulsar radio
in rapidissima rotazione''. Finora mancava però la prova diretta di un
legame tra queste due fasi della vita delle pulsar, che è stata
finalmente trovata nel comportamento capriccioso di questa stella grazie
a una serie di osservazioni combinate dei telescopi orbitanti Integral e
Xmm-Newton dell'Agenzia spaziale europea (Esa), seguite da altre
indagini condotte dallo spazio con i satelliti Nasa Swift e Chandra, e
da terra con radiotelescopi in Australia, Paesi Bassi e Stati Uniti.
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