Il MUOS di Niscemi, un'arma ambientale
Uno strumento di guerra nocivo per
l'ambiente e la salute degli abitanti. La mia relazione sul Muos di
Niscemi in occasione della conferenza sui cambiamenti climatici,
Bruxelles 9 aprile 2013
A Niscemi (Sicilia), all'interno di una riserva naturale (area SIC),
sono in corso i lavori di realizzazione di uno dei quattro terminali
terrestri del MUOS (Mobile User Objective System), il nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari della Marina militare degli Stati Uniti d'America.
Il MUOS dovrà assicurare il collegamento della rete militare Usa (centri di comando, controllo e logistici, le migliaia di utenti mobili
come cacciabombardieri, unità navali, sommergibili, reparti operativi,
missili Cruise, aerei senza pilota, ecc.), decuplicando la velocità e la
quantità delle informazioni trasmesse nell'unità di tempo e rendendo
sempre più automatizzati e disumanizzati i conflitti del XXI secolo. Con
la conseguenza di accrescere sempre più il rischio di guerra
(convenzionale, batteriologica, chimica e/o nucleare) anche per un mero
errore di elaborazione da parte dei computer.
Il terminale MUOS di Niscemi sarà costituito da tre grandi antenne
paraboliche del diametro di 18,4 metri per le trasmissioni verso i
satelliti geostazionari con frequenze che raggiungeranno i 31 GHz e da
due trasmettitori di 149 metri d'altezza per il posizionamento
geografico con frequenze tra i 240 e i 315 MHz. Un mixer di onde
elettromagnetiche che penetreranno la ionosfera con potenziali effetti
devastanti per l'ambiente e la salute dell'uomo.
Originariamente il progetto era stato previsto per Sigonella, la
principale stazione aeronavale della Marina militare Usa nel
Mediterraneo alle porte di Catania. Poi fu deciso di dirottare
l'impianto una settantina di chilometri più a sud, nella stazione
utilizzata dal oltre vent'anni dal Pentagono per le comunicazioni con i
sottomarini atomici in navigazione negli oceani. A determinare il cambio
di destinazione le risultanze di uno studio sull'impatto delle onde
elettromagnetiche generate dal MUOS che accertò l'alto rischio che le
emissioni potessero avviare la detonazione degli ordigni ospitati a
Sigonella. Ovviamente senza tenere assolutamente in considerazione gli
effetti del sistema sulla salute e la sicurezza delle popolazioni che
abitano nei pressi della base di Niscemi.
A denunciare l'insostenibilità ambientale del MUOS e le "gravi carenze"
degli studi effettuati dagli statunitensi ci ha pensato nel novembre
2011 il Politecnico di Torino, attraverso un report dei professori
Massimo Zucchetti e Massimo Coraddu. "Con la realizzazione delle nuove
antenne si verificherà un incremento medio dell'intensità del campo in
prossimità delle abitazioni più vicine pari a qualche volt per metro
rispetto al livello esistente", scrivono i due ricercatori. "C'è poi il
rischio di effetti acuti legati all'esposizione diretta al fascio emesso
dalle parabole MUOS in seguito a malfunzionamento o a un errore di
puntamento. I danni alle persone accidentalmente esposte a distanze
inferiori ai 20 Km saranno gravi e permanenti, con conseguente necrosi
dei tessuti".
Le onde elettromagnetiche avranno pesantissimi effetti pure sul traffico
aereo nei cieli siciliani e in particolare sull'aeroporto di Comiso,
prossimo all'apertura. "Il fascio di microonde del MUOS è senz'altro in
grado di provocare gravi interferenze nella strumentazione di bordo di
un aeromobile che dovesse essere investito accidentalmente", spiegano
Zucchetti e Coraddu. "Gli incidenti provocati dall'irraggiamento di
aeromobili distanti anche decine di Km. sono eventualità tutt'altro che
remote e trascurabili ed è incomprensibile come non siano state prese in
considerazione dagli studi progettuali. I rischi d'interferenza
investono potenzialmente tutto il traffico aereo della zona circostante
il MUOS. Nel raggio di 70 Km si trovano ben tre scali aerei: Comiso, a
poco più di 19 Km dalla stazione di Niscemi, e gli aeroporti militare di
Sigonella e civile di Fontanarossa (Catania), che si trovano
rispettivamente a 52 Km e a 67 Km". Sigonella, tra l'altro, è oggetto
delle spericolate operazioni di atterraggio e decollo dei droni a
disposizione delle forze armate Usa e Nato.
Nonostante i rilievi del Politecnico e in aperta violazione delle norme
di attuazione del Piano territoriale paesistico della riserva naturale
"Sughereta" di Niscemi entro cui ricade la base statunitense, l'1 giugno
2011 la Regione siciliana ha autorizzato l'avvio dei lavori del MUOS. I
cantieri hanno generato sbancamenti di colline e sradicamenti della
macchia mediterranea, sfregiando irrimediabilmente un'ampia area
classificata come zona A cioè inedificabile. "L'entità delle
trasformazioni in atto denotano una gravissima manomissione
dell'ambiente con l'aggravante di esplicarsi a danno di un'area protetta
di interesse internazionale", commenta amaramente il responsabile del Centro di educazione e formazione ambientale di Niscemi,
Salvatore Zafarana. "Ad essere definitivamente compromessi sono alcuni
lotti boscati di limitate estensioni ma di indiscusso pregio
naturalistico e paesaggistico".
Sui crimini ambientali commessi ai danni della riserva, la Procura di
Caltagirone ha aperto un'inchiesta e, il 6 ottobre 2012, ha pure
ordinato il sequestro dei cantieri del MUOS. Dopo il ricorso
dell'avvocatura dello Stato, il Tribunale di Catania ha però annullato
il provvedimento ordinando il dissequestro degli impianti. D'allora
diverse centinaia di cittadini di Niscemi e di tutta la Sicilia hanno
intrapreso una campagna di azioni non violente finalizzate a bloccare il
transito dei mezzi che operano all'interno della base, in particolar
modo i camion gru chiamati ad innalzare le tre maxi-antenne satellitari.
In più occasioni le risposte delle autorità di pubblica sicurezza sono
state durissime: i manifestanti sono stati caricati, manganellati,
spintonati, strattonati e denunciati per svariati reati.
Il MUOS, l'HAARP e le guerre climatiche
Nel Movimento No MUOS si avverte il timore che il nuovo sistema
di telecomunicazione satellitare delle forze armate Usa possa essere in
qualche modo legato all'HAARP (High Frequency Active Auroral Research Program),
il Programma di Ricerca Attiva Aurorale con Alta Frequenza che dal 1994
la US Air Force e la US Navy portano avanti dalla base di Gakona, in
Alaska. L'HAARP vede operative centinaia di antenne che trasmettano
nella banda bassa, da 2,8 a 7 MegaHerz, e nella banda alta, da 7 fino 10
MegaHerz, capaci di trasmettere onde elettromagnetiche fino a quote di
350Km. Si tratta di un range delle frequenze di poco inferiore a quelle
previste per il MUOS e corrispondente a quello delle 46 antenne della
NRTF (Naval Radio Transmitter Facility) della stazione Usa di
Niscemi che da più di vent'anni assicurano le comunicazioni con le unità
navali e i sottomarini a capacità e propulsione nucleare in immersione
negli oceani.
Ufficialmente Washington affermava che l'HAARP ha la funzione di
studiare la ionosfera ed evitare gravi fenomeni atmosferici, ma più di
uno studioso ipotizza che i test e le attività della megastazione
dell'Alaska servano invece a creare enormi perturbazioni ambientali e
climatiche. Il fisico indipendente Corrado Penna, tra i sostenitori
dell'ipotesi di utilizzo delle antenne MUOS per fini non dichiarati di
modificazione ambientale in sinergia con il sistema HAARP, ha più volte
denunciato come queste tecnologie possono servire "a causare terremoti o
altri fenomeni come siccità, uragani, inondazioni, ecc., sia
indirizzando le emissioni sul nucleo della terra (influendo così sul
magnetismo terrestre), sia indirizzandole sulla ionosfera".
Il 5 febbraio 1998, la Commissione per gli affari esteri, la sicurezza e
la politica di difesa del Parlamento europeo sentì il dovere di
convocare un'audizione pubblica sull'HAARP a cui NATO e forze armate USA
scelsero di non partecipare. I parlamentari Ue riuscirono a sapere che i
programmi di ricerca sulle radiazioni ad alta frequenza sono condotti
congiuntamente dai militari degli Stati Uniti d'America e dall'Istituto
di geofisica dell'Università dell'Alaska di Fairbanks. Progetti analoghi
sarebbero condotti pure in Norvegia, probabilmente in Antartide, e
nell'ex Unione Sovietica. Attraverso impianti basati a terra e una serie
di antenne, ciascuna alimentata da un proprio trasmettitore, si
riscaldano con potenti onde radio parti della ionosfera dove si trovano
enormi campi magnetici protettivi denominati "fasce di Van Allen", i
quali intercettano protoni, elettroni e particelle alfa. L'energia così
generata riscalda talune parti della ionosfera provocando buchi e lenti
artificiali.
"L'HAARP può essere impiegato per molti scopi", scrive l'on. Maj Britt Theorin, relatrice della proposta di risoluzione (mai adottata) sull'uso potenziale delle risorse di carattere militare per le strategie ambientali
della commissione sulla sicurezza del Parlamento europeo (14 gennaio
1999). "Manipolando le proprietà elettriche dell'atmosfera si è in grado
di porre sotto controllo forze immani. Facendovi ricorso quale arma
militare, le conseguenze potrebbero essere devastanti per il nemico.
Attraverso l'HAARP è possibile convogliare in una zona prestabilita
energia milioni di volte più intensa di quella che sarebbe possibile
inviare con qualsiasi altro trasmettitore tradizionale. L'energia può
anche essere indirizzata verso un obiettivo mobile, per cui si potrebbe
applicare anche contro i missili del nemico...". Forse per questo,
Washington ha perfezionato la tecnologia HAARP nell'ambito
dell'Iniziativa di Difesa Strategica (IDS), quella dello Scudo spaziale e delle Guerre stellari.
Il progetto USA consente anche di potenziare le comunicazioni con i
sommergibili atomici e di manipolare la situazione meteorologica
globale. "Ma è possibile anche il contrario, cioè disturbare le
comunicazioni", aggiunge l'europarlamentare.
"Manipolando la ionosfera è possibile ostacolare le comunicazioni
globali facendo però arrivare a destinazione le proprie. Un'altra
applicazione del sistema è quella di scandagliare a raggi X la terra per
vari chilometri di profondità, con un'apposita tomografia a effetto
penetrante, per esplorare campi di petrolio e di gas, ma anche
attrezzature militari sotterranee. Radar in grado di vedere oltre
l'orizzonte e di definire gli oggetti a grande distanza sono un'altra
delle applicazioni del sistema HAARP".
È certo che a partire dagli anni '50 gli Stati Uniti hanno effettuato
esplosioni di materiale nucleare nelle fasce di Van Allen per sondare
gli effetti ad un'altezza così elevata sulle trasmissioni radio e le
operazioni radar in virtù dell'intenso impulso elettromagnetico
scatenato dalle deflagrazioni. Gli esperimenti hanno creato nuove fasce
di radiazione magnetica comprendenti quasi tutta la terra. "Gli
elettroni correvano lungo linee di campo magnetiche creando un'aurora
boreale artificiale sopra il Polo Nord", aggiunge Maj
Britt Theorin. "Con questi test militari si rischia seriamente di
danneggiare per molto tempo la fascia di Van Allen. Secondo gli
scienziati americani ci vorranno probabilmente molte centinaia di anni
prima che essa si stabilizzi nella sua posizione normale. L'HAARP può
anche influenzare tutto l'ecosistema, soprattutto nella sensibile area
antartica. Inoltre le potenti onde radio possono causare buchi
ionosferici, pregiudicando il sistema che ci protegge dalle radiazioni
provenienti dal cosmo".
Proprio a causa dell'implementazione del sistema HAARP come arma per
manipolare l'ambiente, la Commissione presieduta da Maj Britt Theorin ha
chiesto inutilmente la sospensione di tutte le attività sperimentali e
che le conseguenze giuridiche, ecologiche ed etiche fossero analizzate
da un organismo internazionale indipendente. "Tutta una serie di atti
normativi internazionali (Convenzione sul divieto dell'utilizzo a
scopi militari o ad altri scopi ostili delle tecniche di modificazione
dell'ambiente, The Antarctic Treaty, Trattato recante principî per il
comportamento degli Stati nell'esplorazione dello spazio esterno e la
Convenzione dell'ONU sulle leggi del mare) fanno risultare l'HAARP
assai dubbio non soltanto dal punto di vista umano e politico, ma anche
da quello giuridico", concludeva l'europarlamentare.
In un suo recente saggio sulle guerre climatiche ("Owning the weather",
Limes, ), il generale Fabio Mini, già comandante delle forze NATO in
Kosovo, rileva come da ormai diversi anni la ricerca militare si sia
rivolta sia alle bassissime frequenze (ELF) sia a quelle alte. "In
entrambi i casi lo scopo è quello d'interferire con la ionosfera in modo
da aumentare o diminuire fino alla soppressione le capacità di
trasmissione di segnali radiomagnetici", scrive il militare. "Le e
missioni dei trasmettitori HAARP che avvengono quasi regolarmente in
quattro periodi dell'anno sono in grado di inviare nella ionosfera raggi
di potenza superiore al gigawatt. Gli scienziati che si occupano del
programma negano che la loro attività abbia una qualsiasi valenza
militare o che interferisca con l'ambiente naturale. Tuttavia, il
termine auroral che fa parte del suo acronimo si riferisce al
fenomeno delle aurore boreali che si determinano nella zona di confine
tra ionosfera e atmosfera quando emissioni ad altissima energia
provenienti dal sole vengono convogliate dal magnetismo terrestre
verso i poli e vanno a collidere con le particelle più rarefatte
dell'atmosfera. HAARP nega che le sue emissioni siano in brado di
produrre artificialmente questo fenomeno, anche se le emissioni sono
dirette esattamente verso la stessa zona e hanno caratteristiche molto
simili a quelle ad alta energia provenienti dal sole".
Il generale Mini ricorda poi come gli esperimenti militari per alterare
la ionosfera risalgano perlomeno alla seconda metà degli anni '50 del
secolo scorso. Nel 1958 le forze armate Usa fecero esplodere tre
ordigni atomici a a fissione nella parte inferiore della fascia di Van
Allen e due ordigni a fusione nella parte alta dell'atmosfera, alterando
l'equilibrio della ionosfera. tali esperimenti continuarono fino al
1962, quando le dirompenti poteste della comunità scientifica
internazionale costrinsero Washington a sospenderli. Nello stesso
periodo iniziarono però le sperimentazioni nucleari sovietiche nella
ionosfera e nelle fasce di Van Allen. "Oggi sono proprio i radar
meteorologici ad individuare - spesso in corrispondenza di aree colpite
da gravi fenomeni atmosferici - le segnature circolari tipiche delle
onde elettromagnetiche ad alta frequenza come quelle generate dalle
emittenti di onde longitudinali, onde scalari, silent sound e di quelle
delle trasmittenti HARP", conclude Fabio Mini.
Per l'economista Michel Chossudovsky, l'HAARP è un vera e propria arma di distruzione di massa.
Oltre ad interferire sulle comunicazioni radio ad alta frequenza,
televisive e radar, le sue antenne possono influenzare i circuiti
elettrodinamici delle aurore, consistenti in una corrente naturale di
elettricità che varia da 100 mila ad 1 milione di megawatt. In questo
modo è possibile utilizzare il vento solare per danneggiare i satelliti e
le apparecchiature installate sui sistemi missilistici dei paesi
nemici. Anche in questo caso il programma di ricerca sulle radiazioni ad
alta frequenza s'incrocia con le attività dell'NRTF di Niscemi. Alcuni
dei trasmettitori della stazione dell'US Navy di contrada Ulmo operano
in VLF (Very Low Frequency), con bande di frequenze comprese
tra i 3 kHz - 30 kHz, all'interno del sistema planetario di
"Sorveglianza dell'attività solare" e per il monitoraggio delle
cosiddette SID - Sudden Ionospheric Disturbances, i disturbi
delle comunicazioni radio originati nella ionosfera dalle attività
eruttive del sole. Nella lista dei trasmettitori in VLF utilizzabili per
il monitoraggio SID, predisposta dalle forze armate statunitensi, oltre
alla stazione di Niscemi, compare anche quella dell'isola di Tavolara
in Sardegna.
Antonio Mazzeo
Relazione presentata alla Conferenza Beyond Theories of Weather Modification - Civil Society versus Geoengineering, European Parliament, Bruxelles 9 aprile 2013.
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