Il business dei rifiuti elettronici, e-waste, si aggira intorno
al 75milioni di dollari all'anno e sono 53milioni le tonnellate prodotte
annualmente nel mondo, un milione di queste tonnellate arriva in Cina a
Guyiu dove in condazioni assolutamente insane un'intera cittadina ha
fatto di questo business la propria fonte di sostentamento
14 aprile 2013- Guiyu, vicino a Shantou Chaonan, è una cittadina nel Guangdong, Cina, divenuta tristemente celebre per essere la più grande discarica di rifiuti elettronici
(e-waste) del mondo. E' ritenuta la seconda località al mondo più
inquinata, la prima è il lago russo di Karachay, dove i sovietici
costruirono il primo complesso per la produzione di plutonio e dove si
sono verificati addirittura, ben tre incidenti nucleari.
Il business che hanno creato a Guiyu è quello della spazzatura elettronica, causando non poche perplessità ad alcune organizzazioni internazionali come Greenpeace, la convenzione di Basilea e United Nations Environment Programme.
La città è popolata da 150.000 abitanti, i quali hanno dato vita a
oltre 5.500 attività, esclusivamente dedicate al riciclo o
all'eliminazione definitiva di rifiuti elettronici, come parti computer, monitor, cellulari, televisioni.
Si stima che ogni anno un milione di tonnellate di rifiuti elettronici,
nel mondo se ne producono circa 53milioni di tonnellate, tocchino il
suolo cinese provenendo soprattutto da Stati Uniti, Canada, Giappone e
Corea del Sud. Secondo le statistiche rilasciate dal sito ufficiale di
Guiyu, il mercato dell'e-waste si aggira attorno ai 75 milioni di
dollari l'anno; essendo un mercato economicamente così vantaggioso, gli
abitanti della cittadina hanno tralasciato le norme ambientali e
sanitarie basilari e si sono messi all'opera nel business dell e-waste.
Peccato che il riciclaggio non avvenga in apposite
strutture dedite a tale scopo, che rielaborano in tutta sicurezza ciò
che non avrebbe più un uso; i rifiuti, infatti, vengono affidati a
lavoratori locali, in condizioni assolutamente non adeguate, per la strada e lungo le vie della città, dove si trovano montagne di rifiuti accatastati.
E queste pessime condizioni di lavoro, ma soprattutto di vita creano non pochi problemi
alla popolazione locale; infatti, secondo alcune organizzazioni
sanitarie, i bambini di Guiyu soffrono di un'alta percentuale di avvelenamento da piombo, inoltre, tra la popolazione si concentra un' alta percentuale di tumori causati da diossine e di aborti spontanei.
Non essendoci nessuna norma che regoli lo smaltimento dei rifiuti e
facendolo per strada e non in strutture adeguatamente attrezzate, gli
operai lavorano in condizioni pericolose per la salute:
ogni giorno bruciano centinaia di schede dei computer per fare
sciogliere le saldature di piombo e separare i metalli, questo crea lo
sprigionamento di sostanze tossiche che non solo vengono inalate dai
cittadini, ma vanno ad inquinare le falde acquifere e il sottosuolo.
Buona parte dei residui come polveri derivate dalla combustione del
carbone, confluiscono poi nei rigagnoli e nei numerosi canali
cittadini.
Greenpeace ha mandato a Guiyu alcuni suoi esperti per misurare i
livelli delle sostanze nocive presenti nel terreno e nelle acque della
città cinese: i risultati lasciano sbigottiti l’aria è irrespirabile a
causa della diossina e un'assoluta tossicità dell'acqua.
Alla gente del luogo però, va bene così; il reddito medio è molto più
alto rispetto alla media nazionale e il segreto di questo "successo"
risiede nel fatto che le organizzazioni sono tutte a conduzione
familiare; i rifiuti sono i pilastri dell'economia locale.
Fonte
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