(Rinnovabili.it) – Non sono solo le acque giapponesi a preoccupare. Dopo la fuoriuscita di acqua radioattiva che sta contaminando l’oceano antistante la centrale nucleare di Fukushima,
danneggiata nel 2011 dal terremoto che ha colpito l’intera area, ad
allarmare ora sono anche gli elevati livelli di cesio radioattivo
registrati nelle zone boscose del nord-est del Giappone.
A riferirlo stamane il quotidiano nipponico Nikkei che ha riportato i preoccupanti dati raccolti dalla prefettura di Miyagi.
A seguito di una ricerca è stata dimostrata la capacità del’isotopo
radioattivo di rimanere accumulato nel suolo anche a causa della
decomposizione delle foglie che cadendo dagli alberi marciscono sul
suolo avvelenando nuovamente il terreno. Per questo le foreste appaiono
come le porzioni di territorio maggiormente inquinate dalle emissioni
radioattive e la fitta presenza di bosco nella prefettura di Fukushima e
nelle aree limitrofe rende davvero complesse le operazioni di
decontaminazione.
Secondo le misurazioni effettuate i
boschi presenti a 60 e 120 miglia di distanza dalla centrale nucleare
hanno accumulato rispettivamente un livello medio di 26 mila becquerel
per chilogrammo nel giugno 2012, livello che un anno dopo si è alzato
fino a 42 miliardi di becquerel con un aumento dei contaminanti a 10 cm
di profondità nel terreno cresciuta da 721 a oltre tremila becquerel.
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