Secondo uno studio pubblicato sul Physical Review X , potrebbero
esserci molti universi differenti che interagiscono tra loro, che
spiegherebbero anche il misterioso mondo della quantistica
Potrebbero esistere altri mondi, almeno in teoria, in cui - un po' come nel film Sliding Doors
(1998, Stati Uniti e Gran Bretagna, regia di Peter Howitt) - nostri
alter-ego in tutto e per tutto uguali a noi conducono vite 'parallele'?
Si tratta di una domanda che da molti anni viene posta non solo dalla
letteratura fantascientifica, ma anche dal mondo accademico. Oggi, un nuovo studio teorico sull'argomento, pubblicato sulla prestigiosa rivista Physical Review X,
afferma che i mondi paralleli potrebbero non essere un prodotto
esclusivo della fantascienza, ma idealmente potrebbero esistere ed
interagire tra loro, almeno a livello teorico.
Lo studio è stato condotto dai ricercatori della
Griffith University a Brisbane, in Australia, insieme ad un ricercatore
dell'Università della California a Davis, negli Stati Uniti.Professor Howard Wiseman, Direttore del Centre for Quantum Dynamics alla Griffith University |
Non bisogna aspettarsi, però, che lo studio dimostri l'esistenza
materiale di realtà parallele popolate da nostre copie e costituite da
pianeti con caratteristiche quasi sovrapponibili a quelle terrestri.
Gli scienziati forniscono una formulazione matematica della possibilità
insondabile dell'esistenza di altri mondi, dove, con la parola mondo,
essi intendono un intero universo dotato della complessità strutturale
che oggi conosciamo grazie alla scienza. Secondo gli scienziati,
l'esistenza di questi mondi che, invece di non incontrarsi mai, si
influenzerebbero reciprocamente, potrebbe fornire una spiegazione
scientifica strutturata della teoria quantistica: si tratta di una
teoria fisica, nata nel secolo scorso, che è in grado di descrivere il
mondo invisibile degli atomi e di tutto ciò che è ancora più piccolo e
imponderabile.
Un esempio cinematografico. Quello di oggi non è il primo studio
scientifico su questo tema, ampiamente dibattuto dalla comunità
scientifica e non solo. Il tema delle dimensioni parallele è caro anche
al pubblico ed è entrato nell'immaginario cinematografico già diversi
anni fa: qualcuno forse ricorderà il film Giulia e Giulia (1987, Italia,
regia di Peter Del Monte), in cui la protagonista, Giulia (interpretata
da Kathleen Turner) vive una sorta di sdoppiamento in due dimensioni,
per cui vi sono due Giulie, la Giulia felice insieme al marito Paolo
(interpretato da Gabriel Byrne) e la Giulia rimasta vedova di Paolo,
morto tragicamente in un incidente stradale.
Tornando alla fisica, ovviamente, bisogna sottolineare che il risultato
della ricerca odierna è un risultato teorico (e non un esperimento
sull'esistenza di dimensioni parallele); un dato, dunque, che deve
essere ancora approfondito e che riapre un dibattito tra fisici con
posizioni talvolta contrastanti rispetto alle teorie che lo compongono.
Il mondo della quantistica. Si tratta di uno strano regno che
comprende il mondo sub-microscopico, in cui alcuni elementi di
dimensioni piccolissime (particelle subatomiche come gli elettroni)
possono trovarsi contemporaneamente in più di un 'luogo' diverso.
Provando ad applicare la quantistica al mondo macroscopico, le cose
diventano ancora più complesse, non solo negli esperimenti, ma anche a
livello teorico, portando a situazioni del tutto impossibili nella
realtà conosciuta: infatti, un oggetto macroscopico, anche a livello
speculativo, non può trovarsi contemporaneamente in due posti diversi.
Ne rende esempio il paradosso, molto noto ai fisici, del "gatto di
Schrödinger" (dal nome del fisico che ha ideato l'esperimento mentale,
appunto Erwin Schrödinger, nel 1935): ponendo un gatto in una scatola
d'acciaio contente un marchingegno mortale, che potrebbe avvelenare
l'animale, secondo la meccanica quantistica, fino a quando non si apre
la scatola, il gatto si trova contemporaneamente vivo e morto
(l'esperimento è mentale, non è mai stato realizzato).
Come nasce e in cosa consiste la teoria. Nonostante le difficoltà
concettuali, numerose teorie fisiche e modelli matematici sono state
elaborate nel corso degli anni da scienziati che si sono interrogati
sulla natura dell'universo come base per una spiegazione che potesse
comprendere anche il mondo microscopico. "L'idea di universi paralleli
all'interno della meccanica quantistica è nata a partire circa dal
1957", ha spiegato il Professor Howard Wiseman del Griffith's Centre for
Quantum Dynamics. Questa ipotesi è stata formulata nella teoria
dell''Interpretazione a Molti-Mondì da parte fisico e matematico
statunitense Hugh Everett III. In questa interpretazione "ogni universo
si divide in una serie di nuovi universi, ogni volta che viene
effettuata una misurazione quantistica", illustra Wiseman. "Dunque,
diverse possibilità quantistiche trovano realizzazione - in alcuni di
questi [...] l'Australia è stata colonizzata dai portoghesi". Rispetto a
questa interpretazione, "gli scettici mettono in dubbio la realtà di
questi universi, dato che essi non influenzano in maniera completa il
nostro universo", prosegue Wiseman, che in un articolo su
Theconversation, aggiunge: "il modello 'Interpretazione a Molti Mondi' è
stato criticato per il fatto che non definisce quando avviene
l'osservazione (che porta alla diramazione dell'universo in molti
universi, ndr). Così, non è chiaro quanti mondi ci sono ad un dato tempo
e le proprietà di ciascun mondo sono un po' confuse".
Oggi il gruppo di Wiseman ha sviluppato un modello differente.
"Il nostro approccio chiamato 'Many Interacting Worlds' (MIW)
["Molti-Mondi che interagiscono" ndr] è completamente diverso, come
suggerisce il nome stesso", continua Wiseman. Nel nuovo approccio,
chiamato appunto MIW e diverso dall''Interpretazione a Molti-Mondì del
1957, questa diramazione è assente e gli scienziati introducono una
particolare interazione tra i mondi paralleli, che esercitano una forza
di repulsione uno sull'altro.. Tale forza, come una sorta di lotta
fisica per affermarsi, sarebbe in grado di spiegare anche la
differenziazione dei numerosi mondi ed inoltre rappresenterebbe la
chiave della potenziale spiegazione della meccanica quantistica: proprio
dalla collisione tra i mondi nascerebbero i fenomeni quantistici,
secondo gli scienziati.
I ricercatori hanno dimostrato in complesse formule matematiche come un
modello con 41 mondi paralleli possa spiegare anche uno dei più
importanti esperimenti della fisica - si legge in un articolo su Nature
di Alexandra Witze - e alla base della quantistica, che dimostra la
doppia natura della luce. La luce, infatti, si comporta sia come
un'onda (onda luminosa) che come un corpuscolo (particella). Tra le
radiazioni ondulatorie tipiche conosciamo quelle sonore, mentre tra le
radiazioni corpuscolari, ad esempio, quelle ionizzanti costituite dalle
particelle alfa. La radiazione luminosa è 'duplice', comportandosi ora
in un modo ora nell'altro: un altro elemento apparentemente bizzarro
della fisica.
Un'ipotesi misteriosa, quella della teoria odierna, che necessita di
ulteriori studi e che è fonte, da quasi un secolo, di un ampio dibattito
all'interno della comunità scientifica.
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