Il
professor Paolo Salucci, della Scuola internazionale superiore di studi
avanzati di Trieste (Sissa), ha visto pubblicata dall’autorevole
rivista Annals of Physics una sua interessante ricerca, della quale si è
occupato pure Corriere.it nella sua area scientifica (questo il link).
Tra i principali studiosi di materia oscura in Italia e a livello
internazionale, Salucci – assieme a chi ha condiviso il suo lavoro –
interpreta la Via Lattea “come il motore di un gigantesco wormhole”,
dunque qualcosa di simile a quanto descritto dal film “Interstellar”.
Inoltre, la sua è soprattutto una provocazione che mira a stimolare la
comunità scientifica ad affrontare il problema della materia oscura da
un punto di vista differente. Ma il tema trattato può abbracciare anche
la questione della vita al di là della nostra Terra. Ho così deciso di
contattare il professore, al quale ho posto due semplici domande. E
quanto mi ha risposto è la “polpa” di questo post che vado a proporvi
(invitandovi però, prima, a leggere o a rileggere l’articolo di
Corriere.it). Qui, invece, aggiungo un “fuori onda” o un off topics, se
preferite. Si riferisce a Marte: dal giorno 18, mi segnala Tetricus, non
giungono più immagini da Curiosity. Liberi di dare la vostra
interpretazione a questo black out.
Professor Salucci, lei crede alla possibilità che nell’universo ci siano forme di vita simili alla nostra o addirittura con qualità superiori?
“La cosa inspiegabile sarebbe il fatto che nella nostra galassia non vi fosse alcuna vita intelligente oltre alla nostra. La nostra civiltà è nata tardi, il Sole ha circa 4 miliardi di anni di vita, ma la nostra galassia esiste da 12 miliardi di anni. Centinaia di milioni di stelle come il Sole sono esistite miliardi di anni prima di noi. Qualcosa devono aver lasciato! E’ stato calcolato che per colonizzare una galassia , ad una civiltà neanche troppo avanzata rispetto alla nostra, occorrerebbero solo 100.000 anni. Quindi la domanda è quella di Enrico Fermi: dove sono tutti questi Alieni? La risposta è complicata, ma al momento esula l’aspetto scientifico ed entra nella filosofia o nella pura fantascienza. Riguardo alle qualità di queste ipotetiche civiltà, noi siamo sicuramente gli ultimi arrivati e gli ultimi ad aver raggiunto un certo livello scientifico (abbiamo solo decine di anni dall’inizio dell’era nucleare, dell’intelligenza artificiale, delle esplorazioni spaziali); qualuque civiltà con cui entreremmo in contatto ci sarebbe sicuramente tecnologicamente molto superiore. Ma le civiltà galattiche, forse, non vengono giudicate dal loro progresso scientifico bensì dalle loro capacità creative. Allora, forse, Mozart, Leonardo, Hegel potrebbero aver reso la razza umana un mito tra le razze di tutta la galassia!”
La teoria che ha esposto assieme ai suoi colleghi indiani ci apre in qualche modo la strada per agganciare queste eventuali realtà?
“Altre civiltà sono già dappertutto e probabilmente sono già qui. Hanno ottimi motivi per non voler comunicare con noi, il principale dei quali è il non voler alterare la nostra naturale evoluzione culturale di razza giovanissima, la cosa più preziosa che noi abbiamo e che è ambita dalle razze mature. I risultati del nostro articolo non forniscono una scorciatoia per un contatto con ET; affermano invece che noi potremmo scambiare, per effetto naturale, delle conseguenze di una modificazione artificiale dell’universo che ci circonda da parte di entità senzienti”.
Flavio Vanetti
Fonte
Professor Salucci, lei crede alla possibilità che nell’universo ci siano forme di vita simili alla nostra o addirittura con qualità superiori?
“La cosa inspiegabile sarebbe il fatto che nella nostra galassia non vi fosse alcuna vita intelligente oltre alla nostra. La nostra civiltà è nata tardi, il Sole ha circa 4 miliardi di anni di vita, ma la nostra galassia esiste da 12 miliardi di anni. Centinaia di milioni di stelle come il Sole sono esistite miliardi di anni prima di noi. Qualcosa devono aver lasciato! E’ stato calcolato che per colonizzare una galassia , ad una civiltà neanche troppo avanzata rispetto alla nostra, occorrerebbero solo 100.000 anni. Quindi la domanda è quella di Enrico Fermi: dove sono tutti questi Alieni? La risposta è complicata, ma al momento esula l’aspetto scientifico ed entra nella filosofia o nella pura fantascienza. Riguardo alle qualità di queste ipotetiche civiltà, noi siamo sicuramente gli ultimi arrivati e gli ultimi ad aver raggiunto un certo livello scientifico (abbiamo solo decine di anni dall’inizio dell’era nucleare, dell’intelligenza artificiale, delle esplorazioni spaziali); qualuque civiltà con cui entreremmo in contatto ci sarebbe sicuramente tecnologicamente molto superiore. Ma le civiltà galattiche, forse, non vengono giudicate dal loro progresso scientifico bensì dalle loro capacità creative. Allora, forse, Mozart, Leonardo, Hegel potrebbero aver reso la razza umana un mito tra le razze di tutta la galassia!”
La teoria che ha esposto assieme ai suoi colleghi indiani ci apre in qualche modo la strada per agganciare queste eventuali realtà?
“Altre civiltà sono già dappertutto e probabilmente sono già qui. Hanno ottimi motivi per non voler comunicare con noi, il principale dei quali è il non voler alterare la nostra naturale evoluzione culturale di razza giovanissima, la cosa più preziosa che noi abbiamo e che è ambita dalle razze mature. I risultati del nostro articolo non forniscono una scorciatoia per un contatto con ET; affermano invece che noi potremmo scambiare, per effetto naturale, delle conseguenze di una modificazione artificiale dell’universo che ci circonda da parte di entità senzienti”.
Flavio Vanetti
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