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ispezione congiunta Ue Iaea sui 15 reattori nucleari ucraini - See more
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Mentre Angela Merkel e François Hollande volano a Kiev e Mosca per cercare di sedare per via diplomatica il conflitto riesploso drammaticamente nel sud-est dell’Ucraina tra le truppe governative e le milizie filo-russe delle auto-dichiarate “Repubbliche popolari” del Donbass, i nuovi feroci scontri non stanno solo provocando tensioni in Europa e nel mondo per il timore che la nuova guerra fredda con la Russia si trasformi in qualcosa di molto più caldo, ma hanno definitivamente messo in ginocchio il settore energetico ucraino, perché il carbone che serviva a scaldare le case del Paese veniva quasi tutto dalle aree in mano ai ribelli o da altre dove la guerra tra nazionalisti e filo-russi ha portato alla chiusura delle miniere.
E’ per questo che l’Ucraina a deciso di sfruttare al massimo un parco nucleare obsoleto, ereditato dall’unione sovietica, che comprende anche la più grande centrale nucleare europea, con grosse difficoltà di rifornimento di combustibile russo.
Di fronte a questa situazione i coportavoce dei Verdi, Luana Zanella e Angelo Bonelli, sottolineano che «L’impegno dell’Italia e dell’Europa per risolvere il conflitto bellico in Ucraina e scongiurare la terribile deriva di un’altra guerra nel cuore del nostro continente deve essere massimo. Non va sottovalutato il grande pericolo connesso all’esistenza sul territorio ucraino di 15 reattori nucleari attivi, distribuiti tra 4 centrali nucleari, di Khmelnitski, di Rovno, dell’Ucraina del Sud, di Zaporižžja, oltre ai reattori spenti della centrale di Chernobyl».
Secondo i due esponenti dei Verdi, «Il livello di sicurezza risulta molto carente, come dimostrano gli incidenti, di cui uno molto recente a Zaporižžja, nel sudest del paese. L’Ucraina dipende per il 50% del proprio fabbisogno energetico dall’energia nucleare, sfruttata al massimo vista la difficoltà di approvvigionamento di gas e carbone, i reattori sono di fabbricazione sovietica e il tentativo di sostituire combustibile americano a quello russo ha compromesso il loro funzionamento e aumentato il rischio di incidenti: chiediamo quindi che si svolga al più presto un’ispezione dell’Unione europea congiuntamente ai funzionari dell’Iaea (Agenzia internazionale per l’energia atomica) nelle centrali atomiche ucraine».
Zanella e Bonelli concludono: «E’ evidente che l’escalation di violenza può avere conseguenze devastanti. Ci auguriamo si dia seguito alle parole accorate di Papa Francesco e ascolto alla disperazione della popolazione inerme e indifesa, che deve poter riprendere il cammino verso una compiuta democrazia, pacifica convivenza, trasformazione ecologica del proprio Paese».
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