(Rinnovabili.it) – Non contenta dello spazio, la Nasa punta adesso al sottosuolo scommettendo sui droni. L’agenzia sta infatti lavorando all’adattamento dei suoi sensori spaziali per rilevare fughe di metano qui sulla Terra.
I sensori in questione sono stati
originariamente sviluppati per aiutare gli scienziati nella ricerca
della vita su Marte. Infatti, il metano sembra essere un buon indicatore della presenza di forme di vita su altri pianeti.
Ma è anche il secondo gas serra più emesso negli Stati Uniti (ma molto più climalterante della CO2),
e qualsiasi tecnologia che renda più facile trovare ed eliminare le
perdite potrebbe rivelarsi estremamente benefica per la Terra.
Scureggioni di tutto il mondo siete avvisati, se vi lascerete andare il drone vi perseguiterà! |
I rivelatori Martian – ufficialmente noti come spettrometri laser sintonizzabili
– sono dispositivi portatili, lunghi una trentina di centimetri, che
aiuteranno i lavoratori delle aziende a scovare le perdite lungo
gasdotti.
Il Jet Propulsion Laboratory della Nasa
sta collaborando con Pacific Gas & Electric, una utility con sede in
California, per installare i sensori di metano su droni. La
nuova tecnologia, in fase di sperimentazione, sarebbe già oggi molto
più funzionale rispetto ai metodi di rilevazione impiegati dalle aziende
di servizi pubblici. Il prodotto finito inoltre, secondo l’agenzia, sarà più conveniente e più facile da usare.
Nasa e PGE stanno testando la tecnologia
su un set cinematografico in stile hollywoodiano che assomiglia a una
città di periferia, con case e piccoli garage. Lì gli scienziati
rintracciano fughe di metano utilizzando sensori palmari.
Non è il primo progetto che la Nasa
condivide con le aziende “terrestri”. La ricerca spaziale ha già fatto
strada in diversi prodotti di consumo, dalla crema per la pelle ai
materassi in memory foam. Ma perché impegnare i loro illustri cervelli
in applicazioni così “semplici”? Perché, in realtà, la Nasa ha un
guadagno nel rilasciare brevetti a terzi ed entrando in partnership con
organizzazioni esterne.
In questo caso, tuttavia, lo scopo
potrebbe essere socialmente utile, se è vero come giura l’agenzia che
grazie ai droni sarà possibile ridurre le perdite di gas.
Commento di Oliviero Mannucci: Ho un mio amico che sicuramente verrà individuato da questo tipo di droni. Quando camminiamo per strada, altro che met'ano, lo usa proprio tutto, e inserisce per così dire il ... turbo! Anzi il dis-turbo, visto i decibel che produce e relativa nube tossica. E il bello è che non si vergongna neanche un poco. Sicuramente verrà richiamato all'ordine, e dovrà firmare anche lui il protocollo di Kyoto.
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