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Wednesday, December 26, 2012

Il buio polare visto dal satellite NASA





Gli scienziati non smettono di controllare l’Artico e i suoi ghiacci da quando nell‘estate 2012 è stata registrata la più alta perdita mai conosciuta. Dunque il ghiaccio marino è diventato oggetto di studio e controlli ancor più approfonditi per capire di quanto stia aumentando dall’autunno a oggi e grazie al buio polare ossia la stagione invernale in cui praticamente scompare l’illuminazione solare per ricomparire in Primavera.
I controlli e le misurazioni avvengono grazie al sistema VIIRS Visible Infrared Imaging Radiometer Suite di cui è dotato il satellite Suomi. Con il VIIRS si rileva la luce in una gamma di lunghezze d’onda dal verde al vicino infrarosso e con tecniche di filtraggio riesce a distingue i vari oggetti come fiaccole a gas, aurore, incendi, luci della città e il riflesso al chiaro di luna. L’immagine VIIRS in alto ri riferisce alla veduta notturna del ghiaccio marino tra nord della Russia e Alaska al 30 ottobre 2012.

Il day-night band VIIRS usa come fonti luminose la luna (quando c’è), il riverbero notturno (l’atmosfera che si auto-illumina attraverso reazioni chimiche), la luce zodiacale (luce solare diffusa dalla polvere interplanetaria) e la luce delle stelle della Via Lattea. Utilizzando queste fonti seppur fioche di luce con il day-night band si è in grado di rilevare i cambiamenti in nubi, manto nevoso e dei ghiacci marini. E’ chiaro che si ottiene una prospettiva unica, perché una volta che è scesa la notte polare, i sensori satellitari basandosi sulla luce visibile non possono più produrre foto intese come tali. Restano a lavorare i sensori passivi a microonde in grado di monitorare il ghiaccio marino per tutto l’inverno e che offrono una risoluzione molto più bassa.
Spiega Steve Miller del Cooperative Institute for Research in the Atmosphere at Colorado State University che ha utilizzato il day-night band VIIRS per studiare il comportamento notturno dei sistemi meteorologici e vede vantaggi nello studio delle regioni polari:
Siamo in grado di osservare le zone dove il ghiaccio fuso si riforma, dove c’è acqua limpida e le navi possono passare e soprattutto con l’avvicinarsi del ‘grande buio’ con l’inverno.
Via | Earth Observatory NASA
Foto | Courtesy NASA

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