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Tuesday, December 18, 2012

Spazio: su 135 missioni dello Shuttle più del 50% del carico utile è stato ‘made in Italy’

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Continua ad essere in primo piano il contributo italiano alle missioni spaziali internazionali, tanto che, tra i 135 voli in orbita compiuti dallo Shuttle statunitense, andato in orbita l’ultima volta l’8 luglio 2011, oltre il 50% del carico utile e’ stato made in Italy. Con la storica navetta della Nasa il nostro Paese ha infatti portato in orbita elementi progettati e prodotti in Italia, missioni scientifiche ed alta tecnologia dell’industria nazionale che, a sua volta, ha cosi’ avuto opportunita’ di innovazione, crescita e sviluppo. E’ questo il bilancio italiano della trentennale vita operativa dello Shuttle tirato oggi da Thales Alenia Space nel corso del brain storm ‘Competenza e competitivta’ italiana nello spazio: quale futuro?’, svoltosi all’Accademia dei Lincei a Roma, alla presenza del presidente e ad di Thales Alenia Space Italia, Luigi Pasquali, e del Consigliere per il settore Aerospaziale del ministero della Difesa, Marco Airaghi. Al dibattito sono intervenuti il Direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea, Jean Jacques Dordain e il presidente e amministratore delegato di Finmeccanica, Giuseppe Orsi. Nel suo intervento, Dordain ha confermato l’importanza della ricerca e dell’innovazione nel settore spaziale per sviluppare capacita’ tecnologiche e industriali europee e per sostenere la crescita economica. Mentre a sottolineare la centralita’, in questo processo, dell’industria manifatturiera italiana e stato il numero uno di Finmeccanica. “Lo spazio e’ da sempre sinonimo di ricerca, sviluppo tecnologico e sviluppo industriale” ha detto Orsi sottolineando che “come Finmeccanica ci stiamo trasformando da prodotti per la Difesa a presidio di competenze”. “La Difesa rimane il nostro core business ma andiamo avanti” anche su altri versanti tecnologici, ha detto Orsi citando, tra gli altri “nuove tecnologie per lo spazio” ed il settore delle “smart grid e delle smart city”. “Lavoriamo per mantere i nostri giovani in Italia” ha proseguito Orsi che pero’ ha rilevato come “in un periodo di scarsita’ di risorse e di alti costi” sia “impossibile fare industria da soli”. “Gli investimenti sono impossibili da affrontare per una sola industria, non saremo mai in grado -ha detto- di fare da soli la ricerca di base per realizzare prodotti di altissima tecnologia” come quelli necessari per le attitita’ legate allo spazio. “I Paesi nostri competitor, come Germania, Francia e Regno Unito, aumentano gli investimenti in alta tecnologia, non si puo’ restare indietro” ha continuato. “Il mancato supporto pubblico di investimenti puo’ portare danni a tutta la filiera, il rischio -ha avvertito Orsi- e’ la perdita di competitivita’”. “Il mancato rifinanziamento, per il secondo anno, della Legge 808 dell’85″ relativa agli interventi per lo sviluppo e l’accrescimento di competitivita’ delle industrie operanti nel settore aeronautico, “impatterebbe in maniera signiticativa sull’industria italiana del settore” ha rilevato ancora il numero uno di Finmeccanica. Per Orsi, inoltre, “diventa sempre piu’ vitale una visione unitaria della governance dello spazio e decisioni chiare dell’allocazione delle risorse per non disperdere gli asset dell’industria nazionale in un mercato che e’ competitivo fra nazioni se non addirittura fra continenti”. “Pensare di creare una seconda industria nazionale per una pretesa concorrenza e’ un lusso che il Paese non puo’ permettersi” e’ stato uno dei punti chiave sottolineati da Orsi per il quale “bisogna tornare ad un concetto di partenariato industriale, di collaborazione ad alto tasso tecnologico”. “I numeri di Finmeccanica ne fanno un’industria di primo piamo. Il nostro fatturato complessivo -ha ricordato Orsi- e’ di 13 mld di euro l’anno ed il 50% va in export mentre il 12% va investito in ricerca e sviluppo e abbiamo 50mila addetti complessivi, solo per lo spazio contiamo 6mila addetti in grandi e piccole imprese e in questo settore raggiungiamo un fatturato di 1,5 mld l’anno”. Nel corso del dibattito, inoltre, il presidente e amministratore delegato di Thales Alenia Space Italia, Luigi Pasquali, ha sottolineato che per il nostro Paese l’aspetto piu’ importante e’ “ricordare che salire sullo Shuttle della Nasa voleva dire sperimentare tecnologie e innovazione prima inesistenti e affrontare ed imparare tecniche gestionali e di lavorazione completamente nuove”. “Quindi per l’Italia e l’industria nazionale, ossia per Thales Alenia Space, volare sullo Shuttle -ha aggiunto Pasquali- e’ stata una grandissima opportunita’ dalla quale sono derivate conoscenze e capacita’ che hanno aiutato lo sviluppo ed il nostro progresso”. Infine, per ricordare lo Shuttle e le sue missioni, definito da molti come la macchina piu’ costosa e perfetta mai costruita dall’uomo, ma soprattutto per ricordare quanta Italia ha volato a bordo dello Shuttle, ai Lincei e’ stato anche presentato il volume di Giovanni Caprara e Ernesto Vallerani “L’Italia sullo Shuttle – scienziati, tecnologi, astronauti e grandi esperimenti”.

Fonte: http://www.meteoweb.eu

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