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Monday, September 2, 2013

Lo sbarco della Cina sulla Luna che la Nasa sta abbandonando

L'obiettivo finale, ancora non ufficiale ma probabile, è fare allunare un cinese entro il 2025

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

PECHINO - La Cina sbarca sulla Luna, mentre la Nasa la sta abbandonando per puntare a Marte. L'agenzia Xinhua ha annunciato con orgoglio che entro la fine dell'anno «la missione Chang'e-3 farà atterrare su un corpo celeste una sonda spaziale cinese per la prima volta». Il nome del programma, Chang'e, è un omaggio alla dea che fuggì dalla terra rifugiandosi sulla luna. Ma la poesia si ferma qui: dietro la corsa allo spazio c'è sempre stata, fin dai tempi dello Sputnik sovietico del 1957, la feroce competizione scientifica (e militare) tra gli Stati. Ed è significativo che mentre arrivano i cinesi, gli americani si preparino ad andarsene: l'ultima esplorazione lunare della Nasa partirà venerdì 6 settembre, per studiare la polvere e l'atmosfera. CHANG'E-3 - Era stato Obama nel 2010 a far cancellare i programmi di ritorno con astronauti sulla luna, dopo i trionfi di Apollo negli anni Sessanta e Settanta. Con Chang'e-3 gli scienziati cinesi tenteranno per la prima volta un atterraggio morbido su una superficie extraterrestre, ha spiegato alla Xinhua il capo del progetto, Ma Xingrui: «La tecnologia è complicata ed estremamente difficile, comporta grandi rischi e responsabilità». Le due precedenti missioni di Chang'e hanno fatto orbitare una navicella intorno al satellite nel 2007 e hanno allargato il raggio nel 2010, raccogliendo i dati per una mappa lunare ad alta definizione.
LA CINA E LO SPAZIO - Pechino considera la presenza nello spazio una parte importante della sua ambizione di giocare il ruolo di potenza globale. Quest'anno tre astronauti cinesi sono stati in orbita per quindici giorni e hanno eseguito prove di aggancio a stazioni spaziali. Secondo il Pentagono, nel 2012 dal poligono cinese Xichang, nel Sud-ovest, sono stati tentati ben 18 lanci spaziali. L'obiettivo lunare, ancora non ufficiale ma molto probabile secondo le previsioni della Nasa, è di far allunare un cinese entro il 2025. Il programma è gestito dall'Amministrazione statale della scienza, tecnologia, industria per la Difesa nazionale. Il bilancio stimato da fonti occidentali è di 2 miliardi di dollari l'anno, circa un decimo di quello dela National Aeronautics and Space Administration (questo, per chi non lo ricordasse è il significato del celebre acronimo Nasa).
ENTUSIASMO - In Rete, l'annuncio di Chang'e-3 ha creato entusiasmo: «Ricordatevi di portare molte bandiere rosse sulla luna», si è letto su Sina Weibo, il Twitter cinese. Anche se il Pentagono teme sempre che l'obiettivo sia di costruire un sistema di guerre stellari rivale di quello americano. La Nasa, comunque, ormai non guarderà più alla luna. L'ultima missione che decollerà venerdì durerà quasi sei mesi e sarà condotta da una navicella destinata a non tornare sulla Terra: è programmata per schiantarsi sulla faccia della luna.
MARTE - È a Marte che guardano ora gli eredi di Wernher von Braun, il tedesco padre del programma missilistico Usa. Ma Marte è lontano, molto lontano. Tanto che alcuni membri del Congresso hanno contestato la scelta di Obama che sembra lasciare campo libero ai cinesi sulla luna. «Non abbiamo più la luna nel nostro portafogli», ha detto l'amministratore della Nasa Charles Bolden. Forse questo senso di frustrazione ha ispirato la vignetta di domenica nella pagina delle opinioni del New York Times con un razzo cinese che decolla in un mare di scintille verso lo spazio e un carretto sulla Terra, trainato da un bue stanco, con la scritta: Programmi sociali. La didascalia: Pechino punta alla luna, a spese del popolo.


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