La ricerca di un mezzo per l'esplorazione sulla superficie di pianeti alieni continua ad essere un obiettivo da parte della Nasa. E, questa volta, si tenta l'impresa con un “flat lander”, ossia un mezzo dal design piatto. Questo dovrebbe essere in grado di rilasciare sulla superficie delle lastre dotate di sensori e facilmente scaricabili dalla navicella spaziale su una vasta area del pianeta in questione. Questi sensori dovrebbero quindi trasmettere informazioni ai satelliti circostanti.
Un altro importante vantaggio di questo design è il numero di lander (o lastre, appunto) che potrebbe essere trasportato su un pianeta alieno. La loro forma in gran parte bidimensionale, infatti, farebbe in modo che essi siano facilmente impilabili a bordo di una navicella spaziale e lasciati atterrare ad uno ad uno sulla superficie del pianeta, fondamentalmente facendo “piovere” in modo tecnologicamente avanzato strumentazioni fondamentali per la ricerca planetaria. L'elevato numero di unità, inoltre, lascia ai ricercatori un adeguato margine di errore, nel caso in cui qualche operazione non dovesse andare a buon fine. "Non tutti potrebbero funzionare, per questo ne possediamo a decine", spiega Hamid Hemmati, del Jet Propulsion Laboratory della Nasa. "Anche se la metà di essi fosse in azione, sarebbe già un risultato. Ne saremmo soddisfatti".
Al momento, i flat lander sono concepiti come oggetti stazionari. Tuttavia, si pensa che appositi strumenti possano deformare le lastre donando loroi una forma sferica se e quando se ne dovesse presentare l'esigenza. Ciò permetterebbe loro di essere spinte sulla superficie da forti venti, come quelli presenti su Marte.
Quest'ultimo potrebbe essere un ottimo candidato per il debutto del lander piatto. Ma un ottimo avamposto potrebbe essere anche Europa, la luna di Giove. Proprio la scorsa settimana è stato annunciato in proposito che il budget della Nasa per il 2015 vedrebbe stanziare dei finanziamenti proprio per lo sviluppo di una missione sul satellite gioviano.
Magari, proprio per quell'epoca, si potrebbe sperimentare l'effettivo funzionamento di questa sorta di “volantinaggio spaziale” su mondi alieni.
Federica Vitale
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