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Monday, October 22, 2012

L'aggiornamento del Progetto Sentieri dell'ISS sull'ilva

 

Taranto, raddoppiati i tumori nelle donne
Balduzzi: «Piano di prevenzione mirato»

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L'eccesso di tumori femminili sale dal 24% al 100%. «Ilva potenziale responsabile per emissione di benzopirene»

Lo stabilimento Ilva a Taranto (Ansa)Lo stabilimento Ilva a Taranto (Ansa)
MILANO - Dal 24 al 100 per cento. È spaventoso il dato sui tumori femminili nell'area dell'Ilva a Taranto, contenuto nell'aggiornamento del progetto "Sentieri" riferito al periodo 2003-2009 (IL DOSSIER). I casi di cancro nelle donne passano da +24% (rispetto al resto della provincia) del periodo 1998-2002 al +100%, ovvero doppi, del periodo successivo, fino appunto al 2009. In generale la mortalità nell'area di Taranto continua ad aumentare: nel periodo 2003-2009 è dell'11% superiore rispetto alle aspettative di morte di tutti i cittadini residenti in Puglia. Nel periodo precedente (1998-2002) era del 10%. I NUMERI - In particolare, nelle donne residenti nei comuni di Taranto e Satte, sempre a confronto con il resto della provincia, c'è un incremento dei tumori al fegato (+75%), linfoma non Hodgkin (+43%), corpo utero superiore (+80%), polmoni (+48%), tumori allo stomaco (+100%), tumore alla mammella (+24%). Negli uomini, rispetto al resto della provincia, l'aumento di tutti i tumori è del 30% (+50% per il tumore maligno del polmone), con un picco di più 100% per il mesotelioma e per i tumori maligni del rene e delle altre vie urinarie (esclusa la vescica). Per i bambini i dati del progetto "Sentieri" mostrano incrementi significativi di mortalità per tutte le cause nel primo anno di vita.
CAUSE DI MORTALITÀ - In generale, a Taranto è aumentata del 14% la mortalità negli uomini e dell'8% la mortalità nelle donne per tutte le cause. Nello specifico per gli uomini il rapporto registra un incremento del 14% per tutti i tumori; +14% per le malattie circolatorie, +17% per quelle respiratorie, +33% per i tumori polmonari, +419% per i mesoteliomi pleurici. Per le donne: +13% per tutti i tumori, +4% per le malattie circolatorie, +30% per i tumori polmonari, +211% per il mesotelioma pleurico. Il dossier mette sotto accusa l'Ilva senza mezzi termini: «Lo stabilimento siderurgico, in particolare gli impianti altoforno, cokeria e agglomerazione - si legge -, è il maggior emettitore nell'area per oltre il 99% del totale ed è quindi il potenziale responsabile degli effetti sanitari correlati al benzopirene».
COMPROMISSIONE DELLA SALUTE - «Dai dati presentati emerge con chiarezza uno stato di compromissione della salute della popolazione residente a Taranto» si legge nel dossier. Questo quadro viene ritenuto «coerente» con quanto emerso dai precedenti studi su mortalità e morbosità. In particolare, «i residenti nei quartieri Tamburi, Borgo, Paolo Vi e nel comune di Statte mostrano una mortalità e una morbosità più elevato rispetto alla popolazione di riferimento in particolare per le malattie per le quali le esposizioni ambientali presenti possono costituire specifici fattori di rischio».
«PIANO PREVENZIONE MIRATO» - I dati - diffusi dal presidente di Pacelink, Alessandro Marescotti, che ha partecipato all'incontro - sono contenuti nell'aggiornamento del progetto "Sentieri" dell'Istituto Superiore di Sanità sui siti italiani inquinati, realizzato insieme all'Oms. Il ministro della Salute Balduzzi è in Prefettura a Taranto per presentare il dossier ai rappresentanti delle associazioni ambientaliste. «La situazione a Taranto è indubbiamente complessa - ha detto Balduzzi -. Credo sia necessario uno sforzo, anche da parte della sanità pubblica per un monitoraggio sanitario costante e un piano di prevenzione nei confronti dei lavoratori, dei bambini, di tutti, con iniziative mirate». «I dati su Taranto sono allarmanti e ricalcano quelli già circolati: bisogna partire da questo dato di fatto per intervenire - ha aggiunto l'assessore alla Sanità della Puglia, Ettore Attolini -. C'è un progressivo riavvicinamento delle posizioni del Ministero rispetto alle osservazioni che noi come giunta regionale abbiamo mosso sulla vicenda complessiva, per cui riteniamo che l'Aia (Autorizzazione integrata ambientale, ndr) per l'Ilva debba recepire la nostra legge sul danno sanitario. Per il passato bisogna aumentare i livelli di tutela della salute, i livelli di presa in carico per l'aspetto sanitario, e migliorare la compatibilità della struttura, azzerando i rischi e per il futuro occorre fare un'operazione di monitoraggio e di prevenzione».
ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE - L'incontro è stato convocato dallo stesso ministro per esaminare la situazione ambientale e di salute pubblica nel territorio tarantino. All'incontro non sono presenti, per protesta, i rappresentanti del comitato "Donne per Taranto". Non c'è neppure Cataldo Ranieri, del comitato "Cittadini e lavoratori liberi e pensanti" perché, secondo quanto riferito dagli ambientalisti, l'Ilva, della quale Ranieri è dipendente, non avrebbe dato il consenso all'uscita dallo stabilimento del lavoratore.


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