“Mi
sento un privilegiato ma sono frutto del sistema italiano. Ho
frequentato scuole in Italia, sono pilota dell’Aeronautica e dell’Esa e
ho avuto la grande opportunita’ dall’Italia di poter intraprendere il
sogno che ho cullato sin da bambino: volare. In pochi sanno che il 40%
dei pezzi della parte abita dalla Stazione Internazionale Spaziale sono
costruiti in Italia“. Lo afferma in un’intervista all’AGI, Luca Parmitano,
l’astronauta italiano, maggiore dell’Aeronautica Militare che il 28
maggio prossimo partira’ a bordo della navicella Soyuz dal cosmodromo di
Bajkonur nella steppa del Kazakistan. Parmitano
ricoprira’ nella fase iniziale della missione ‘Volare’ il ruolo di
co-pilota. Oltre all’astronauta siciliano, per il 118esimo volo della
Soyuz con equipaggio ci saranno anche il russo Fedor Nikolaevic
Jurcichin (pilota) e l’americana Karen LuJean Nyberg (ingegnere di
bordo). “Essendo il nostro un lancio sperimentale, dalla partenza al
ricongiungimento, compresi i trasferimenti vincolati dalla meccanica
orbitale, il tempo di viaggio dovrebbe essere di circa sei ore. Dal
lancio fino all’ingresso in orbita il tempo e’ di circa nove minuti a
una velocita’ di otto chilometri al secondo. Normalmente l’aggancio con
la stazione avviene in 36 ore“, spiega Parmitano,
classe 1976 originario di Catania, pilota di aerei ed elicotteri
militari, giunto martedi’ sera in Italia dove restera’ per alcuni giorni
per una serie di eventi a Roma, Napoli e Torino. “In sei ore – ha spiegato – dovremo
superare quattro orbite. Considerando che la stazione internazionale
Iss viaggia a 28mila chilometri orari anche noi dovremo arrivare a
questa velocita’ e l’aggancio dovra’ avvenire a pochi centimetri al
secondo“. Nel corso della missione, la prima di lunga durata per l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Parmitano
avra’ il compito di promuovere il futuro dell’esplorazione spaziale
europea (ESA) e dimostrare quanto importante e’ il ruolo dell’Italia nel
campo dell’astronautica. “Nel corso della missione di sei mesi cercheremo di studiare il corpo umano e i suoi effetti fisiologici in microgravita‘”,
afferma l’astronauta siciliano che in oltre due anni si e’ preparato
allo Star City, alle porte di Mosca, e al Johnson Space Center di
Houston della Nasa. Nei suoi ruoli ci sono, tra gli altri, quello di
comandante in caso di emergenza e quindi di attracco con la stazione
internazionale. Scoprire nuovi pianeti? “Gli effetti dell’assenza di gravita’ sull’uomo sono gia’ molto noti, bisognera’ trovare delle contromisure“, continua, “c’e’
gia’ una buona fetta di tecnologia fatta per andare su altri pianeti,
altra deve essere ancora sviluppata e ci deve essere la volonta’
politica per fare esplorazione. Bisognera’ trovare soluzioni per far
fronte agli effetti della radiazione cosmica, come il vento solare che
sono particelle emesse dal sole o quelle emesse da altre stelle“. Parmitano ha parlato anche dell’alimentazione sulla ISS. “Il
menu in stazione e’ molto vario. Ci sono cibi pronti che devono essere
solo riscaldati. I russi usano molto scatolette, ma c’e’ anche pasta e
riso. Personalmente grazie a ESA e ASI portero’ piatti dell’Italia del
sud per portare la nostra cultura anche alla stazione internazionale.
Mangeremo tarallucci con salse tipiche italiane e pasta al pesto –
racconta l’ufficiale, sesto astronauta italiano della storia e il primo
che dovrebbe eseguire almeno una passeggiata spaziale – non viaggeranno
con noi ma dalla base di Kourou in Guiana Francesce partira’ Ariane con
il cargo navetta europeo ATV che consente un carico enorme anche di
acqua, gas ed ossigeno. Il giorno del lancio non portero’ tante cose con
me, abbiamo solo un chilo e mezzo a persona, ma sicuramente avro’ con
me l’anello di matrimonio e le foto delle mie bambine, Sara e Maia“.
Spazio: ultima frontiera. Credere che si sia soli nell'universo è come credere che la Terra sia piatta. Come disse l'astrofisico Labeque al palazzo dell'UNESCO, durante il congresso mondiale del SETI di Parigi del Settembre 2008, " SOMETHING IS HERE", "Qualcosa è qui", e I TEMPI SONO MATURI per farsene una ragione. La CIA, l'FBI, la NSA, il Pentagono, e non solo, lo hanno confermato!
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