A poco meno di due anni dal disastro nucleare di Fukushima, l’IRSN, l’Institut de radioprotection et de sûreté nucléaire
ha reso pubbliche, negli scorsi giorni, le cifre delle sue stime in
merito ai costi che andrebbero sostenuti in Francia se un simile
incidente avvenisse in Francia, Paese nel quale sono presenti diciannove
centrali nucleari.
Lo studio è stato condotto dall’economista Patrick Momal
che ha sottolineato come sia importante collegare le cifre dello studio
a uno “story-telling” in modo che la diffusione press oil pubblico sia
maggiormente efficace.
Ecco allora che, secondo le stime IRSN, un incidente grave potrebbe
costare 400 miliardi di euro, ovverosia più del 20% dell’attuale PIL
francese. Le cifre sarebbero così ripartite:
39% per la perdita d’immagine, ovverosia per l’impatto sul turismo e sulle esportazioni agricole
26% per la gestione delle zone di evacuazione e la ricollocazione della popolaione
21% dovuti ai costi logistici dello smantellamento del parco reattori e al passaggio ad altre energie
13% costi per le misure d’urgenza, da quelli psicologici a quelli delle cure e degli esami radiologici
Secondo l’IRSN il costo dell’incidente di Fukushima sarebbe stato di 200 milioni di euro, ma secondo il Japan Center for Economic Research
soltanto i danni al settore agricolo e alla pesca e lo smantellamento
di Fukushima sarebbero stati pari a circa 400-500 miliardi di euro.
Ovviamente un modo per ridurre i rischi c’è: sostituire i reattori
vecchi con quelli nuovi. E, ovviamente, le stime sono fredde statistiche
che delineano solo ed esclusivamente il conto economico e non il
“prezzo” di una vita umana. A Fukushima sono morte 2303 persone in
seguito all’avaria del livello 7 e quello è resta un danno
irrisarcibile.
Davide Mazzocco
Fonte
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