Gli iraniani non spiegano quando si è verificato il guasto al turbogeneratore
La centrale nucleare iraniana di Bushehr non sembra trovare pace. Dopo che i russi hanno completato la sua costruzione avviata dai tedeschi ed interrotta dopo la rivoluzione islamica, il suo faticoso funzionamento, sempre minacciato da un possibile blitz aereo israeliano, è stato fermato oggi a causa di un guasto al gruppo del turbogeneratore.
Secondo quanto ha detto all'agenzia Russa Ria Novosti una fonte anonima, «Il funzionamento della centrale è stato sospeso fino al 28 febbraio a causa della riparazione della turbina del generatore».
Le autorità nucleari iraniane hanno segnalato l'incidente all'International atomic energy agency (Iaea), che in un rapporto dei suoi ispettori conferma: «Durante l'ispezione effettuata dall'Iaea il 16 e 17 febbraio 2013 nel sito di Bushehr, l'Iran ha fatto sapere all'Agenzia che aveva provvisoriamente fermato il reattore». Quindi nessuno, escluso gli iraniani e i russi che gestiscono la centrale, sa davvero quando e come è successo l'incidente che è venuto fuori solo per la presenza degli ispettori Iaea.
La centrale di Bushehr - la cui costruzione è stata avviata nel 1974, sotto la dittatura dello Scià di Persia - dal gruppo tedesco Kraftwerk Union (Siemens/Kwu), è stata portata a termine dai russi di Atomstroyexport in base ad un contratto firmato nel gennaio 1995 con la Repubblica Islamica. La centrale, dotata di un reattore Wer 1000 V-446 ad acqua pressurizzata, dopo numerosi ritardi è stata inaugurata nell'agosto 2010 con la fornitura del primo lotto di combustibile nucleare made in Russia.
L'11 febbraio il ministro degli Esteri iraniano, Ali Akbar Salehi, aveva detto che la centrale nucleare sarebbe stata affidata interamene all'Iran dopo l'eliminazione di tutti i problemi tecnici, ma molto probabilmente era già avvenuto l'incidente che non ha più potuto essere nascosto con l'arrivo degli ispettori Iaea.
A proposito di nucleare, l'ambasciatore dell'Iran all'Onu, Mohammad Khazaei , intervenendo a New York al "Circolo dell'Asia" davanti a 200 diplomatici, intellettuali ed accademici ed ex funzionari del governo americano, ha mandato a dire agli Usa che «La predisposizione delle autorità iraniane è ad un dialogo diretto con Washington, ma non in una atmosfera di pressioni e minacce. Io, come rappresentante della Repubblica Islamica, dichiaro che l'Iran, fondamentalmente, non è contrario al dialogo. Gli iraniani sono un popolo civile ed aperto al dialogo e sono sempre stati contrari alla guerra. Se finora non ci sono stati contatti tra Iran e Stati Uniti è perché anche quando c'è una offerta di dialogo, l'Iran osserva che tale offerta è solo uno strumento usato dagli Usa per esercitare maggiore pressione sull'Iran. Il problema principale tra Teheran e Washington non è il programma nucleare pacifico dell'Iran, ma la fiducia reciproca che negli ultimi trent'anni è andata distrutta».
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